mercoledì 28 dicembre 2011

Gli auguri del Boa

Gli "auguri" (si fa per dire) di Buon Natale recentemente mandati in onda dal presidente della FIR debbono fare riflettere. Molto riflettere anche se può sembrare che tutto sia stato detto su un individuo del genere.

Un geometra con i capelli tinti, con lo sguardo della serie "la so più lunga di te" e che guarda con immutata sicurezza al futuro.
Questa è l'immagine che ne esce dopo la breve intervista.

A questo si aggiunge il vergognoso atteggiamento di critica e condanna all'ex-CT Nick Mallett per non avere ottenuto la qualificazione ai quarti di finale del Mondiale perché, va detto, tutte le buffonate e millanterie che Dondi sta portando avanti da quasi quatro mandati completi (un soffocamento progressivo ed imperterrito quindi da quasi sedici anni...) fino ad oggi hanno sempre trovato condanna e punizione giusta nelle figuracce spaventose rimediate sistematicamente nella massima vetrina planetaria. Mallett viene accusato di avere cambiato maniera di difendere che per Dondi sarebbe stata la causa del tracollo contro l'Irlanda. Mallett criminale dunque e Dondi e accoliti invece come angioletti traditi. Ma come: si lavora TUTTI per il bene del movimento e un sudafricano qualunque si permette di rovinare piani e progetti quadriennali?

Naturalmente il Boa-Dondi, che già sta facendo i conti dei voti da ottenere per il suo quinto mandato consecutivo come presidente FIR incarico che verrà ratificato il prossimo autunno, non conosce la parola vergogna perché la posta in palio (denaro e denaro in misura esagerata) per lui è enorme e certo non intende togliersi dai piedi e da uno scranno lercio e foriero di amarezza tranne per lui e i suoi quattro lacchè.

Naturalmente in chiusura di intervista il Boa non può che fare scintillare gli occhi per essere stato riconfermato nell'esecutivo dell'International Board del rieletto Lapasset potendo fregarsi le mani che Galles e Scozia ne siano state escluse. L'Italrugby continuerà a essere un membro figurativamente importante ma allo stato pratico solo servo del vero potere che non certo passa da Roma.

E, cosa sempre più triste, ci sono decine di migliaia di persone (se non centinaia di migliaia) che hanno il coraggio di sostenere questa politica ladra e fallimentare della FIR.
E peggio ancora tifare per la nazionale di Dondi.

Giampaolo

venerdì 16 dicembre 2011

Heineken Cup: Biarritz - Benetton

E' partita giovedi mattina da Venezia alla volta di Madrid e da lì il trasferimento a Biarritz, la truppa del Benetton Treviso impegnata nel match di ritorno della quarta giornata di Heineken Cup contro il team basco.

Si gioca al Parc des Sports Aguilera di Biarritz, domani sera alle 21 e gli appassionati italiani potranno seguire l'incontro sul canale 203 Sky Sport 3 della piattaforma Sky.

I Leoni partono per la Francia con la consapevolezza di poter giocare un buon incontro, vista anche la preziosa vittoria di sabato scorso a Monigo per 30-26.

Un match sofferto, controllato per larghi tratti dai biancoblu (divisa di coppa del Benetton), che però subivano poi il ritorno dei biancorossoverdi.

Alla fine, le mete di Michele Rizzo, Robert Barbieri e Corniel Van Zyl ed i punti al piede di Kris Burton suggellavano il ritorno ad una vittoria in Heineken Cup, che mancava dal match casalingo con il Perpignan della stagione 2009/2010.

Il XV della Marca sarà seguito da diversi appasionati partiti dall'Italia, ma anche, ancora una volta, da un nutrito gruppo di tifosi inglesi provenienti da Hoylake.

Le anticipazioni climatiche previste, con vento e pioggia annunciate, hanno condizionato le scelte di formazione di Franco Smith.

Per questo, sono pochi ma mirati, i cambi rispetto al match di andata.

Andrea Pratichetti viene preferito a Brendan Williams, per garantire maggiore fisicità, con spostamento di Tommaso Benvenuti all'ala.

Davanti, assente il solo Paul Derbyshire, colpito duro al torace nell'ultimo incontro, e sostituito così da Francesco Minto, fresco anche di convocazione per il raduno della Nazionale Italiana.

In panchina, Benjamin Vermaak prende il posto di Valerio Bernabò, come avvenuto nel riscaldamento sabato scorso, ma ci sono anche altre due variazioni.

