La pioggia ha guastato l'incontro che aveva le aspettative più credibili per essere "l'incontro-spettacolo" del mondiale: Samoa-Figi. Soprattutto le Figi hanno patito, soffrendo parecchio il gioco dei Samoani che, forse più eclettici, hanno saputo meglio variarlo in funzione delle avversità atmosferiche.
Gli All Blacks, padroni nel loro girone, nell'ultima partita disputata hanno impartito alla Francia una severa lezione che va oltre la mera lettura del risultato. Transalpini spaesati, increduli, ombre di sè stessi e del loro proverbiale gioco spumeggiante e senza adeguata convinzione e motivazione non hanno saputo mettere in campo le loro, pur potenziali, eccezionali capacità. Ricordo che la Francia è la squadra dell'emisfero nord che ha ottenuto più vittorie sulla Nuova Zelanda. Gli All Blacks hanno capacità, tecniche, fisiche ed individuali che, a tutt'oggi, non sono riscontrabili in nessun'altra squadra del pianeta. Possiedono una varietà di soluzioni tale da poter gestire al meglio ogni situazione di gioco: difendono ed attaccano con il solo scopo di andare al di la della linea di meta avversaria, hanno una reattività sconosciuta alle altre compagini, amano il gioco in piedi e possono permettersi di mandare in campo almeno 30 atleti dello stesso livello. La Francia avrebbe dovuto rappresentare un test probante che, in realtà, si è rivelato un incontro di ordinaria amministrazione, e ciò potrebbe non aver loro permesso di saggiare seriamente le proprie effettive potenzialità, in vista degli incontri ad eliminazione diretta.
L'Australia non appare più quella vista giocare contro gli All Blacks nel primo tempo dell'incontro dell'ultimo Tri Nations a fine agosto scorso. Sconfitta al mondiale con l'Irlanda a parte, sembra vivere un'involuzione più tecnica che di gioco: moltissimi errori di base, inspiegabili per una compagine additata da molti tra le favorite alla conquista del mondiale. Possiede atleti in grado di fare la differenza con chiunque in ogni momento dell'incontro ma sembra, ogni tanto, "dimenticarsi" di essere tra le più forti non considerando con equilibrio l'avversario di turno.
Il Sud Africa vive un'altra crisi d'identità, probabilmente dovuta ad un triangolo d'incomprensioni tra federazione, tecnico e giocatori. La partita con il Galles è stata vinta anche grazie ad una "bambola" clamorosa della terna arbitrale che non ha visto "dentro" un calcio di Hook. Le altre partite giocate con Figi, Namibia e la prossima da giocare con Samoa non possono essere considerati test probanti della condizione generale della squadra.
Il Sud Africa ha un gioco prevedibile, nella sua unicità povero anche di varianti, ed i campioni attuali fanno un po' rimpiangere quelli di qualche tempo fa. Ciò nonostante la fisicità e l'aggressività, incarnate dal "ball carrier" per eccellenza Rossouw, possono squilibrare anche l'avversario più tosto. Mornè Steyn, cecchino (quasi) infallibile, non ha, peraltro, l'attitudine di attaccare la linea e di placcare deciso e così se ne sta buono dietro il pack: mezzo uomo in meno per il Sud Africa.
L'Inghilterra, dopo aver patito con l'Argentina ed essere andata sul velluto con Georgia e Romania, attende di vedersela con la Scozia, che potrebbe diventare il guastafeste di turno. Di ciò potrebbe avvantaggiarsi proprio l'Argentina, che ha l'ultimo incontro con la Georgia, oggi vincente contro la Romania.
Nel nostro girone si attende ora la partita che l'Italia giocherà domenica prossima contro un'Irlanda che ha un differenziale di punti fatti/subiti pari a + 71, mentre l'Italia è a + 27. E' lampante soprattutto il dato dei punti subiti dalle due compagini: 28 l'Irlanda, 56 l'Italia. La difesa italiana sarà, quindi, determinante e peserà parecchio sull'esito dell'incontro che potrebbe, per la prima volta nella storia della RWC, portarci ai quarti di finale. Solo facendo la partita della vita, ed avendo anche una buona dose di fortuna, l'Italia potrà raggiungere il traguardo che si è posta: diversamente il copione non cambierà rispetto a quelli già visti nelle altre edizioni.
Nei gironi "A" e "D", Nuova Zelanda, Francia, Sud Africa e Galles non dovrebbero aver problemi di qualificazione.
Quindi, alla luce di quanto visto fino ad oggi, la pretendente principe al titolo mondiale è la Nuova Zelanda: troppo netto il divario con tutte le altre. Solo la "sindrome da RWC" potrebbe portar via agli All Blacks una "coppa" che sembra già nelle loro mani. Ma sarà difficile. E poi, giocano in casa...
Franco
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