sabato 5 novembre 2011

Benetton 11 - Edinburgh 22

Dalle stelle alle stalle. Dopo l'ubriacatura di mete segnate contro Newport, evidentemente la squadra di Smith oggi era ancora in fase di smaltimento. E' bastato un avversario (tra l'altro penultimo in classifica, fino a ieri) ben organizzato in difesa ed efficace nei calci di spostamento a mettere alle corde un Benetton privo di cervello e di grinta. Sempre sotto nel punteggio, abulico e raramente pericoloso, Treviso ha subìto sia nel possesso che nella conquista. Per giocare a questi livelli manca ancora maturità, costanza e consapevolezza delle proprie forze e di quelle dell'avversario. Mi sono sempre mostrato scettico nei confronti di chi, durante la settimana appena trascorsa, preveggeva vendemmiate di punti contro gli scozzesi: qualcosa mi diceva che non tutto sarebbe andato liscio. Burton irriconoscibile (soprattutto nel secondo tempo), raggruppamenti raramente avanzanti e troppo lenti per sorprendere una difesa sempre ben piazzata, calci di spostamento pietosi, una mischia molte volte in apnea, terze linee non determinanti (Vosawai, entrato nel secondo tempo, prende due palloni in tutto e per due volte commette "in avanti"). Irriconoscibile, il Benetton. Il loro calciatore (Leonard, e non c'era Parks) è stato quasi infallibile, marcando 17 punti (5 calci e una trasformazione). Poi la meta di Jacobsen.
Per Treviso, drop e calcio di Burton e la meta di Nitoglia. Da sottolineare un arbitro (scozzese...) che ha fatto di tutto per spezzettare il gioco di Treviso, che ha usato due metri e due misure, a favore dei suoi connazionali, nel giudicare i lanci in touche, il fuorigioco le entrate laterali in mischia e ancora di tutto e di più. Certo, se Treviso avesse segnato anche oggi una valanga di punti, non starei qui a dissertare sull'arbitro, anche perchè non è l'arbitro che fa la partita. Ma oggi se ne sono viste di tutti i colori. E' ora che chi di dovere agisca affinchè l'arbitraggio sia affidato a gente, almeno apparentemente, al di fuori di ogni sospetto: quindi, per prima cosa, di nazionalità diversa rispetto a quella delle squadre in campo. Altrimenti si rischia che anche la più piccola  faziosità si trasformi in malafede bella e buona.
La prossima settimana inizia la Heineken Cup (avversario Saracens, a Londra). C'è da augurarsi che Treviso cambi registro, altrimenti si rischieranno i soliti, sistematici, cappotti.

Franco

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