domenica 30 ottobre 2011

RaboDirect Pro12: Benetton 50 - Newport Dragons 24

All'interno di una splendida cornice di sole e di pubblico, una tra le migliori prestazioni  (se non la migliore) della compagine made in Treviso nell'ambito del torneo. Tanto che l'allenatore avversario ha dichiarato che, fin'ora, il gioco più bello visto nella Rabodirect Pro12 è stato proprio quello del Benetton. Ruck velocissime, fasi di gioco multiple e diversificate, mediana lucida, in sintonia, ed efficace (ancora sconosciuti i motivi per i quali l'epurato Mallet ha lasciato a casa Burton anzichè convocarlo per i mondiali: anche oggi è stato un giocatore illuminato e preciso), predisposizione per il gioco alla mano, spostamenti continui a ricercare l'asse per lo sfondamento; placcaggi in avanzamento e calci di spostamento precisi sia in attacco che in difesa. Risultato? 7 mete rifilate ai Dragons (che hanno ricambiato con tre segnature) e spettacolo da spellarsi le mani. Dopo la meta iniziale di Zanni, doppietta di Williams che ha fatto vibrare Monigo: entrambe le mete (la prima, in solitaria, da metà campo), con una coreografia che prevedeva una nuova, futura, specialità olimpica, ovvero il "salto dell'avversario". Giocatori avversari letteralmente lasciati sul posto dalle finte di Dingo, che la dicono lunga sul forzato utilizzo dell' atleta "grande e grosso", oggi così di moda ed avallato anche dalla Federazione Italiana. Ora il Benetton ha un attacco che si inserisce tra i top del RaboDirect e con 19 punti e quattro vittorie di fila si è installato nelle zone nobili della classifica. Da migliorare? Sicuramente l'intensità. Treviso deve riuscire ad imparare a non mollare mai, anche se si trovasse con un vantaggio abissale. All'avversario non va data tregua e deve pagare la tariffa che merita. Poi la concentrazione, che in qualche modo si collega con il discorso di prima sull'intensità: sono bastati pochi minuti da "ebbrezza da risultato già in tasca" per far segnare all'avversario altre due mete evitabilissime e "telefonate", tanto erano prevedibili. E ciò va ad allacciarsi con  i numeri della prestazioni difensive, che se non fossero contaminate da queste "bambole" collettive contribuirebbero ad assegnare al Benetton una differenza positiva di tutto rispetto tra punti segnati e subiti. Sabato prossimo l'Edimburgo, sempre a Monigo. Vista la posizione in classifica degli scozzesi (penultimi) non sarebbe azzardato prevedere un'altra vittoria di Treviso; ma si sa, presunzione ed appagamento danno effetti devastanti. Ultima nota per l'allenatore, Franco Smith: finora aveva giocato senza una dozzina di nazionali, utilizzando elementi di seconda e terza fascia che si sono perfettamente inseriti nei meccanismi societari e di gioco e che hanno contribuito in maniera netta a collocare il Benetton nel posto in cui si trova. Ora che i nazionali sono ritornati all'ovile le cose dovrebbero ancora migliorare, visto anche che saggezza impone di inserirli un po' alla volta per non turbare i meccanismi di gioco. Mallet, con gli stessi uomini, ha fallito. Questione di "manico"? Sembrerebbe proprio di si. Alla luce dei risultati ottenuti con risorse sicuramente non paragonabili a quelle di altri team dal budget molto più sostanzioso, sarebbe un vero peccato che Smith si lasciasse tentare da offerte che sicuramente gli arriveranno. Il valore si misura da ciò che si riesce ad ottenere anche con poco, sapendo gestire quel poco con intelligenza e capacità.

Franco

lunedì 24 ottobre 2011

Serie A - Girone B

Quarta giornata.

Zhermack Badia - Catania 20 - 7
Novaco Alghero - Almaviva Capit. 23 - 10
S.M.Valpolicella - Gruppo Padana Paese 19 - 20
Avezzano - Romagna 15 - 10
G. Sanniti - Rubano 9 - 26
Milano - Amat. Capoterra 16 - 17

Classifica:

 Capoterra 18
 Avezzano 15
 Rubano 14
 Gruppo Padana Paese 14
 Almaviva C.10
 Zherm. Badia 10
 Romagna 8
Valpolicella 6
Catania 4
Nov. Alghero1
G. Sanniti1
Milano1

Prossimo turno (30/10/2011)

 Catania - Novaco Alghero
 Zhermack Badia - S.M.Valpolicell
 Amat. Capoterra - Avezzano
 Romagna - Rubano
 Almaviva Capit. - Milano
 Gruppo Padana Paese - G. Sanniti

Bilancio mondiale

Esce di scena anche la settima edizione del mondiale. La RWC, che ha visto protagoniste le dodici squadre qualificate che hanno giocato in Nuova Zelanda. Dal 9 settembre al 23 ottobre. Troppo tempo, tante pause. E troppe squadre. Un mondiale strutturato come quello appena andato in archivio fa comodo solo ai media. Ha vinto la Nuova Zelanda, come da copione, una finale non bella ma intensa, dove la Francia ha tolto progressivamente sicurezza ai tuttineri sfoderando una prestazione di buon livello, dopo aver giocato discretamente solo un tempo contro l'Inghilterra ed avendo disputato penosamente il resto del mondiale. Gli All Blacks non sono riusciti a riproporre il solito attacco stellare, dimostrando di essere, comunque, i migliori, ma di patire la gara del "dentro o fuori", la partita secca. Una finale decisa alla rovescia anche dall'uscita per infortunio dei due mediani d'apertura: il francese Parra, uno dei pochi a brillare durante il mondiale nel team dei galletti, e Cruden, terza scelta All Blacks. E, diversamente dall'impeccabilità sinora dimostrata, anche l'arbitraggio di Joubert è stato, forse inconsciamente, un po' casalingo. Ma tant'è.
Come la finale, tutta la coppa del mondo non è stata molto spettacolare, denunciando la pochezza tecnica di alcuni team storici (per esempio il Sudafrica) ed un livello generale con l'indicatore volto al ribasso. Molti giocatori che hanno contribuito a scrivere la storia recente del rugby lascieranno la mano (uno per tutti O'Driscoll), dando così il via a rinnovamenti più o meno marcati delle rispettive squadre di appartenenza.
Non ci sono state "squadre rivelazione", ma una merita una menzione speciale: il Galles. Ha sempre giocato e lottato fino all'ultimo, buttando in campo anche il cuore quando non c'era più il fiato, onorando con dignità esemplare il rugby ed il suo spirito.
Giocatori alla ribalta? L'Australiano J. O'Connor su tutti, poi il neozelandese Dagg, che pur ieri non ha brillato come al solito, ma non per colpa sua. Tra i "vecchi" il solito Mc Caw.
In sette incontri la Nuova Zelanda ha segnato 301 punti (record del torneo, media di 43 a partita), quasi il doppio della Francia (159). Record delle mete segnate ancora alla Nuova Zelanda con 40 marcature (5,7 a partita la media) contro le 16 dei francesi. Galles al secondo posto sia per punti (228) che per mete (29), sempre in sette incontri. L'Italia? In quattro incontri 92 punti realizzati (media di 23 a partita, in proporzione uno in più della Francia) e 13 mete (media 3,25).

Franco

domenica 23 ottobre 2011

RWC 2011

E' andata a finire come tutti aspettavano: Molto probabilmente, il punteggio finale non ha soddisfatto gli esteti, che, a ragione, avrebbero voluto la Francia soccombere più decisamente e con enormi sofferenze. Il gioco ha voluto che le aperture fossero inutilizzabili, già dal primo tempo, per entrambe le dquadre. E di questo è stata avvantaggiata la Francia, che ha messo in campo un fior di giocatore  (Trinh-Duc, si scrive cosi?), rispetto ad una quarta scelta neozelandese, Donald. Ad un certo momento, gli All Blaks, si sono ritrovati ad inseguire, a stringere i denti, a difendere quella linea che nemmeno nel Piave... I francesi, come al solito, hanno peccato di presunzione: una più massiccia raccolta dell'ovale, senza falli, avendo di fronte avversari  non particolaemente ispirati, sarebbe stata letale per i Neozelandesi. Ed invece giù, a guerreggiare, senza cognizione. Il rischio corso è stato veramente notevole. Lo sgomento dei galletti si unisce al coro dei  beniamini d'oltralpe, decisi a raddrizzare la partita secondo il proprio volere, non contando l'avversario che avevano davanti. "Chi vuol esser lieto sia, nel doman non v'è certezza". Questo oggi inneggiano i neozelandesi, vittoriosi sulla boria e su una tattica che, pur sempre valida, non ha dato alla Francia la grinta necessaria per essere, comunque, uno sparring-partner credibile: risultato a parte.

Franco

venerdì 21 ottobre 2011

Il premio IRB al migliore giocatore

Ha tanto il sapore della buffonata all'americana che ogni anno deve premiare "il migliore" in ogni sport professionistico. Dal 2001 l'International Board ha perciò istituito l'IRB Player of the Year Award che, con nomine molto arbitrarie per non scontentare nessuno dei Potenti, pretende di riconoscere questo "migliore" giocatore.

Lunedì a Auckland la buffonata pertanto farà uscire dal cappello del prestigiatore il "migliore".

I candidati sono sei: i neozelandesi Weepu, Kaino e Nonu, gli australiani Pocock e Genia, e dulcis in fundo il transalpino Dusautoir.

Sarebbe da stupidi commentare gran parte di queste scelte...non scadiamo a certi livelli, vero??

Giampaolo

giovedì 20 ottobre 2011

Scelto il XV francese

Per la finale di domenica Marc Lièvremont ha confermato lo stesso XV iniziale della semifinale contro il Galles. Le riserve invece non sono ancora state scelte ma è prevedibile che Szarzewski, Barcella, Pierre e Trinh-Duc ci saranno. Forse anche Picamoles oppure Ouedraogo.

15 Médard
14 Clerc
13 Rougerie
12 Mermoz
11 Palisson
10 Parra
9 Yachvili
8 Harinordoquy
7 Bonnaire
6 Dusautoir -capitano-
5 Nallet
4 Papé
3 Mas
2 Servat
1 Poux

Giampaolo

mercoledì 19 ottobre 2011

I precedenti Mondiali tra Bleus e All Blacks

Sono ben cinque gli scontri diretti tra transalpini e neozelandesi nella storia dei Mondiali.
Già nella celebrata prima edizione, ospitata in co-abitazione tra australiani e kiwi, le due compagini si incontrarono. L'organizzazione, che si fregava le mani dalla felicità per la vergognosa esclusione politica dei Bokke, fece di tutto perché Wallabies e All Blacks si incontrassero nella finalissima ma in pochi avevano previsto il XV transalpino come capace di fare il colpaccio ed eliminare in casa loro gli australiani. E così nella finale dell'Eden Park di Auckland giunsero i Bleus che però, stanchi per la faticaccia della precedente partita, poco poterono opporre ai galvanizzati padroni di casa.