Gonzalo Padrò viene preferito a Manoa Vosawai e sarà così l'unico possibile ex della partita, visti i suoi trascorsi con i biancorossi.

Franco Smith, viste le possibili precipitazioni, decide anche di portare in panchina Willem De Waal, pronto a dare respiro con il suo piede potente.

Questa la squadra titolare:

15 Luke McLean
14 Ludovico Nitoglia
13 Alberto Sgarbi
12 Andrea Pratichetti
11 Tommaso Benvenuti
10 Kristopher Burton
9 Tobias Botes
8 Robert Barbieri
7 Alessandro Zanni
6 Francesco Minto
5 Corniel Van Zyl
4 Antonio Pavanello (capitano)
3 Lorenzo Cittadini
2 Enrico Ceccato
1 Michele Rizzo

A disposizione:

16 Diego Vidal
17 Ignacio Fernandez Rouyet
18 Pedro Di Santo
19 Benjamin Vermaak
20 Gonzalo Padrò
21 Marco Filippucci
22 Willem De Waal
23 Edoardo Gori

Head Coach: Franco Smith.


"Finchè avremo una possibilità, dobbiamo continuare a crederci" parole del direttore tecnico del Biarritz Olympique, ex nazionale francese e coach dell'Amatori Catania, Laurent Rodriguez.

E' ancora forte, insomma, la fiducia del club transalpino relativa al possibile passaggio del turno in Heineken Cup, nonostante la sconfitta di sabato scorso a Monigo.

La vittoria dei Leoni, in fin dei conti, ha comunque avuto aspetti positivi per i baschi, su tutti i 2 punti conquistati in classifica per bonus difensivo ed offensivo.

Tra gli aspetti negativi, oltre al risultato in sè, sicuramente i tanti infortuni patiti, che costringono i tecnici a reinventare la formazione.

Recuperano i due Pumas Gomez Kodela e Carizza, con una prima linea completamente diversa dove trovano spazio anche Watremez ed Heguy.

Le altre novità in terza linea, dove si rivede capitan Harinordoquy, e tra i trequarti, con Bosch che si riappropria del ruolo naturale di centro e Peyrelongue all'apertura.

Ecco la formazione del Biarritz:

15 Iain Balshaw
14 Takudzwa Ngwenya
13 Marcelo Bosch
12 Damien Traille
11 Ilikena Bolakoro
10 Julien Peyrelongue
9 Yann Lesgourgues
8 Imanol Harinordoquy (capitano)
7 Wenceslas Lauret
6 Benoit Guyot
5 Pelu Taele
4 Manuel Carizza
3 Francisco Gomez Kodela
2 Arnaud Heguy
1 Yvan Watremez

A disposizione:

16 Benoit August
17 Sylvain Marconnet
18 Thomas Lebrequier
19 Jerome Thion
20 Jean-Baptiste Roidot
21 Florian Faure
22 Benoit Baby
23 Dane Haylett-Petty

Allenatori: John Isaac/Serge Milhas.

Fonte: Benetton Rugby

martedì 13 dicembre 2011

Wilkinson: Inghilterra addio

- LONDRA, 12 DIC - Il mediano d'apertura della nazionale di rugby inglese, Jonny Wilkinson, ha deciso di porre fine alla sua carriera internazionale. Lo ha reso noto la federazione inglese. Il 32enne giocatore del Tolone ha vestito la maglia dell'Inghilterra 91 volte tra il 98 e il 2011 segnando 1179 punti. Considerato uno dei piu' grandi mediani di apertura di tutti i tempi, Wilkinson e' il secondo realizzatore della storia con 1246 punti in 97 partite internazionali con la nazionale ed i British Lions.
Fonte: ANSA

Lapasset presidente IRB

(ANSA) - LOS ANGELES, 13 DIC - Il francese Bernard Lapasset e' stato rieletto alla testa dell'International Rugby Board (Irb) organo supremo del rugby mondiale a Los Angeles, nel corso di una riunione del Consiglio Mondiale. Lapasset, presidente uscente ha battuto l'inglese Bill Beaumont, suo vice-presidente e unico altro candidato in corsa per la presidenza, con 14 preferenze contro 12 in una votazione a maggioranza semplice.
Fonte: ANSA

lunedì 12 dicembre 2011

Per un pugno di dollari

Tra poche ore sapremo chi sarà il prossimo presidente dell'IRB per il quadriennio 2012-2015.
In lizza c'è l'attuale capo assoluto, il francese Bernard Lapasset, e il suo vice che spera di farcela, l'inglese Bill Beaumont.

