domenica 13 novembre 2011

Bienvenu, Jacques!

Nei giorni scorsi a Bologna la FIR ha presentato ufficialmente il nuovo capo allenatore della sbandata e deficitaria nazionale italica: Jacques Brunel.

Cinquantasette anni, ex-estremo dell'Auch, quindi in un ruolo assolutamente topico del nostro gioco, Brunel nell'ultimo decennio ha fatto spesso parlare di sé come allenatore ai massimi livelli. Per sette anni è stato assistente del pessimo ed irritate Laporte alla guida della nazionale francese (2001-2007) per poi portare il Perpignan al trionfo in campionato dopo la bellezza di cinquantaquattro anni di digiuno.

Quest'uomo dai baffetti semi-brizzolati è davvero una delle menti più profonde e creative del rugby mondiale e può vantare una conoscenza ed una duttilità di idee notevolissima.

Per un gruppo della nazionale italiana che storicamente è strangolato dalla mafia dei procuratori, cancro-Dominguez in primis, e dalle ingerenze federali di ogni genere l'arrivo di Brunel può veramente significare un deciso cambio di rotta, sempre che DAVVERO si intenda cambiare il percorso imboccato a fine 1996 con la prima elezione del tumore-Dondi a presidente.

La partenza di Brunel comunque, pragmatismo a parte, non è stata delle più felici avendo già dichiarato che il Sei Nazioni del 2012 vedrà l'utilizzo della vecchia guardia già presente in squadra per poi solo in un secondo momento incominciare progressivamente a inserire vitale linfa giovane.
Considerato infatti il bisogno PRIORITARIO di cambiare la tendenza di uno schifo vergognoso di squadra e di gruppo del genere, sarebbe molto meglio avere il coraggio di scelte forti ma che creino un embrione di speranza.

Auguri Brunel: ne hai bisogno tanto.
Non sai ancora in quale bega ti sei cacciato.

I PRECEDENTI TECNICI "BRUCIATI" NELL'ERA DONDI
1) Georges Coste 1996-1999 (dimissionario prima del Mondiale 1999 causa ammutinamento della squadra durante la nefasta tournée in Sud Africa guidata dai telefonini qui in Italia di Dominguez e scherani)

2) Brad Johnstone 2000-2002 (sostituito con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Mai entrato nella filosofia del rugby non-neozelandese con in aggiunta una cocciutaggine e un'arroganza disarmanti)

3) John Kirwan 2003-2006 (sostitutito con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Salutato come l'uomo della svolta dopo la devastante esperienza di Johnstone, ha dimostrato in realtà di essere un mediocrissimo coach a fronte invece di una carriera di giocatore davvero eccellente. Appena venne nominato capo-allenatore dichiarò: "Entro otto anni porterò l'Italia a vincere il Grande Slam nel Sei Nazioni")

4) Pierre Berbizier 2006-2007 (l'unico tecnico che, realista più del re, abbia fatto qualcosa di utile e costruttivo per migliorare gioco e mentalità della nazionale italiana. Pragmatico, ha dovuto fare con quel che aveva ma la scarsezza di qualità nei giocatori non gli ha impedito di ottenere risultati ben superiori a quanto previsto sulla carta. La FIR avrebbe dovuto tenerlo anche per il quadriennio seguente ma i servi dondiani furono troppo stupidi per capirlo)

5) Nick Mallett 2008-2011 (tre vittorie e diciassette sconfitte nelle quattro edizioni del Sei Nazioni in cui ha diretto la nazionale. Due sono arrivate contro la Scozia e una per harakiri-borioso della Francia. Non si sono visti progressi, anzi regressi con l'utilizzo di gente come Orquera, Canavosio e compagnia cantante a scapito di promesse come Marcato, Nitoglia ecc) 

Giampaolo

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