La stratosferica battaglia vinta dagli uomini di Skrèla e Villepreux nel 1999 oramai è un pezzo di leggenda incancellabile così come la controversa sfida di quattro anni fa, in cui un passaggio in avanti non sanzionato dal fischietto inglese Wayne Barnes portò alla meta che risolse la contesa. Del tutto inutili, se non ai fini statistici, risultano invece la partita del 2003 e quella di venticinque giorni fa.

20/6/1987
Finale (Eden Park, Auckland)
Nuova Zelanda 29, Francia 9

31/10/1999
Semifinale (Twickenham)
Francia 43, Nuova Zelanda 31

20/11/2003
3°-4° posto (Sydney)
Nuova Zelanda 40, Francia 13

6/10/2007
Quarti di finale (Millennium Stadium)
Francia 20, Nuova Zelanda 18

24/9/2011
Gruppo (Eden Park, Auckland)
Nuova Zelanda 37, Francia 17

Giampaolo

martedì 18 ottobre 2011

Joubert sì, Kaplan chi?

Sarà l'ottimo fischietto sudafricano Craig Joubert a dirigere la finalissima del Mondiale.
A sorpresa pertanto non è stato nominato l'avente diritto massimo, Jonathan Kaplan, sudafricano pure lui.

La designazione di Joubert è strameritata ma anche sorprendente, non fosse altro per avere arbitrato la semifinale tra Australia e Nuova Zelanda di domenica scorsa.

Da un lato appare evidente che il potere sudafricano nella stanza dei bottoni arbitrali dell'IRB è a dir poco enorme; dall'altro non si spiega perché se si pensava di affidare a Joubert la finale allora non sia stato nominato Kaplan per una delle due semifinali o per la finalina del 3° e 4° posto. Oltretutto suona strano che lo stesso arbitro venga nominato per dirigere le due gare decisive del Mondiale in cui giocano i padroni di casa.

Quello che invece non è stato scritto e che l'IRB e l'organizzazione mafiosissima di questa RWC non possono certo ammettere è che la designazione di Joubert è quella più gradita alla New Zealand RFU.
L'emergente arbitro sudafricano infatti dirige con un atteggiamento certamente più "da Emisfero Sud" rispetto al suo celebratissimo connazionale Jonathan Kaplan che di tutti i fischietti australi è quello più "europeo" nell'applicazione delle regole inerenti la vexata-quaestio dei punti d'incontro ("o "breakdowns") dove, non è certo mistero per nessuno, la supremazia sarà quella che deciderà le sorti della finale.

In questi punti d'incontro gente navigata e rozzissima come capitan Richie McCaw e truppa sono a dir poco dei fuoriclasse nel fare quel "qualcosa in più" che molti arbitri lasciano correre.

Con Kaplan questo rischio era certezza. Con Joubert le pressioni saranno fortissime, se non asfissianti, affinché in maniera seppure impercettibile favorisca i padroni di casa. Mattone su mattone...

Per Kaplan la non designazione è un insulto vergognoso ed imperdonabile che rischia di fargli terminare fors'anche prematuramente una carriera arbitrale stellare che meritava come ciliegina sulla torta la direzione di questa partita.
Per Joubert si tratta di una promozione a corte anticipata, ma meritatissima sia chiaro: non certo si tratta di una lotta fratricida tra pupilli di André Watson.

Sottolineo infine come il potere inglese sia da non sottovalutare mai: la finalina è infatti stata assegnata a Wayne Barnes. Sarei curioso di sapere, bevendo un caffé con Nigel Owens, se quest'ultimo preferisce fare il giudice di linea della finale o arbitrare il 3° e 4° posto...

Finale
Arbitro: Craig Joubert (SA)
Giudici di linea: Nigel Owens (Gal) e Alain Rolland (Irl)
TMO: Giulio De Santis (Ita)

Finale 3° e 4° posto
Arbitro: Wayne Barnes (Ing)
Giudici di linea: Tom Clancy (Irl) e Romain Poite (Fra)
TMO: Shaun Veldsman (SA)

Giampaolo

lunedì 17 ottobre 2011

New Zealand - Australia

L'Australia è partita, da subito, con l'handicap: il calcio d'avvio di Quade Cooper infatti è finito direttamente fuori. Ed è subito stato un assedio portato dagli All Blacks verso un'Australia apparsa un po' "graffiata" dall'incidente iniziale. La pressione dei Tuttineri è stata breve e violenta ed ha portato, al 6° minuto, alla meta di Ma'a Nonu.

Cooper ha continuato per tutto il primo tempo a fare errori a ripetizione. Poi, solo calci e drop per stabilire, alla fine, l'altra finalista che giocherà con l'inguardabile Francia.
L'Australia ha patito più di quanto non dica il punteggio. In mischia chiusa, soprattutto nel secondo tempo, ha sofferto le pene dell'inferno per contenere quella dei Tuttineri fisicamente più prestanti. Poco spazio allo spettacolo e molta sostanza, cinicamente perseguita per mettere al sicuro il risultato cercando di contenere fatica ed infortuni. Il furetto australiano O'Connor, Genia e Ioane i migliori tra gli Aussie, gli unici a portare pericoli reali (vedi la "quasi meta" di Ioane che avrebbe potuto riaprire la partita), mentra tra i neozelandesi da segnalare il solito McCaw, oltre a Israel Dagg e a Conrad Smith.

Ottimo l'arbitro sudafricano Craig Joubert. Non ha permesso i soliti giochini in mischia ai neozelandesi (ad esempio rotolare via un pochino dopo il placcaggio, ma dando sempre fastidio all'avversario) ed ha diretto con l'arma del buon senso. Diversamente dal suo collega che aveva diretto Galles-Francia, che ha invece permesso che i francesi dessero molto fastidio ai gallesi nel "rotolamento non rotolamento" dopo il placcaggio.

Arrivederci alla "finalina", dato che la finale vera e propria è stata vinta dalla Nuova Zelanda sull'Australia per 20 - 6.

Franco

Mogliano continua il sogno...

Campionato di ECCELLENZA

2° TURNO – 15/16.10.2011
Femi Cz Vea Rugby Rovigo Delta – Marchiol Mogliano 09 – 09  (2-2)
Banca Monte Crociati - San Gregorio Catania  26 – 21  (5-1)
Cammi Calvisano – Rugby Reggio  50 – 13  (5-0)
Mantovani Lazio – Petrarca Padova  28 – 28  (2-2)
L’Aquila Rugby – Estra I Cavalieri Prato  17 – 35  (0-5)

Classifica
6 Petrarca Padova, Cammi Calvisano, Banca Monte Crociati, Estra I Cavalieri Prato, Marchiol Mogliano e Femi Cz Vea Rovigo Delta
4 L’Aquila Rugby
2 Mantovani Lazio punti
1 San Gregorio Catania punti
0 Rugby Reggio punti

*Estra I Cavalieri Prato 4 (quattro) punti di penalizzazione per la mancata partecipazione al campionato obbligatorio Under 16 (delega all’unione Prato Sesto).

Prossimo turno 22/23 ottobre 2011
Marchiol Mogliano Rugby – Cammi Calvisano
Mantovani Lazio – Banca Monte Crociati
San Gregorio Catania – Femi Cz Vea Rugby Rovigo Delta
Rugby Reggio – L’Aquila Rugby 1936
Petrarca Padova – Estra I Cavalieri Prato.

Giornata dai numeri strani quella che si è giocata nel week end. Intanto statisticamente trovare ben due pareggi nello stesso turno di gioco è cosa pressocchè unica piuttosto che rara. Inoltre l'annunciato equilibrio di questo campionato si sta già traducendo in termini di appiattimento in classifica con ben 6 squadre a pari merito in testa alla graduatoria. Anche questo è un elemento numerico piuttosto raro. Certo è che, se il livello di gioco è quello che si è visto ieri in diretta tv tra Rovigo e Mogliano, stiamo freschi...
I due pareggi si sono registrati -appunto- in Rovigo-Mogliano e Lazio-Petrarca. Due incontri sulla carta favorevoli alle più blasonate regine del rugby italiano, cosa di cui evidentemente gli avversari se ne sono infischiati bellamente. Forse più grave il pareggio casalingo dei bersaglieri che avrebbero dovuto fare un sol boccone dei cugini veneti. Ma così non è stato, più per insipienza dei rodigini che per valore dei biancoblu trevigiani. Squadra strana quella allenata da Umberto Casellato, che ha sulla carta grandi velleità di fare bel gioco rinunciando sistematicamente a calciare tatticamente, per incaponirsi a voler sfondare la difesa avversaria a tutti i costi. Peccato che per riuscirvi occorra avere degli arieti da sfondamento, velocità di mani polazione della palla e delle grandi abilità nel gioco di mano. Tutte qualità invece appena abbozzate e non sufficienti per cogliere l'obiettivo sperato. Fatale che dunque il Mogliano assomigli ad un moscone che ronza in continuazione e va a sbattere contro il vetro di una finestra chiusa sperandi di riuscire a infrangerla a testate. Con tutto il rispetto per il tecnico Casellato, che pure godrebbe di stima e reputazione nell'ambiente, agli occhi del sottoscritto sembra piuttoso velleitaria e supponente come impostazione di gioco. Scendere a compromessi e usare il calcio tattico di spostamento ogni tanto non sarebbe cosa umiliante e forse riuscirebbe a mettere in crisi lo schieramento difensivo avversario più del succitatio moscone ostinato. Certo è che quando di fronte capita un Rovigo così approssimativo e sciupone il gioco è fatto. E il pareggio si spiega come misura della mediocrità in campo.

La settimana prossima si registra uno scontro di vertice che dovrebbe promettere scintille. Petrarca-Prato è senz'altro il clou della III° giornata. Staremo a vedere se la partenza lanciata del Prato con due vittorie con bonus saprà reggere la forza d'urto del Petrarca di Pasquale Presutti. Appuntamento allo stadio Plebiscito di Padova per scoprire la verità.

Angelo

domenica 16 ottobre 2011

Kiwi in finale

La meta iniziale di Ma'a Nonu
Quattro piazzati del poliedrico Piri Weepu, un drop di Aaron Cruden e una meta in apertura di Ma'a Nonu sono bastati agli All Blacks per contenere un'Australia che, ancora una volta, ha dimostrato la sua pochezza e che solo per fatalità del caso si è ritrovata in semifinale dopo avere perso partita e faccia contro l'Irlanda.