In palio non c'è solo il titolo di Presidente dell'IRB per un quadriennio, sia chiaro.
C'è soprattutto il potere avere nelle proprie mani le chiavi del comando del movimento ovale planetario che ogni anno porta nelle casse dell'International Board una quantità spropositata di milioni di euro.

E c'è chiaramente anche la possibilità di gestire i propri affari come meglio si crede favorendo questa o quella Union, facendo dispetti "invisibili" qui o là. Non mi hai votato? Bene, me ne ricorderò.

Dopo gli anni degli affaroni del fu Vernon Pugh e quelli abbastanza equilibrati di Syd Millar abbiamo avuto un primo mandato del francese Bernard Lapasset piuttosto chiaro sul potenziare sempre più i potenti e nel contenere le aspirazioni degli emergenti tra cui, diciamocelo tranquillamente, c'è anche il malandato Italrugby.

I favori politici per avere i voti giusti, le promesse da mantenere nei prossimi quattro anni, le invidie e le false tolleranze che girano per le stanze dell'Huguenot House di Dublino troveranno quindi in queste ore al summit di Los Angeles la loro panacea.

Chi tra Lapasset e Beaumont verrà eletto non credo proprio si adopererà davvero, leggi: cacciare fuori la grana, per la crescita del movimento a livello mondiale.
L'unico interrogativo che ho è questo: il buffone-Dondi cosa riuscirà a spuntare per i suoi interessi (e dei suoi scherani)?

sabato 3 dicembre 2011

Sesto turno in Eccellenza

Ed eccoci alla VI giornata del campionato d’Eccellenza. IL match clou è senz’altro Calvisano-Rovigo con entrambe le squadre ai piani alti della classifica. IL Calvisano, lo ricordo, è da quest’anno tornato nella massima serie. Tuttavia la sua campagna estiva aveva già messo in chiaro quali fossero le mire della società. Cosa che in effetti si sta verificando puntualmente. Dopo la prima giornata con sconfitta sul terreno dei Campioni in carica del Petrarca, il Calvisano ha messo a segno una serie positiva che lo ha portato a quota 19 punti, solitario in vetta. Proprio al secondo posto troviamo il Rovigo, che probabilmente gioca ancora con molte scorie psicologiche e mentali da smaltire, dovute all’onda lunga della sconfitta nella finale scudetto della scorsa stagione. Il match andrà in diretta tv su Rai sport domenica alle ore 15. Buona visione a tutti, telecronista Rai permettendo, visto il livello indicibile di approssimazione e competenza del giornalista Rai che è chiamato a fare le telecronache rugbystiche. L’argomento merita un capitolo a parte che prima o poi bisognerà fare.
La partita su cui voglio soffermarmi oggi con i lettori del blog è un’altra: Petrarca Padova vs San Gregorio Catania. La squadra scudettata in carica contro la debuttante neo promossa in Eccellenza. Con queste premesse ci sarebbe forse poco da dire. Sulla carta sembrerebbe già tutto scritto. Ma forse non è proprio così…

Il derby dei santi…
Sant’Antonio da Padova vs San Gregorio di Catania. Cominciamo a parlare del match con un taglio alquanto leggero, se permettete. Lo potremmo chiamare il derby dei Santi. La storia rugbystica del Petrarca parte molto indietro negli anni, più di sessanta, nella storica sede del Tre Pini in Prato della Valle. All’ombra di Santa Giustina (ohibò, ancora santi…), e sotto l’egida protettiva di “Lui”, del “Santo”. Quello senza nome, che non occorre nominare, perché il suo nome è pleonastico; cioè Antonio da Padova (anche se nato in Portogallo), conosciuto, amato e venerato in tutto il mondo. In tutto il mondo, ma forse non così tanto in Veneto nel triangolo d’oro rugbystico Padova, Rovigo, Treviso. Già, perché negli anni d’oro del Petrarca pluriscudettato, gli avversari di sempre, quelli più tosti ma comunque spesso sconfitti, quando incontravano il Petrarca non sapevano a che santo votarsi. E finivano per prendersela con  “Lui”, Sant’Antonio, colpevole ai loro occhi di un occhio di riguardo troppo protettivo a tutela dei giocatori tuttineri. A discapito degli avversari, naturalmente...   Ok, siamo in piena leggenda, di quelle che si raccontano nelle fredde sere d’inverno alla Guizza al mercoledi, dopo l’allenamento dei Petrarchi (gli Old petrarchini). Ma sono belle storie. Parlano di imprese sportive, di uomini, di giocatori, di allenatori, di dirigenti che hanno fatto grande il rugby padovano con memorabili raffiche di scudetti.

Ma questo San Gregorio, pur con tutto il rispetto, è un debuttante sul palcoscenico rugbystico. Ne deve fare di gavetta prima di poter competere con Sant’Antonio…. Sempre che non decida di sollevarsi  la tonaca da santo e scendere in campo anche lui con le scarpette con i tacchetti a spingere in mischia come sedicesimo uomo invisibile.
Vabbene, basta con le facezie e torniamo a parlare di rugby. L’Associazione Sportiva Dilettantistica San Gregorio Catania Rugby è un club fondato a San Gregorio di Catania nel 1990. Curriculum breve, ma intenso. Nella stagione sportiva 2008/09 milita nel campionato di serie A. Nel 2009/10 vince il campionato di Serie A2 giungendo al primo posto e accedendo ai Play Off per la promozione in Super 10 perdendo però l'incontro con il Mogliano in campo neutro di Roma. L'anno seguente, ovvero la stagione scorsa, giunge nuovamente ai play-off senza conseguire la promozione, viene però ripescata in Eccellenza a seguito del fallimento della Rugby Roma. Un colpo di fortuna, sia pure nato da un evento traumatico come il fallimento del club romano. Ma anche pesante come il piombo da gestire. Allestire in brevissimo tempo, nel periodo estivo, una rosa in grado di disputare il campionato di Eccellenza deve essere stata cosa da levare il sonno al presidente Roberto Valastro. Come dunque non definire folgorante il percorso dei catanesi, che in pochissimo tempo sono arrivati ai vertici del rugby italiano? Tanto di cappello, e complimenti vivissimi. Però –diciamolo-  il sospetto che il buon San Gregorio dall’alto dei cieli abbia dato un aiutino miracoloso, affiora qua e là…

Il punto centrale della partita odierna è: riuscirà il Petrarca a imporre la legge del più forte in qualità di detentore dello scudetto cucito sulle maglie bianconere? Il San Gregorio è un club debuttante, ma non è da prendere sottogamba. Lo ha dichiarato in settimana con molta saggia prudenza Pasquale Presutti che va con i piedi di piombo nei confronti di qualunque avversario. La prudenza come criterio ispiratore in fase di pronostico viene caldeggiata e sostenuta dalla brutta sconfitta patita da uno squadrone come il Rovigo nello scorso ottobre. Cito testualmente dai giornali locali: “La terza giornata dell’Eccellenza regala la prima vittoria nella massima serie ai siciliani del San Gregorio Catania: gli etnei dell’ex flanker azzurro Orazio Arancio centrano un successo di prestigio sul campo di casa superando per 23-17 i vice-campioni d’Italia della Femi-CZ Rovigo con una prestazione da incorniciare”. Proprio così. I debuttanti gregorensi hanno fatto fuori niente meno che il Rovigo, (vice campione d’Italia …e sottolineo con malcelato orgoglio la parola “vice”). A dimostrazione che tutto è possibile, anche che i siciliani, pur se novellini in Eccellenza, possano sovvertire un pronostico che sulla carta li darebbe per spacciati. Che sia una squadra tosta che non molla mai, lo abbiamo visto in tv la settimana scorsa quando hanno raggiunto e superato L’Aquila all’ultimo minuto di gioco con una sacrosanta meta tecnica concessa (giustamente) dall’arbitro Damasco. Che il San Gregorio sia un club giovane con una mentalità giovane, anticonformista e anche sanamente goliardica lo si può percepire dal tono leggero e spiritoso del sito internet. Semplice, ma ben fatto. Completo e aggiornato. E’ evidente l’entusiasmo che sembra emanare dalle pagine web. Lasciatemi raccontare un particolare curioso, tanto ormai questo articolo di presentazione ha preso una piega insolita. 