Adesso per il borioso ed insopportabile Graham Henry, e ancora di più per sua moglie Raewyn che lo comanda a bacchetta anche nelle scelte ovali, si spalanca il sogno di una vita: vincere il Mondiale. Domenica in finale, nel regno del potere rugbystico kiwi qual è l'Eden Park dell'Onnipotente e mafiosissima Auckland RFU, gli All Blacks avranno la grande occasione di tornare a respirare dopo ben ventiquattro anni consecutivi di apnea in cui ad eccezione del Mondiale del 1995 sono sempre stati ridotti a scolaretti e bamboccini nella massima rassegna planetaria.

Ieri in conferenza stampa, dopo la risicata vittoria francese in semifinale, il grande Marc Lièvremont ha promesso "On sera champions": di certo sarà una bella sfida.
La rozzeria neozelandese se la vedrà pertanto contro la furbizia transalpina che fino ad oggi ha in parte nascosto le carte in tavola.
So solamente che arbtrerà il sudafricano (di grande sangue ebreo) Jonathan Kaplan.

Giampaolo

Galles - Francia

Ho visto una mischia francese agile e potente, ne ho gustato le terze linee veloci e penetranti, la touche infallibile ed ho ammirato il reparto arretrato, agile come la gazzella, superare di slancio la difesa avversaria.
Poi mi sono svegliato, e la mente è andata subito a ricollegarsi con la partita giocata nella realtà.

I francesi si sono dimostrati il parassita del Mondiale che sta terminando, in finale grazie ad un punto di bonus rimediato in extremis su Tonga, senza gioco nè carattere, abulicamente tenuti a galla dai piedi di Parra e da qualche altra pur non eclatante individualità. Per quasi tre quarti di gara con un uomo in più (grazie all'espulsione definitiva del capitano gallese per un placcaggio omicida), e contro una mischia priva del suo uomo migliore in prima linea uscito a causa di un infortunio, la Francia non ha saputo far altro che... subire l'avversario. Inconcludente, senza idee, forte con i deboli e debole con i forti, la squadra transalpina (ma dire "squadra" è un'eresia) è stata umiliata per orgoglio e determinazione da chi, invece, il rugby lo prende sul serio e lo onora.

A parte Italia e Benetton, non tifo per nessuno: ammiro la leggenda All Blacks, la fisicità del Sud Africa, la velocità degli Aussie, la potenza inglese, l'orgoglio e la grinta gallese ed irlandese, la "bajadita" argentina, la fantasia della Francia: ma se fossi stato l'arbitro di Galles-Francia avrei rischiato anche il disonore, ma verso la fine della partita avrei dato un ultima chance ai dragoni regalando loro un calcio inesistente. Tanto per riequilibrare quella giustizia sportiva che il campo, giudice supremo ma ieri fallace, aveva dimenticato da qualche altra parte.

Quindi, anche la "regola" che nel rugby vince sempre il più forte è stata clamorosamente smentita e sarà da rivedere, modificandola con il concetto più consono che anche nel rugby vince QUASI sempre il più forte.
Se fossi stato un tifoso francese, ieri, me ne sarei andato via dallo stadio zitto zitto e con la "coda" tra le gambe senza minimamente festeggiare una vittoria che è stata invece mera umiliazione.
La spocchia francese (e l'irrisione dell'avversario che ne segue) però non affonda, rimane a galla come qualsiasi escremento, somigliando straordinariamente a quel parassita che ha ammorbato il Mondiale.

Togliendomi i panni della neutralità, mi auguro che chiunque sfiderà il parassita in finale, lo seppellisca sotto una valanga di punti. Come merita.

Franco

sabato 15 ottobre 2011

Suicidio gallese, Francia in finale

Il fallo criminale di Warburton...
Certe partite sono davvero difficili da interpretare e definire. E la semifinale mondiale tra gallesi e francesi è stata proprio una di queste.

Alla fine ha vinto chi ha sprecato meno occasioni e questo dato, piaccia o meno, è significativo non solo nell'economia di una singola partita quanto soprattutto nel computo di un intero torneo. La Francia ha sbagliato solamente l'esecuzione di due drop ovvero ha mancato 6 punti. Il Galles da parte sua ha fallito due drop, tre punizioni e una trasformazione il che come totale fa 17 punti gettati alle ortiche.

A questo si aggiunge il fallo assassino, dopo soli diciotto minuti del primo tempo, del capitano gallese Sam Warburton sull'ala Vincent Clerc, infrazione che è GIUSTAMENTE costata il cartellino rosso allo stupido flanker: fosse caduto un pò peggio il transalpino, adesso avremmo un tetrapleggico in più al mondo.

Il Galles ha quindi fatto harakiri ma non per questo ha rinunciato, dentro alle regole, a tentare il tutto per tutto cercando di votarsi alla morte come i kamikaze. Ma non c'è riuscito sebbene la prematura dipartita del proprio capitano sia servita ad instillare ai Red Dragons quell'adrenalina e quella rabbia che in inferiorità numerica ha fatto sembrare gli avversari coloro che giocavano con un uomo in meno.

I francesi hanno dominato lungamente in mischia ordinata ma su istruzioni di Marc Lièvremont hanno giocato contenendo e non osando, atteggiamento certamente redditizio ma altamente rischioso e che a pochissimo dal termine poteva costare carissimo ma il calcio della disperazione del poliedrico Leigh Halfpenny non è andato a segno.

Dopo la netta sconfitta contro la Nuova Zelanda, dopo la partita scientemente giocata al risparmio e meritatamente perduta con Tonga e dopo questa semifinale obbrobriosa la nazionale dei Bleus è oggi più che mai esposta a feroci critiche da parte degli addetti ai lavori francesi e di tutti gli appassionati del bel gioco del nostro meraviglioso sport.

Non possiamo infine dimenticare che questa Francia altro non è se non il Gruppo che lo scorso marzo ha perduto vergognosamente al Flaminio contro una finta squadra targata-Italia: un'onta incancellabile patita per un attacco di boria e superbia inscusabili, difetti di fabbrica comunque sempre latenti nel DNA transalpino.

L'umiltà con cui stamattina i francesi hanno lottato, se non altro, ci ha dimostrato che loro di suicidarsi non ne avevano più voglia. I gallesi l'hanno invece capito troppo tardi e hanno pagato un prezzo altissimo.

Giampaolo

venerdì 14 ottobre 2011

Semifinali mondiali nel fine settimana

Tutto è pronto all'Eden Park di Auckland per le due semifinali che domani e domenica sceglieranno le candidate al successo finale.

Quella di domani tra Francia e Galles sarà una prima assoluta, non essendosi mai incontrate le due squadre precedentemente nella competizione Mondiale. In particolare negli anni '70 dello scorso secolo Galles e Francia hanno ulteriormente rafforzato legami agonistici eccelsi uniti ad una crescita della rivalità quando Gareth Edwards, Jacques Fouroux, Phil Bennett, Jean-Pierre Romeu, Mervyn Davies, Jean-Pierre Bastiat, JPR Williams e Jean-Michel Aguirre, tanto per citare solo i principali, furono protagonisti di sfide memorabili poi entrate di diritto nella leggenda. E mentre i transalpini hanno saputo sempre essere protagonisti anche alla Rugby World Cup, i gallesi sono andati progressivamente perdendo smalto e qualità e solo nell'edizione inaugurale del 1987 seppero essere all'altezza della loro gloria ovale.

Nuova Zelanda contro Australia. Domenica andrà in onda l'ennesima sfida dell'infinita saga dell'Oceania che tantissimi anni fa nacque sotto l'egida della Bledisloe Cup. Inutile, forse, aggiungere che gli All Blacks hanno vinto gran parte dei test contro gli odiati nemici Aussie anche se ufficialmente li hanno sempre considerati dei "cari cugini". Le inaspettate vittorie dei Wallabies ai Mondiali del 1991 e del 1999 hanno però lasciato un persistente stato di dolore e un cronico senso di inferiorità verso Eales & Co. tanto da portare un giornale di rugby kiwi a domandare:"Una nazione di rugby può perdere da una squadra di rugby?". Al Mondiale le uniche due sfide avutesi sono state entrambe ad appannaggio degli australiani. Questa volta si gioca però su suolo neozelandese.

Voto per una finale Francia-Nuova Zelanda.

Giampaolo

giovedì 13 ottobre 2011

RaboDirect Pro 12

Dopo la sesta giornata, gli Ospreys guidano la classifica con 24 punti: sei vittorie su sei partite disputate.
Distanziate di 6 punti seguono Munster e Leinster.

Ospreys ha anche il primato dei punti segnati, 160, con una media di oltre 26 a partita. La seconda, in questa speciale classifica, si rivela il Cardiff Blues (137), distanziato di 23 punti.

Ospreys ha anche la seconda difesa più forte del torneo (97 i punti subiti) a sole due lunghezze da Munster e a pari merito con il Leinster.

La miglior differenza tra punti fatti e punti subiti va ancora all'Ospreys, con + 63. Al secondo posto, staccatissimo, troviamo il Munster con +28.

Per ciò che riguarda le mete segnate, il primato va al Cardiff Blues con 15. A seguire Ospreys e Ulster con 12. Le squadre che hanno segnato meno mete sono Benetton e Newport con 6 realizzazioni ciascuna.

La squadra che ha segnato di meno è il Connacht (96) seguita a ruota dal Newport (99) e dagli Aironi (100): Aironi che però hanno in assoluto la peggior difesa (162 punti subiti in sei gare: media 27 punti a partita) e che rispetto agli Ospreys hanno una differenza punti, tra fatti e subiti, di -125. Aironi è la squadra che ha anche subito il maggior numero di mete (17), ben 13 in più del Munster che in sei gare ne ha subite solo 4.

Nick Williams (Aironi, terza linea) è il metaman del torneo: ad oggi ha segnato 5 delle 10 mete finora marcate dalla franchigia italiana.

Franco

Kaplan dirigerà la finale

Jonathan Kaplan: basta la parola...

Jonathan Kaplan arbitrerà la finale Mondiale del prossimo 23 ottobre.

Sudafricano di origine ebrea, Kaplan non solo è l'arbitro internazionale con il maggiore numero di test diretti nella storia del rugby, quanto anche il migliore arbitro di tutti i tempi.

Veterano di "enne" sfide di Currie Cup e di Super12-14-15, il nativo di Johannesburg vanta una conoscenza delle sottigliezze del gioco davvero magistrale ed è, a tutt'oggi, uno dei pochissimi direttori di gara a non essere mai stato contestato in nessuna partita diretta in campo internazionale.

Kaplan è un protégé del potentissimo André Watson che di mestiere fa il capo degli arbitri di rugby sudafricani e che può vantare di avere diretto due finali consecutive della World Cup, nel 1999 e nel 2003. Watson era tutto meno che infallibile e anche in Currie Cup ha fatto figuracce: ma i suoi sponsor erano a prova di bomba. Una protezione davvero potente per questo Watson che aveva ereditato dal noto Freek Burger il gravoso compito di guru arbitrale del rugby della Repubblica.