Chi avesse occasione di navigare sul sito www.sangregoriocataniarugby.com noterà senz’altro una piccola icona che compare ovunque. Un piccolo logo che reca una scritta di sole tre lettere: WUP. Ma cosa significa wup? Uno sponsor? Una citazione particolare? Cosa? Una rapida indagine contattando qualche amico rugbysta di sponda siciliana e l’enigma è stato presto svelato. WUP è un acronimo, cioè una sigla composta da tre iniziali WUP sta per W ‘u pacchiu. La domanda sorge spontanea. Cos’è “ u pacchiu”? Cosa significa in dialetto siciliano? Alla domanda ho ricevuto subito una bacchettata virtuale sulle mani. Non di dialetto siciliano si tratta, ma di dialetto catanese. C’è una bella differenza. Come dire che –giusto per restare nel citato triangolo d’oro rugbystico veneto-  la parlata rovigotta possa essere confusa con quella trevigiana o padovana. E con la parlata anche la terminologia fa la sua giusta differenza. Insomma le mie indagini letterario-linguistico-etimologiche hanno portato ad un risultato molto curioso e particolare, con risvolti goliardici per palati fini. Tanto belle e preziose da essere universalmente apprezzate ovunque.  “U pacchiu” non sarebbe altro che quella parte del corpo umano femminile creata dal buon Dio per essere venerata e amata dal genere umano di sesso maschile. Insomma, ci siamo capiti. W ‘u pacchiu è il corrispettivo catanese del più generalista W la f…. Perdonate la divagazione goliardica che non vuole assolutamente essere oltraggiosa o irriverente. Sono più che certo che pure San Gregorio e Sant’Antonio, nella loro saggezza, se la staranno ridendo da lassù…  (ora pro nobis…!!!).

Anzulin

Campionato d’Eccellenza – VI° giornata – sabato 3.12.11 

Petrarca Padova v San Gregorio Catania
arb. Pennè (Milano)

Estra I Cavalieri Prato v Mantovani Lazio
arb. Blessano (Treviso)

BancaMonteParma Crociati v Rugby Reggio
arb. Marrama (Padova)

L’Aquila Rugby v Marchiol Mogliano
arb. Sironi (Colleferro)

Cammi Calvisano v Femi-CZ Rovigo  
(Posticipo 4.12.11 - ore 15.00 – diretta Rai Sport 2)
arb. Marcat (FFR)

Classifica: Cammi Calvisano punti 19; Femi-CZ Vea Rovigo 17; Estra I Cavalieri Prato* 16; Petrarca Padova 15; Marchiol Mogliano 14; San Gregorio Catania 9; Mantovani Lazio 8; BancaMonteParma Crociati 7; L’Aquila Rugby 6; Rugby Reggio 5

*Estra I Cavalieri Prato quattro punti di penalizzazione

martedì 29 novembre 2011

Tra FIR e Treviso riaperto il dialogo

Il rinvio a gennaio del "verdetto" sul ricorso di Treviso relativo alle norme sugli stranieri e, qualche giorno prima, un incontro definito "conciliante" dalle parti per lo stesso motivo, sembrano aver buttato un po' d'acqua sul fuoco delle polemiche sorte dall'improvvisa imposizione della FIR, appunto, sul numero degli stranieri ridotto da 5 a 3 a partire dal campionato 2012/2013. Treviso, quindi, comincia a veder dissipare un po' di nebbia su questo fronte, anche perchè, per il rugby italiano, sarebbe un suicidio pensare di spodestare la franchigia veneta e tutte le risorse annesse e connesse, anche perchè gli Aironi devono ancora ingranare nell'ambito del torneo "celtico".
Treviso potrebbe essere agevolata anche dalla probabile chiamata in azzurro, da parte di Brunel, dell'eleggibile Botes, che aprirebbe un posto in squadra ad un altro straniero. Di questa norma (uno è straniero se gioca nel proprio club, ma se è eleggibile per la Nazionale, allora diventa italiano!), che definire abominevole è un complimento, meglio soprassedere.
Kirwan alla guida dell'Inghilterra? Dopo che il suo nome era stato fatto dalla cordata che si è creata per intervenire se ci fosse rottura tra Treviso e FIR, per destinarlo al ruolo di Head Coach del nuovo corso, tutto ciò è decaduto dal momento che il buon John è in lizza per sostituire Johnson nell'Inghilterra. Motivo? Per arrivare, un domani, ad allenare gli All Blacks, le norme neozelandesi prevedono la guida di una "grande" europea o cinque anni da coach in Patria. L'occasione, per John Kirwan e la sua futura carriera, sarebbe allettante.
Franco