Già quattro anni fa Kaplan avrebbe dovuto dirigere la partita d'epilogo ma la presenza dei Bokke di Jake White glielo impedì automaticamente per cui solo domenica dopo il KO sudafricano il nostro Jonathan ha potuto finalmente assaporare questa designazione che naturalmente ancora è da ufficializzare ma che nella stanza dei bottoni era già stata decisa in caso di non presenza dei Bokke.

Al momento non mi è dato sapere se Kaplan dopo avere arbitrato la finale del Mondiale deciderà di ritirarsi dall scena internazionale ma questa sua designazione sarà certamente la ciliegina sulla torta di una carriera fantastica che gli ha dato oltre 50 caps arbitrali.

Questo Mondiale ha inoltre evidenziato la grande qualità dell'arbitraggio sudafricano così come messo in mostra anche dall'ancora giovane Craig Joubert. E dire che a casa, causa la spartizione della torta, sono dovuti rimanere calibri come Mark Lawrence e Marius Jonker che sarebbero arbitri di punta in qualsiasi altra Union. Purtroppo costoro hanno dovuto guardare da lontano il Mondiale vedendo invece dirigire mezze figure come il kiwi Bryce Lawrence o l'inglese Wayne Barnes.

Molto quotato è anche il fischietto gallese Nigel Owens a cui toccherà, al 99%, la finale per il 3° e 4° posto se il Galles vincerà la semifinale. Se la perderà e dovrà disputare la finalina allora il candidato in pole position sarà il francese Romain Poite, forse non ancora al top, ma con dietro come elica il presidente dell'IRB, Bernard Lapasset suo connazionale.

Giampaolo

mercoledì 12 ottobre 2011

Calcio a seguire

Ciprioti scatenati
A Paphos sabato scorso è iniziata la seconda fase della European Nations Cup 2010/2012. In una partita valida per il Gruppo "2D" i padroni di casa ciprioti, infarciti di diversi giocatori britannici, hanno sconfitto agevolmente il Lussemburgo per 48 a 7. Nei padroni di casa si è segnalata l'ala destra (n. 14) Matthew King che ha realizzato 2 mete. Per i sudditi del Granducato l'unica meta è stata ad opera del primo centro (n. 12) Steven Clarke, trasformata dall'estremo Max Dozin. Causa ritiro dell'Azerbaigian non si è giocata domenica la sfida calendarizzata a Bratislava contro la Slovacchia né si terrà domani a Baku quella prevista contro la Bosnia Erzegovina. I vari gruppi riprendono le sfide sabato prossimo, 15 ottobre, con le seguenti tre battaglie: Polonia-Rep.Cèca (Gruppo 1B), Danimarca-Norvegia (Gruppo 2C, match valido anche per la Viking Cup) e Slovacchia-Bosnia Erzegovina (Gruppo 3).

Bi-campioni in gran forma
Dopo sei turni di Ereklasse, il massimo campionato olandese, i bi-campioni in carica dell'RC Hilversum conducono appaiati in classifica con l'RC the Dukes: 22 punti incamerati per entrambe le squadre con un perfetto record di 5-0-0. Il mio beneamato Leidse RC DIOK occupa al momento la quarta posizione che condivide con l'Haagse RC a 17 punti. Ma mentre i gialloblu di Leiden hanno vinto 3 partite e ne hanno perse altrettante, il club dell'Aia vanta un 4-0-2 di tutto rispetto che però causa i punti bonus in meno non gli ha permesso di issarsi solo soletto al quarto posto. Sabato scorso il Leidse RC DIOK ha perduto in casa 9 a 13 con il forte RC 't Gooi, attualmente terzo in classifica.

"Alba" comme ci comme ça
Tra alti e bassi è iniziata la stagione dell'Albaladéjo Rugby Club di Losanna. Sabato scorso nel sesto turno di Lega Nazionale "B" i losannesi sono stati massacrati per 72 a 0 a Basilea dai capoclassifica, sconfitta che interrompe la buona scia intrapresa dal XV biancorosso. I romandi infatti avevano vinto le ultime due partite, esattamente sabato 1 ottobre in casa per 31 a 14 con l'RC Luzern e domenica 25 settembre in trasferta per 10 a 7 sul terreno dell'OC Monthey. In classifica l'Albaladéjo è al settimo posto con 9 punti e un record di 2 vittorie, 4 sconfitte e nessun pareggio.

Dickinson lascia
Avrebbe sicuramente preferito dire la parola "addio" dopo il presente Mondiale ma purtroppo per lui non è stato tra i convocati. L'erratico arbitro australiano Stuart Dickinson ha infatti annunciato in questi giorni il suo ritiro dalla scena arbitrale dopo quindici anni spesi in campo internazionale. La potente mafia dell'emisfero sud gli ha permesso un numero eccessivo di test arbitrati, ben quarantasette, dove ha potuto evidenziare in diverse occasioni giudizi di poco buon senso e lacunosi anche dal punto di vista del regolamento. Assieme all'ex-fischietto kiwi Paul Honiss sarà ricordato come uno di quegli arbitri che non hanno lasciato nulla di buono sul loro cammino. Tanto che per avere un proprio uomo al Mondiale di quest'anno la Union australiana è andata a prendersi in prestito il neozelandese Steve Walsh...

Centenario amarissimo
Mils Muliaina, estremo della nazionale neozelandese, ha pagato un prezzo salatissimo domenica. In occasione del quarto di finale contro i Pumas, Muliaina ha festeggiato la sua centesima presenza ufficiale in casacca All Black ma al termine del primo tempo ha anche dovuto abbandonare la contesa per una frattura ad un gomito, infortunio che lo ha immediatamente passato alla lista degli "ex-nazionali" sia perché non potrà giocare più in questo torneo e sia perché dalla prossima stagione giocherà nel club rugby giapponese. Muliaina nell'attuale classifica di tutti i tempi è il secondo All Black con più presenze alle spalle del falloso e rozzo Richie McCaw.

Giampaolo
12/10/2011

martedì 11 ottobre 2011

Mogliano inizia bene!

ECCELLENZA 2011/2012
1^ giornata – 8 e 9 ottobre

Petrarca Padova 21, Cammi Calvisano 16 (4-1)
Rugby Reggio 11, Femi-CZ Rovigo 22 (0-4)
San Gregorio Catania 24, Estra I Cavalieri Prato 55 (0-5)
Marchiol Mogliano 22, Mantovani Lazio 14 (4-0)
L’Aquila Rugby 17, Banca Monte Crociati 15 (4-1) 


Classifica:
4 Petrarca Padova, Femi Cz Rovigo, Marchiol Mogliano e L’Aquila Rugby;
1 Cammi Calvisano, Estra I Cavalieri Prato e Crociati Parma;
0 Rugby Reggio, Mantovani Lazio e San Gregorio Catania.

Si dice che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Beh, forse il gioco espresso ieri dal Petrarca non è stato esaltante, ma il risultato è stato fatto e la vittoria incamerata. Dunque, missione compiuta. Da appassionato petrarchino mi accontento così, siamo all’inizio di stagione, tanti meccanismi sono ancora da sistemare e rodare. Sicuramente la squadra ha sentito la pressione dell’esordio con lo scudetto cucito sulle maglie. Non è cosa di tutti giorni e parecchi dei giocatori tuttoneri non erano ancora nati quando il Petrarca vinse il suo ultimo scudetto negli anni ’80.  C’è anche da considerare che l’avversario era di quelli coriacei che dirà sicuramente la sua in questo campionato. L’etichetta di neopromossa affibiata a Calvisano, pur se formalmente ineccepibile, appare decisamente inadeguata, visto il comportamento in campo e i nomi schierati. Una formazione parecchio giovane, fatta eccezione per i vecchietti Griffen ed Erasmus. La vittoria del Petrarca di ieri, pur se a qualcuno può far storcere il naso, sarà da riconsiderare in futuro dopo aver visto l’andamento generale e potrebbe essere da rivalutare non poco poiché credo che non saranno molte le squadre che riusciranno a battere il Calvisano come ha fatto ieri il Petrarca. La squadra di Pasquale Presutti ha visto esordire l’irlandese Hickie che si è fatto subito apprezzare per la precisione dalla piazzola. In campo anche quattro giovani di casa provenienti dal vivaio petrarchino, Barbini, Targa, Leso e Morsellino, tutti già con esperienza azzurra con la nazionale Under 20. Segnale evidente della bontà delle risorse giovanili padovane. Consideriamo anche l’assenza del permit player Chillon in sostegno al Benetton in Celtic League e il quadro assume contorni ancora più ampi e soddisfacenti.

Per quanto riguarda le altre partite, c’è da registrare il bel risultato de L’Aquila che sul campo di casa ha battuto piuttosto a sorpresa l’accreditato Parma con quasi tutti i punti realizzati dal giovanissimo Del Pinto, frutto del vivaio della società abruzzese. Il Fattori sarà un campo difficile per tutti in questo campionato di Eccellenza che si annuncia molto equilibrato. Punteggio altisonante per il Prato che ha strapazzato di brutto l’esordiente San Gregorio Catania. Dei toscani si sapeva già che ambissero in alto anche quest’anno, ma un esordio così “pesante” è comunque un dato da tener presente. Vittorie ampiamente previste per i veneti di Mogliano sulla Lazio e del Rovigo sulla neopromossa Reggio Emilia. Quasi routine.
Il prossimo turno vede il match clou nel derby veneto tra Rovigo e Mogliano. Ne vedremo delle belle.
Alla prossima!

Angelo

Gli arbitri per le semifinali Mondiali

Sabato 15 ottobre 2011, a Wellington
Galles-Francia
Alain Rolland (Irlanda)

Domenica 16 ottobre 2011, a Auckland
Nuova Zelanda-Australia
Craig Joubert (Sud Africa)

Giampaolo

Pronostico designazioni arbitrali alla RWC

Vediamo un po' se ci azzecco, in fin dei conti tentar non nuoce: vero???

Galles-Francia: Craig Joubert (Sud Africa)
Nuova Zelanda-Australia: Nigel Owens (Galles)
Finale 3° e 4° posto: Alain Rolland (Irlanda)
Finale: Jonathan Kaplan (Sud Africa)

Giampaolo

lunedì 10 ottobre 2011

In semifinale, ma che fatica

Secondo turno dei quarti. La differenza tra le squadre semifinaliste tra la prima coppa del mondo (1987) e l'ultima, in avvio di conclusione, è solo quella che gli accoppiamenti sono diversi. Galles-Francia e Nuova Zelanda-Australia sono le risultanze dai quarti di finale, dove hanno dominato le difese (solo 4 le mete segnate).

Argentina, che cede agli All Blacks, non prima di aver eretto un muro difensivo asfissiante e talmente efficace che ha tenuto i tuttineri in partita fin quasi alla fine quando il gioco dei ricambi ha fatalmente favorito i tuttineri. Questi ultimi, più attrezzati sotto quest'aspetto, avevano anche capito che dare più velocità al gioco avrebbe voluto dire vittoria sicura. Tra l'altro un giallo a carico di un giocatore dei Pumas ha oltremodo favorito la squadra di casa. Ledesma, ultima partita in carriera, esce tra le lacrime e gli applausi del pubblico.

Australia e Sudafrica: un inno ad una quasi impeccabile difesa australiana che più volte è sembrata sull'orlo di capitolare (al Sudafrica è mancato quel fiuto per la meta che lo aveva valorizzato in altre occasioni) ma che, invece, ha tenuto con caparbietà i verdi-oro al di qua della linea di meta. Smit, Matfield ed il tecnico De Villiers, hanno annunciato l'addio.

Franco

La prima volta di Galles e Francia

Red Dragons e Bleus non si sono mai incontrati precedentemente al Mondiale

"Mai al Mondiale" è proprio il caso di scrivere per Galles e Francia.
Per la prima volta quindi sabato prossimo, 15 ottobre, gallesi e francesi si troveranno sul campo di gioco in una gara valida per la Rugby World Cup.
Mentre per i francesi, ad eccezione dell'edizione targata 1991, giungere tra le prime quattro squadre del Mondiale è regola, per i gallesi ciò è avvenuto solamente nell'edizione inaugurale di ventiquattro anni fa.
E' perciò appropriato desumere che la terra neozelandese porta decisamente bene ai rossi gallesi che in quel torneo 1987 giunsero terzi per poi rivedere il palcoscenico dei play-off, fermandosi subito ai quarti di finale, nel 1999 e nel 2003 peraltro con due partecipazioni modeste anche se agguerrite.

Difficile pronosticare un favorito in questa prima semifinale: i gallesi hanno estromesso più facilmente del previsto un'Irlanda apparsa stanca e prevedibile mentre i transalpini hanno dominato per trequarti di gara un'Inghilterra abulica e sconclusionata per poi subire gli ultimi 20' il gioco albionico a cui si è unita un'improvvisa e preoccupante stanchezza dei Bleus medesimi.

La seconda semifinale vedrà invece opposte le due nazionali d'Oceania che, lo ricordo, un sistema di accoppiamenti abbastanza azzardato degli organizzatori sperava di fare giungere in finale: peccato però che l'Irlanda ci abbia messo lo zampino.
I precedenti al Mondiale tra Wallabies e All Blacks parlano chiaramente in favore degli australiani per due vittorie a zero. La prima partita si svolse in semifinale al Mondiale del 1991 quando a Lansdowne Road i futuri campioni del mondo superarono per 16 a 6 gli allora campioni del mondo in carica. Una meta australiana grazie a un passaggio di David Campese dietro la schiena spense le velleità neozelandesi, un gruppo kiwi travolto già prima dell'inizio della manifestazione dall'odio personale tra i due co-coach, Alex Wyllie e il velenoso John Hart. Le due squadre tornarono ad affrontarsi nella semifinale dell'edizione 2003, in terra australiana, e la vittoria nuovamente arrise ai Wallabies con lo score di 22 a 10. Ricordiamo tutti la meta d'intercetto che segnò il pur rozzo Stirling Mortlock che fu abilissimo nell'agguantare uno sconsiderato passaggio del sempre erratico Carlos Spencer e volare in meta in mezzo ai pali con una corsa di ottanta metri, segnatura che spezzò le reni ai neozelandesi sebbene la partita fosse iniziata da non molto.

Oggidì è inutile nascondere che i padroni di casa sono stra-favoriti per vincere questa partita anche se il coach nezelandese degli australiani, Robbie Deans, ha un conto aperto da saldare con la NZRFU e con il suo connazionale ed avversario Graham Henry.

Giampaolo

domenica 9 ottobre 2011

All Blacks in semifinale come previsto

Due mete sul finire di Kieran Read e di Brad Thorn e sette piazzati del tuttofare Piri Weepu mandano in semifinale la Nuova Zelanda che solo nel secondo tempo riesce ad allungare su un XV Puma molto attento a spegnere qualsiasi velleità dei padroni di casa per oltre un'ora di gioco.

Il copione è stato recitato molto bene dagli argentini e un po' meno bene dai devastanti padroni di casa ma alla fine, quindi alla distanza, le sorti della gara e i valori sono stati ben definiti: 33 a 10 per i Tutti Neri il finale ma sudamericani bravi ad arginare la superiorità avversaria.

Adesso in semifinale si avrà l'ennesimo, e abbastanza noioso, scontro oceanico tra i Wallabies e gli All Blacks.

Giampaolo

Il fallimento della gestione de Villiers

L'insulto alla parola "rugby"
Sud Africa meritatamente fuori dal Mondiale.

Sono bastati quindici onesti boscaioli della terra dei canguri per eliminare i campioni del mondo che dal momento in cui Smit sollevò al cielo la Webb Ellis Cup quattro anni fa, se si eccettua il 2009, hanno vissuto una gestione disastrosa targata Peter de Villiers. Questo tecnico coloured ha dimostrato la sua assoluta povertà ed inefficienza in uno sport che non è il suo, che non capisce e nel quale ha fatto di tutto e di più per nuocere alla sua stessa squadra.

Esce così nel biasimo e nella vergogna la nazionale verdeoro. D'altronde era lo scopo precipuo dell'African National Congress e di decine di milioni di non-bianchi di quel paese vedere naufragare progressivamente il rugby dei bianchi.

L'Australia ha vinto 11 a 9. Nei Bokke disastrosi Habana e Pietersen e male Steenkamp.

Adesso la SARU dovrà decidere a quale tecnico affidare il prossimo quadriennio e soprattutto quanti non-bianchi di pelle imporre titolari per ogni partita.

Il buonsenso, ma non la visione dell'ANC, suggerisce Heyneke Meyer o tutt'al più Frans Ludeke quale successore del pessimo tecnico uscente.
Nulla di sorprendente se vedremo invece come capo allenatore il signor Mucchiu Murumucchiu...

Giampaolo

sabato 8 ottobre 2011

RaboDirect Pro 12: Ulster - Benetton

Continua la marcia trionfale del Benetton Treviso che in terra irlandese, per la prima volta in assoluto, va a vincere a spese dell'Ulster: 23-12 il risultato finale (con un parziale di 20-0). Non ho visto la partita. I giornali riportano una mischia travolgente ed una difesa brillante. Certo che Smith, con i rincalzi, riesce a fare in Europa quello che Mallett con "presunti titolari" non ha fatto al mondiale.

Bravura? Motivazione? Spogliatoio coeso? Fame di risultati? Forse un po' di tutto. Il fatto è che questo Benetton sta dando del filo da torcere un po' a tutti in Europa. E' un "giocattolo" all'antica, senza cervellotiche invenzioni computerizzate, che basa il proprio gioco guardando alle caratteristiche della squadra. Forse non un attacco stellare, ma una conquista ed un possesso che, abbinati ad una difesa ordinata, permettono al team trevigiano di fare risultato. Queste deduzioni, ripeto, sono frutto delle notizie ricevute dai quotidiani del posto e potrebbero essere non rispondenti a verità. Ma, per riuscire a vincere in questo modo con squadre più blasonate e dal budget decisamente superiore a quello della società trevigiana, ci vuole qualcosa in più del puro talento: forse una dimensione umana e societaria che in Europa tutti invidiano alla medesima squadra trevigiana.

Quando torneranno i restanti undici giocatori (Sgarbi e Cittadini erano già disponibili) che hanno dato vita (si fa per dire) al mondiale neozelandese, c'è paradossalmente da augurarsi che il loro rientro in squadra non turbi l'equilibrio oggi esistente. Certe soddisfazioni sono impagabili e gli stimoli a fare meglio non mancano.

Treviso potrebbe essere una nuova protagonista nell'ambito del circuito ovale europeo.

Franco

La Francia è viva...

19-12!
Una meta di Clerc e una di Médard nel primo tempo scavano un parziale di 16 a 0 in favore dei Bleus. Nella ripresa la reazione inglese si concretizza solo parzialmente e al termine il XV di Lièvremont passa alla semifinale vincendo per 19 a 12. Ora lo scontro, gigantesco, sarà contro i gallesi: in palio un posto al sole ovvero la finalissima di domenica 23 ottobre all'Eden Park di Auckland.

Giampaolo

Arrivederci BOD!

Il boccone amaro al fischio finale...
L'Irlanda perde malamente 22 a 10 contro il Galles e finiscono così i sogni Mondiali per il XV del Trifoglio. Per l'immenso Brian O'Driscoll è il definitivo saluto a questo torneo. Tra quattro anni non rivedremo nemmeno Ronan O'Gara e, quasi sicuramente, neanche Paul O'Connell.
Peccato. Peccato davvero, poteva essere la Grande Occasione...

Giampaolo

Inizia la fase decisiva del Mondiale

Con i due quarti "europei" di stamattina prende il via la fase decisiva della settima edizione del Mondiale.

Nel quarto "tutto celtico" non è possibile definire con esattezza una favorita. Il Galles coriaceo e combattivo, visto contro il Sud Africa, è una variabile impazzita per chiunque e può piazzare un pò ovunque il colpaccio. Sam Warburton e truppa sono pronti a morire sul campo per la causa. Si aggiunge a ciò la mossa tattica di schierare all'apertura Priestland e mettere in panchina Hook mentre Halfpenny va a posizionarsi all'estremo dove vanta già una buona esperienza. Jamie Roberts torna al centro. Ai feroci Red Dragons si oppone un'Irlanda matura e conscia di potere davvero lasciare un'impronta indelebile nella storia dei Mondiali: tutto è al posto giusto, comprese le sette riserve. A Declan Kidney e Gert Smal le chiavi di lettura psicologiche della partita.

L'Inghilterra è indubbiamente favorita contro i galletti spennati di Lièvremont. Ma questo certo non vuole dire che vinceranno. I transalpini hanno le armi per creare la sorpresa e per mandare, ancora una volta, la fantasia al potere. In sede di pronostico della manifestazione non ho esitato a indicare la Francia come unica squadra capace di sconfiggere la Nuova Zelanda quando sarebbe contato, ovvio, e non in una sfida inutile all'interno del gruppo iniziale come accaduto qualche giorno fa. Con la massima concentrazione Dusautoir e accoliti si scontreranno contro un XV inglese dove la mafia dello spogliatoio ha imposto Wilkinson titolare e Flood primo centro nonostante il mancino sia ben oltre la china discendente della sua pur rinomata ed illustre carriera internazionale. Infine fa quasi tenerezza, o tristezza?, vedere ancora tra i convocati il rissoso albionico Simon Shaw.

Intanto il torneo è stato sconvolto dalle due pesanti notizie che danno definitivamente KO l'apertura neozelandese Daniel Carter e l'estremo/centro sudafricano Jean-François Steyn. Si tratta naturalmente di due assenze pesantissime per le rispettive compagini, venendo così a mancare due sopraffini attori di questo Mondiale. Slade negli All Blacks e de Villiers nei Bokke sono i sostituti anche se, nel caso di quest'ultimo, più che altro si tratta di un rientro visto che nella formazione di partenza "Franswa" Steyn era l'estremo titolare e il "bel Jean" faceva coppia con Jaque Fourie nella cerniera dei trequarti-centro.

Giampaolo 

Gli arbitri dei quarti di finale:
Irlanda-Galles: Craig Joubert (SA)
Inghilterra-Francia: Steve Walsh (Aus)
Sud Africa-Australia: Bryce Lawrence (NZ)
Nuova Zelanda-Argentina: Nigel Owens (Gal)

venerdì 7 ottobre 2011

Super-Burton guida Treviso nel trionfo di Belfast

Rabodirect Pro 12

Ulster 12, Benetton Treviso 23

















Belfast
7 ottobre 2011

MARCATORI: pt 7' Burton p; 38' meta tecnica Benetton Treviso tr. Burton; st 18' Burton p.; 20' Burton meta tr. Burton; 25' Wannenburg meta tr. Humphreys; 30' Wannenburg meta; 38' Burton p.

ULSTER: Payne (pt 15' D'Arcy); Gilroy, Cave, Spence, Whitten (st 1' Jackson); Humphreys, Marshall; Henry, McComish (st 32' Diack), Wannenburg; Tuohy, Barker (st 16' Stevenson); Cronin (st 21' Macklin), Kyriacou (st 27' Brady), Fitzpatrick. A disp.: McCall, Porter. All. McLaughlin.

BENETTON TREVISO: Nitoglia; Iannone, Galon (st 12' Sgarbi), Morisi (st 31' De Waal), Williams; Burton, Botes; Filippucci (st 12' Vosawai), Vermaak, Minto; Bernabò (st 25' Padrò), A. Pavanello; Cittadini, Ceccato (st 12' Vidal), Rizzo (st 28' Muccignat). A disp.: Fazzari, Picone. All. Smith

ARBITRO: Pennè della Federazione Italiana

NOTE: pt 0-10; cartellino giallo a: Fitzpatrick (pt 36'); spettatori: 7372 circa; man of the match: Kristopher Burton (Benetton Treviso); calciatori: Ulster (Humphreys 1/3), Benetton Treviso (Burton 5/7); punti in classifica: Ulster 0, Benetton Treviso 4.

Si gode una notte incredibile il Benetton Treviso, che sembra ormai aver fatto l'abitudine al successo (il terzo consecutivo) anche all'estero (secondo dopo quello di Glasgow).

Una notte che addirittura, finissero oggi i giochi, regalerebbe al rugby italiano una squadra in semifinale, con il Benetton al terzo posto in piena zona play-off.

E' però soprattutto una squadra trevigiana che esce rinfrancata e pienamente consapevole dei propri mezzi, quella vista stasera al Ravenhill di Belfast.

Grande potenza in mischia e sicurezza dietro, con un pizzico di malizia nei momenti decisivi dell'incontro, quando a sbagliare sono gli avversari.

I Leoni sembrano soffrire all'inizio, quando Brendan Williams annulla un calcetto velenoso in area di meta di Humphreys, ma si rialzano immediatamente segnando per primi col protagonista di giornata: Kris Burton.

Il mediano di apertura italo-australiano fallisce al 19' il secondo tentativo, ma il XV della Marca continua ad attaccare e ad insistere e solo un grande placcaggio di Cave salva la linea di meta nordirlandese.

La marcatura è, tuttavia, nell'aria e Antonio Pavanello e compagni si affidano al pack, costringendo a falli ripetuti gli omologhi biancorossi, fino alla concessione della meta tecnica che fissa il risultato della prima frazione di gioco sullo 0-10.

I Leoni tornano in campo con l'intenzione di continuare a far gioco e di non subire l'inevitabile ritorno della formazione di Belfast.

Il canto che invita ad alzarsi tutti gli Ulstermen non spaventa Burton che prova la via dei pali al 6', ma senza fortuna, così come con un drop stoppato un paio di minuti più tardi.

Si torna su un vantaggio ed i biancoverdi scelgono stavolta la rimessa laterale, commettendo però poi un "in avanti" di troppo.

L'occasione capita così all'11' sui piedi di Humphreys che continua però la serata no, fallendo un facile calcio di punizione centrale.

Burton, invece, non sbaglia al 17' e porta i suoi sullo 0-13.

Clamoroso quanto avviene al 20'. D'Arcy prova in maniera maldestra a liberare al piede, ma il calcio esce male e finisce in mano a Kris Burton.

Per il mediano di apertura è fin troppo semplice recuperare l'ovale e volare quasi indisturbato in meta, dando la sensazione che i titoli di coda stiano rapidamente calando sul match.

A tenerlo in vita, comunque, pensa il terza linea dell'Ulster Pedrie Wannenburg.

L'ex Springbok realizza una doppietta personale tra 25' e 30' della ripresa. Prima riceve una palla ravvicinata da Marshall e resiste al placcaggio di Botes. Il Tmo chiarisce che si tratta di meta.

Poi, è fortunato nel trovarsi in mano il pallone smanacciato da Tuohy in rimessa laterale, che mette fuori gioco gli avanti del XV della Marca e nemmeno l'estremo tentativo di Lorenzo Cittadini salva i ragazzi di Smith.

Humphreys, tuttavia, non trasforma e lo score di 12-20 lascia una pesante responsabilità all'Ulster, quella di segnare almeno due volte.

I Leoni, però, continuano a resistere e giocano in maniera ottimale dal punto di vista tattico, con Botes che calcia alto, costringendo Gilroy ad una presa incerta. Padrò recupera e calcia avanti, il controruck biancoverde conquista il possesso e porta una nuova piattaforma in mischia.

Gli assalti continuati fanno soprattutto passare il tempo e alla fine Vosawai esce palla in mano costringendo al fallo Spence, che non rotola via.

Burton centra i pali, realizzando il 12-23. Stavolta è davvero la fine, la grande festa del Benetton può cominciare.

Dal sito del Benetton Rugby

Ogni maledetta domenica...

Nel week-end ormai alle porte ricomincia il campionato di Eccellenza. Il secondo dalla fuoriuscita dei due club della Celtic league (Benetton e Viadana).
 
Il primo campionato disputato nella stagione scorsa ha visto trionfare l’outsider Petrarca Padova nella finale contro il super favorito Rovigo. Era il XII scudetto per i padovani, giunto a distanza di ventiquattro anni dall’undicesimo. Quello di quest’anno vede al via le neo-promosse Reggio Emilia e Calvisano, più la debuttante San Gregorio Catania che ha acquisito il diritto di disputare l’Eccellenza a causa della rinuncia della Roma, in via di dissolvimento.
Le altre contendenti, oltre ai Campioni d’Italia del Petrarca, al Rovigo e alle nuove arrivate sono: Crociati Parma, Cavalieri Prato, L’Aquila, Mogliano e Lazio. Ad una prima analisi sembrerebbe un campionato diviso nettamente in due. Da una parte le pretendenti ai play-off: Petrarca, Rovigo, Prato e Parma; dall’altra le formazioni che lotteranno per la salvezza: Catania, Lazio, L’Aquila, Mogliano, Calvisano. Ma sono previsioni da prendere con le pinze, poiché Mogliano e Calvisano si sono mosse molto bene sul mercato durante l’estate e potrebbero riservare parecchie sorprese. In definitiva, prima di azzardare pronostici più azzardati sarebbe bene aspettare le prime fasi del campionato.

Ma per il momento il prossimo campionato lo vorrei lasciare da parte e parlare di altro. Abbiamo tutta una stagione davanti per sviscerarlo a dovere. Parliamo di cinema, pur restando comunque in tema sportivo.
Ne avrete visti anche voi di quei film, solitamente americani, in cui la squadra del cuore lotta ma non vince, galleggia ma non emerge, ci mette il cuore ma al più riesce solo a piazzarsi. Finché ad un certo punto non succede qualcosa, gli equilibri cambiano, i giocatori acquistano confidenza e fiducia nei propri mezzi. Tutto l’ambiente intorno alla squadra percepisce che sta succedendo qualcosa, gli appassionati e tifosi tornano a credere nella squadra che, partita dopo partita, punto dopo punto, cresce. I media tornano ad interessarsene, gli avversari cominciano a temere sul serio quella squadra che fino a poco tempo prima non avevano in grande considerazione. Semifinali superate con la grinta e la volontà, lottando anche contro i pronostici che vedevano favoriti avversari ritenuti più forti.  Finché non arriva il tanto atteso giorno della finale. Esserci è già una vittoria per quella squadra dal grande passato, ma da tempo a secco di titoli. Tanto, troppo tempo. La finale è dunque l’occasione per riguadagnare il tempo e il prestigio perduti, per tornare ai fasti di una volta. Ma le finali si giocano in due e gli avversari sono forti e strafavoriti. Vengono da un campionato strepitoso, concluso in testa alla classifica. Il loro pubblico è in attesa di ubriacarsi di gloria cogliendo una vittoria che giudicano già loro per diritto acquisito. Al contrario la nostra squadra continua a macinare fatica e sudore con molta umiltà, consapevole del ruolo di vittima sacrificale predestinata, nella migliore delle ipotesi un semplice outsider. E infatti formalmente e ufficialmente le dichiarazioni alla stampa della società sono di basso profilo, senza proclami e senza presunzioni fuori luogo. Umiltà e modestia, secondo le regole dello sport. Ma in segreto, nel chiuso dello spogliatoio, lontano da occhi e orecchie indiscrete, c’è qualcuno che lavora sodo sia sui muscoli dei giocatori, sugli schemi tattici da adottare, ma anche e soprattutto sulla testa degli atleti. Uscire dal ruolo di predestinati alla sconfitta per entrare in quello di possibili vincitori e giocarsi tutto in una partita secca come è una finale di campionato. Un lavoro mentale di raffinata classe gestito con sapienza e intelligenza. Obiettivo, la vittoria. 

Quindi di film del genere ce ne sono un’infinità, Hollywood è terreno fertile in questo settore. Ma quello che è indubbiamente il campione di questo filone è un film del 1999 intitolato Ogni maledetta domenica (Any Given Sunday) diretto da Oliver Stone, con Al Pacino nel ruolo del coach/allenatore di una squadra di football americano. Famosissima la scena del discorso ai giocatori in spogliatoio il giorno della finale. Un discorso motivazionale di grande effetto, al punto che è stato preso ad esempio dai docenti di tutto il mondo che tengono corsi di formazione del personale e motivazionali di ogni tipo e in ogni campo. 

Come andò a finire il film? Ma con la vittoria della squadra di Al Pacino, naturalmente. Un grande e indimenticabile film e chi volesse rivedersi quella mitica scena dello spogliatorio può farlo in internet a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=htT6p2zth70&feature=related 

Certo, un film propone una realtà romanzata, scritta secondo i voleri degli sceneggiatori e del regista. Ma, si dice, la realtà è un’altra cosa…. 

Ebbene la storia di questo film e quella raccontata poco sopra l’hanno vista e vissuta nella realtà la squadra e i tifosi petrarchini nella stagione scorsa. L’hanno vissuta in prima persona, settimana dopo settimana, ogni maledetta domenica… La trama del film si trasforma in realtà, in storia vera. E’ la trionfale stagione del Petrarca, partito in sordina sebbene con buone motivazioni e altrettanto buone premesse, ma poi quasi afflosciatosi su stesso a metà percorso. Nel frattempo gli eterni rivali del Rovigo marciavano a vele spiegate in testa alla classifica, inanellando vittorie su vittorie e segnando record positivi. Il momento più duro da affrontare e superare è stato sicuramente proprio il derby del Plebiscito, conclusosi con una cocente sconfitta per il Petrarca proprio contro i rossoblu polesani. Una squadra sull’orlo del baratro, prima di tutto morale. E invece no. A onor del vero eramo in pochi a crederci ancora, chè lo scoramento era generale. Ma di sicuro c’era una persona che ancora continuava a crederci e andava ripetendo “sono sereno, non tutto è perduto”. Quell’uomo è Pasquale Presutti, l’allenatore tuttonero. Quel proclamare la propria serenità gli costò anche qualche sorriso di compatimento da parte di chi invece la fiducia l’aveva persa, se mai ne aveva avuta davvero. E infatti Pasquale, da coriaceo ex pilone qual è, non si arrende e continua a lavorare duro, in campo e in spogliatoio cercando di instillare nella mente dei suoi giocatori un pensiero positivo, un pensiero vincente. 

Sappiamo tutti come è andata a finire. Quell’arroventato 28 maggio 2011, in uno stadio Battaglini ribollente dello spavaldo entusiasmo dei rossoblu che consideravano la partita di finale una mera formalità burocratica, con una tifoseria di casa in enorme sovrannumero rispetto a quella petrarchina e i media già pronti a osannare i vincitori predestinati, vide il Petrarca sovvertire ogni pronostico e vincere contro ogni previsione. Non sappiamo quali parole usò Pasquale Presutti per spronare i suoi. Ma certo lo possiamo immaginare e probabilmente sono parole e concetti molto simili a quelli pronunciati da Al Pacino nello spogliatoio immaginario del film. Di sicuro un discorso che mirava al cuore e alla mente dei giocatori. Un discorso vincente. 

Naturalmente non manca chi sostiene che, rigiocata altre dieci volte la finale, il Petrarca non avrebbe colto lo stesso risultato... Illazioni da stress degli sconfitti? Magre e postume rivalse dovute all’invidia di chi è rimasto a bocca asciutta quando aveva già il calice in mano per festeggiare? Chissà. La verità è che chi vince ha sempre ragione e gli sconfitti hanno torto. E’ lo sport. E’ il rugby. E’ la vita. 

Siamo all’inizio di una nuova stagione. L’auspicio è che possa essere interessante e avvincente almeno come la precedente. E che alla fine vinca con merito chi saprà arrivare ai play off nelle migliori condizioni possibili, fisiche e mentali… Ovvero, che vinca il migliore.

Angelo

"100 Irish Rugby Greats" (Recensione)

La formula non è nuova, ma di sicuro successo: cento mini-racconti su altrettanti giocatori che hanno lasciato un'impronta indelebile nel rugby irlandese.

John Scally, figura conosciutissima nel mondo sportivo irlandese e anche grande appassionato e ricercatore degli sport gaelici (recentemente ha pubblicato "100 G.A.A.Greats"), ci presenta pertanto i piccoli ritratti densi di aneddoti e curiosità di chi rimane per mille ragioni nella mente e nel cuore degli affezionatissimi di rugby: potremo saperne di più di Hugo MacNeill, Trevor Ringland, Mick Doyle, Ciaran Fitzgerald e decine di altri fuoriclasse senza naturalmente dimenticarci di fenomeni contemporanei come Brian O'Driscoll, Ronan O'Gara e Paul O'Connell.

Le mini-biografie in realtà sono solamente novantasette perché gli ultimi tre giocatori, dal 98 al 100, sono coloro che rimasero parzialmente vittime dell'attentato dell'IRA del 1987 che costò a loro caro perché non poterono prendere parte alla prima storica edizione della Coppa del Mondo: Nigel Carr, David Irwin e Philip Rainey.

L'opera, uscita lo scorso luglio, è dedicata a Moss Keane deceduto nel 2010 e può fregiarsi della presentazione di Jack Kyle.

Aumenta la ricchezza bibliografica della storia del rugby irlandese: libro da non perdere.

"100 Irish Rugby Greats"
di John Scally
Edito da Mainstream Publishing nel Luglio 2011
Prezzo di copertina: £ 13.99
272 pagine, copertina morbida (soft cover o soft back)

Giampaolo

giovedì 6 ottobre 2011

Precedenti scontri diretti al Mondiale per le quattro sfide dei quarti di finale

Ecco brevemente la storia degli scontri diretti nei precedenti Mondiali tra le compagini che si affronteranno tra sabato 8 e domenica 9 ottobre prossimi nei quarti di finale di questa edizione 2011:

Irlanda-Galles
(una vittoria per parte)
1987: Galles 13, Irlanda 6 -Wellington (Gruppo)
1995: Irlanda 24, Galles 23 -Johannesburg (Gruppo)

Inghilterra-Francia
(l'Inghilterra conduce per 3 vittorie a 1)
1991: Inghilterra 19, Francia 10 -Parigi (Quarti di finale)
1995: Francia 19, Inghilterra 9 -Pretoria (Finale per il 3° e 4° posto)
2003: Inghilterra 24, Francia 7 -Sydney (Semifinale)
2007: Inghilterra 14, Francia 9 -Parigi (Semifinale)

Sud Africa-Australia
(una vittoria per parte)
1995: Sud Africa 27, Australia 18 -Città del Capo (Gruppo)
1999: Australia 27, Sud Africa 21 dts -Twickenham (Semifinale)

Nuova Zelanda-Argentina
(la Nuova Zelanda conduce per 1 vittoria a 0)
1987: Nuova Zelanda 46, Argentina 15 -Wellington (Gruppo)

Giampaolo

mercoledì 5 ottobre 2011

Beccato Ghiraldini

Quindici settimane di squalifica a Ghiraldini, (Benetton Treviso), reo di avere dato una manata in faccia a Healy (che poi le dita si siano soffermate anche sugli occhi, beh può essere, ma riguardando la scena il tutto non è chiarissimo), nell'ultima partita che l'Italia ha giustamente perduto con l'Irlanda nel match decisivo per l'ammissione ai quarti di finale della RWC. Decisione giusta, se confortata dalle immagini.

A parte il fatto di escludere dal Benetton il giocatore fino al 17 gennaio prossimo, tale metro di giudizio andrebbe applicato per tutti, non solo per le "piccole" non adeguatamente considerate dall'IRB che tutela soprattutto i team dell'emisfero australe. Senza dover fare paragoni su tali, comunque deprecabili, comportamenti bisognerebbe che l'IRB si riguardasse le partite degli All Blacks e dei loro sterminati falli ripetutamente commessi soprattutto da giocatori carismatici come McCaw e puntualmente sorvolati dall'arbitro di turno: quello che è loro permesso, ad altri è vietato. Non sono mica falli da dita negli occhi, però condizionano ugualmente lo svolgimento di un match.

Sarei dell'idea che se proprio si volesse aiutare qualcuno bisognerebbe educare gli arbitri ad una "forma mentis" che, magari inconsciamente e senza malizia, tutelasse di più le squadre emergenti e più deboli che mettono anima e corpo nel combattimento, sputando anima e cuore per un rimborso da pezzenti. Gli All Blacks, unitamente a tutte le prime dieci nazionali del ranking mondiale, non hanno bisogno di un aiuto supplementare: anzi, dato che vorrebbero e dovrebbero dare l'esempio, a parità di condizioni la punizione per loro dovrebbe essere maggiormente penalizzante.

Ghiraldini molto probabilmente ha sbagliato, e pagherà. Ma se il colpevole fosse stato Richie McCaw, l'IRB avrebbe adottato lo stesso metro di giudizio?

Franco

Calcio a seguire

Geometra? No, pagliaccio
L'obbiettivo degli Azzurri al Mondiale in corso era la qualificazione ai quarti di finale. E davvero erano una marea gli illusi che credevano che la squadra di Mallett ci sarebbe riuscita come se per l'Irlanda avere sconfitto l'Australia non fosse stato qualcosa che confermava la grande qualità di quella squadra color verde smeraldo. Per il quarto Mondiale consecutivo pertanto le speranze di approdo ai play-off muoiono in embrione per la sgangherata squadra italiana che conferma, una volta di più, il fallimentare regno del Pagliaccio di Parma che di mestiere farebbe il geometra: Giancarlo Dondi da quindici anni assieme ai suoi schiavi sta devastando il movimento rugbystico italiano. Ma lui colpe non ne ha perché i voti a suo favore alle elezioni gli danno la maggioranza. E quindi il diritto di razziare ciò che vuole, da bravo predone qual è. 

Una finale Europa-Emisfero Sud
Già dagli accoppiamenti dei quarti di finale sappiamo che alla finalissima di questo Mondiale neozelandese giungeranno una compagine europea e una dell'emisfero sud. In realtà i furbi organizzatori locali avevano fatto in modo di avere quasi sicuramente un epilogo "tutto Oceania" visto che non certo immaginavano che i Wallabies avrebbero perso contro l'Irlanda e che di conseguenza sarebbero capitati dalla parte neozelandese e sudafricana dei play-off. Con le probabili presenze di Inghilterra, Francia e Galles si credeva che l'Australia avrebbe avuto gioco facile ma quest'ultima piazza è invece stata occupata stra-meritatamente dall'Irlanda. Difficile prevedere chi arriverà in semifinale: il cuore mi suggerisce Irlanda-Francia e Sud-Africa-Argentina (detesto i sudamericani ma molto di meno dei padroni di casa) ma di sicuro sappiamo solo, oggettivamente, che la Nuova Zelanda si qualificherà visto che i rattoppati Pumas non hanno alcuna speranza di farcela. Per gli altri tre posti può succedere di tutto.

Sud Africa: il momento della verità
I calcoli di tutti i ben pensanti davano un quarto di finale in cui i Bokke avrebbero incontrato l'Irlanda. Così invece non sarà e al Sud Africa toccheranno i Wallabies che, a questo punto del torneo, hanno davvero poche possibilità di raggiungere la finale. Sud Africa e Australia si sono incontrati solamente due volte nelle precedenti edizioni della Rugby World Cup. La prima volta fu nell'edizione del 1995 quando nella partita inaugurale del torneo, nella cattedrale di Newlands, i padroni di casa superarono gli allora campioni del mondo in carica per 27 a 18. Mattatore della sfida fu l'apertura Joel Stransky che mise a segno ben 22 punti con l'ala Pieter Hendriks che contribuì con gli altri 5 grazie a una meta nel primo tempo. I Bokke vinsero, vale la pena ricordarlo, anche il Mondiale facendo piangere di brutto i neozelandesi dell'infermabile Jonah Lomu che fu la rivelazione della manifestazione. Quattro anni dopo, nel 1999, le due compagini tornarono ad incontrarsi, questa volta nella semifinale del Mondiale. L'Australia allenata da Rod Macqueen prevalse dopo i tempi supplementari per 27 a 21 in una sfida senza mete dove però l'apertura-inventata Larkham giocò la partita della vita centrando un drop da quasi metà campo e dove il centro Tim Horan placcò anche le zanzare nell'acquitrino di Twickenham. I Wallabies in finale vinsero poi facilmente contro la Francia stellare di Villepreux e Skrèla che in semifinale aveva distrutto gli All Blacks per 43 a 31 in quella che nell'era del professionismo (ovvero dall'agosto 1995 in avanti) è a tutt'oggi la partita più meravigliosa e leggendaria mai disputata in tutto il nostro pianeta terra.

Cinque candidate per tre posti
A due turni dal termine della prima fase della Premier Division della Currie Cup 2011 sono ben cinque le compagini in lizza per accedere alle semifinali. In testa troviamo saldamente i Golden Lions, unici già sicuri della qualificazione, con 45 punti seguiti a 7 lunghezze di distanza dagli Sharks (38) e a 8 dal mio Vrystaat (in inglese: Free State) che quindi ne ha 37. Con 36 punti troviamo Western Province, con 33 i Blou Bulle e con 30 Griqualand West. Queste cinque inseguitrici combattono per tre posti al sole. In testa ai marcatori leggiamo il tuttofare transalpino Frédéric Michalak degli Sharks con 147 punti segnati mentre in terza posizione c'è l'emergente apertura/estremo Sias Ebersohn di Vrystaat a quota 112. In First Division i dieci turni della prima fase sono già giunti all'epilogo e dopodomani, venerdì 7 ottobre, si giocheranno le due semifinali: Boland contro Griffons e Eastern Province contro Valke.

Ottobre denso di ENC
Sabato prossimo, 8 ottobre, a Pafos riprendono le partite dell'European Nations Cup 2010/2012 sotto egida FIRA. In una gara valida per il Gruppo "2D" i padroni di casa ciprioti, che veleggiano in testa a quella classifica, ospiteranno il Lussemburgo. Il giorno seguente, domenica 9 ottobre, a Bratislava la Slovacchia giocherà contro l'Azerbaigian (Gruppo "3") mentre il Gruppo "1B" inizierà le sue sfide il sabato seguente, 15 ottobre, quando a Nowy Sacz la Polonia se la vedrà con la Repubblica Cèca che nella partita di andata prevalse per 20 a 15. Sempre il 15 ottobre, per il Gruppo "2C" si affronteranno Danimarca e Norvegia a Odense ed infine per il Gruppo "2A" sabato 22 corrente mese a Kaunas si avrà la partita tra Lituania e Svezia. 

Giampaolo
5/10/2011

martedì 4 ottobre 2011

RWC - Mondiali ai quarti

Partiamo da Irlanda-Galles.
Quello che avrebbe dovuto essere stato l'ultimo approdo vincente per l'Italia, si trasforma in un "derby" da Grande Slam, nel più puro palocoscenico del VI Nazioni. I Dragoni contro gli uomini del Trifoglio. Sicuramente il Galles non patirà l'insulsaggine italiana, che partiva dalla convinzione, e quindi dalla trascuratezza, di un pacchetto dominante. Se l'Irlanda riuscirà a tenere in chiusa, ancora forte della sua cavalleria, per il Galles potrebbe essere la partita dell'addio.

Inghilterra-Francia: troppo facile prevedere l'Inghilterra vincente, squadra che fin'ora ha avuto il pregio di sapersi nascondere fin troppo bene agli occhi di avversari per ora messi molto peggio della squadra guidata da un Wilkinson più ostinato che preciso: percentuali da bassa macelleria infatti per l'apertura inglese. Francia comunque smarrita ed alla ricerca di un leader esemplare e credibile.

Sud Africa-Australia: il trappolone per gli atleti capitanati da Smit, potrebbe venire proprio dall'Australia: squadra tosta e positivamente reattiva alle pressioni esterne, capace di memorabili giocate, ma al tempo stesso di prestazioni banali. Partita umorale che sarà risolta, credo, da chi gestirà meglio il gioco al piede e, soprattutto per l'Australia, dalla capacità di limitare la forza della mischia degli avversari.

Nuova Zelanda-Argentina: potremmo anche metterci tutta la malizia di questo mondo, prevedendo i Pumas agguerriti, determinati e coraggiosi in mischia. Ma il risultato, credo, sarà piuttosto scontato: gli All Blacks domineranno, anche se il punteggio non sarà eclatante, proprio perchè i giocatori neozelandesi andranno al risparmio riservando le energie per gli incontri successivi, determinanti ai fini del successo finale.

L'Italia sta tornando a casa, con una coda tra le gambe misurabile con il doppio decametro. Siamo prigionieri di un sistema cieco e sordomuto, incurante degli appelli che giungono da ogni parte affinchè sia data una svolta decisiva ad un movimento che vorrebbe esplodere in tutta la sua carica, ma annichilito dal volere di personaggi senza dignità, bramosi solo della conquista e del mantenimento delle poltrone che un organismo auto-proclamante, nei lustri, ha perpetuato a scapito della crescita di realtà vive e produttive che invece con somma dignità e voglia di lavorare continuano a produrre entità mostruosamente positive. Siamo stufi di constatare che i soldi della FIR siano elargiti ai ristoranti ed agli allenatori incompetenti che dopo dodici anni continuano a raccontarci le solite storielle ma che non sono stati capaci di produrre risultati in progressione e si sono sempre nascosti dietro il ventre, peraltro ormai prominente, di un Dondi che mira a tutto fuorchè al bene dell'italico rugby. Che qualcuno se lo porti via...

Franco

lunedì 3 ottobre 2011

Disgressioni sulla RWC italiana

O'Driscoll in meta ieri...
E' frustrante rivedere, in cassetta, la sconfitta dell'Italia con l'Irlanda nella partita che preparata da due anni (ripeto: DUE ANNI) dalla congrega di Mallett & C. doveva portarci per la prima volta ai quarti di finale della RWC. Già dai primi minuti, quando la prima mischia chiusa e' stata decretata dall'arbitro, si è cominciato a delineare un leggero imbarazzo di quella italiana. Gert Smal (sudafricano, ex Rovigo), allenatore della mischia dell'Irlanda, aveva capito i punti deboli del nostro terzetto in prima linea ed aveva predisposto le necessarie contromisure: quello che invece non ha fatto l'Italia convinta di essere, comunque, superiore ad Healy & Co. indipendentemente dallo sviluppo del match. Invece Castrogiovanni ha sofferto la spinta multipla dell' avversario diretto e di quasi tutto il tallonatore visto che Ross, da solo, si "cucinava" un Perugini stranamente "nervoso" e parzialmente incapace di gestire la situazione.

La mischia italiana, poco alla volta, si sbriciolava al cospetto di quella irlandese più preparata e meno presuntuosa della nostra e cominciava a subire anche nel gioco più consono alle nostre pur misere possibilità. Il tutto veniva poi aggravato dall'uscita di Castrogiovanni e dall'ingresso di Lo Cicero. Dalla touche non arrivavano segnali di redenzione nonostante la statura e la capacità dei vari Van Zyl, Bortolami e Zanni. Quindi gioco in mano ai giocatori del Trifoglio che con D'Arcy, O'Driscoll e Bowe, agevolati da una mischia avanzante soprattutto nel secondo tempo, hanno annichilito le ambizioni azzurre dandoci una lezione di gioco variabile al di là delle situazioni e poco prevedibile da avversari approssimativi come l'Italia.

Resta da capire perchè è stato lasciato a casa Burton anche se ciò non avrebbe probabilmente significato il passaggio del turno, ed anche perchè il tecnico ha sempre scelto Orquera come apertura, sapendo che non placca e che quindi, doveva essere protetto da una gabbia stabile di terze linee sacrificate a coprire il buco (tra apertura e primo centro). Ciò non è avvenuto ed i razzi irlandesi, in quel punto preciso, sono andati a nozze.

Oltre all'atavica incapacità di pescare da risorse, pur sempre scarse, dei vivai a disposizione, e rassegnati di fronte ad un'accademia che sforna solo mediocrità, ci mettiamo anche la scarsa competenza tecnica scambiata forse per qualcosa di superfluo, elemento inutile rispetto al comune pensare di una federazione inetta e scalcinata: da eliminare subito senza tanti tentennamenti dal palcoscenico ovale.

Ma sarà difficile staccare quelle sanguisughe dalla poltrona dalla quale succhiano il nettare sanguigno che permette loro di sopravvivere, come vampiri. Ma con la prerogativa che, mentre i vampiri succhiano solo di notte, loro succhiano tutto il giorno. E il rugby italiano si dissangua. Inesorabilmente.

Franco

Tranquilli: non cambierà nulla. MAI!!!

Dodici edizioni fallimentari del 6 Nazioni (2000-2011).
Quattro Mondiali ridicoli (1999-2011).
Batoste incassate ai quattro angoli del pianeta dal 1999 ad oggi.
Un movimento scientemente impoverito nella qualità e criminalmente anche nei ricambi generazionali.
Milioni e milioni di euro spariti chissà dove per ingrassare gli amici degli amici.

Con queste meravigliose referenze il geometra di Parma, il geniale Giancarlo Dondi, si presenterà tra un annetto (esattamente nell'autunno del 2012) per vincere comodamente le elezioni presidenziali che gli permetteranno per il quinto mandato quadriennale di seguito di devastare definitivamente quel poco di ancora non devastato sotto i suoi primi sedici anni di gestione della palla ovale italica.

Congratulazioni vivissime al nostro geometra di Parma.
Ma ancora di più a tutti i bambocci e scherani pronti a vendersi per il proprio interesse particolare a scapito del bene comune.

Tanto non cambierà mai nulla: tranquilli.
Ubbidire, restando coperti e allineati: così poi ci si potrà piangere meglio addosso...

Giampaolo

Ah già, per la cronaca: ieri a Dunedin l'IRLANDA ha fatto a pezzi l'Italia di Dondi per 36 a 6.