lunedì 28 novembre 2011

Benetton - Leinster 20-30

Ci risiamo. Il vizietto trevigiano di regalare occasioni e mete ad avversari che non ne hanno assolutamente bisogno si è ripresentato sabato scorso, di fronte ad un Monigo quasi esaurito.
La prima meta del Leinster dopo circa 40 secondi dal calcio d'inizio: proprio sul calcio di partenza una presa errata di De Jager provoca un "in avanti" e gli irlandesi ne approfittano immediatamente per bucare una difesa non ancora ben piazzata. 7 a 0. Sette minuti dopo, ancora protagonista la difesa Trevigiana, che chiamare approssimativa è un eufemismo, e il risultato dopo otto minuti è di 14 - 3 (tra le due mete un calcio di Botes). Poi il discorso cambia. Treviso inizia a giocare come sa: mischia poderosa (solo nel finale ha accusato qualche acciacco), possesso a più fasi, ed occupazione del territorio avversario. Pian piano riesce a rosicchiare tutto il vantaggio ai più quotati ed esperti irlandesi ed a portarsi sul 20-20 grazie ai piazzati di Botes ed alla meta di Vosawai. Ma la facile trasformazione è fallita da Botes, negando il vantaggio a Treviso. Altri due facili calci non entrano, denotando il nervosismo del, fin li, ottimo calciatore e di tutta la squadra che, più che veloce, è frenetica. E sbaglia. Così facendo, incassa la terza meta da "pollo", con una difesa troppo occupata a decidere chi doveva placcare, anzichè intervenire drasticamente per fermare chi si è potuto fare una ventina di metri in tranquillità, prima di andare a marcare. E così riemergono i soliti discorsi ed i rimpianti: da una partita segnata ad un'altra che poteva essere vinta. In effetti, il gioco del Benetton si dimostra efficace e bello da vedere: mischia che incide, arioso al largo e con soluzioni tattiche differenziate. Il possesso è una piacevole realtà, la touche (due perse, ma sempre verso la fine) funziona e c'è anche chi riesce a trovare l'angolino giusto usando il piede. Come da più parti ammesso, Treviso sta esprimendo un gioco tra i migliori, se non il migliore, del RaboDirect Pro12. Ma non basta l'estetica: bisogna anche saper concretizzare e non essere ricordati solo per quelli che "regalano mete" all'avversario ancor prima di uscire dallo spogliatoio.  Credo ci voglia ancora un po' di pazienza per veder maturare le "teste" ancor più che il fisico: la strada è quella giusta e quando il volano sarà a pieno regime, potremo ammirare una squadra che darà veramente del filo da torcere a tutti, sia dentro che fuori le mura amiche. E Smith? Si farà incantare dalle sirene che lo tentano? Il presidente Zatta ha detto, ultimamente, che lui vorrebbe fortemente che Franco restasse alla guida del Benetton, ma che i matrimoni si fanno in due...
Franco

domenica 27 novembre 2011

Quando la giustizia sportiva è cieca, sorda e ottusa…

L'Ufficio di Procura Antidoping ha deferito la terza linea del Petrarca Filippo Giusti al Tribunale Nazionale Antidoping del Coni, chiedendo due mesi di squalifica.
La vicenda risale al 22 ottobre scorso, quando il giocatore risultò positivo alle sostanze Prednisone e Prednisolone durante un controllo effettuato dopo il match
di campionato Petrarca-I Cavalieri Prato.
Beh, che succede? A Padova sono impazziti? Il Petrarca abbandona il suo stile sportivo e di vita che lo ha sempre contraddistinto e si mette a distribuire doping fra i suoi giocatori?

No, tranquilli, niente di tutto ciò. E neanche di doping si tratta. Ma solo di stupidaggini da burocrati passacarte che non usano la ragionevolezza e il buon senso come linea guida. Filippo Giusti non si è dopato. Ha solo assunto dei farmaci per curare un’infezione all’orecchio. Dietro prescrizione medica e con le dovute comunicazioni di prassi da parte della società alle strutture federali preposte. Tutto ok dunque?
No. Il giocatore viene prima sospeso e poi squalificato per due mesi. Ma non basta. La farsa raggiunge livelli incredibili laddove, nello stesso comunicato che annuncia il provvedimento di squalifica, si legge che vengono riconosciute l’estraneità e la buona fede del giocatore. Incredibile, vero? Eppure è così. E’ l’effetto della burocrazia portata a livelli esasperati e che abbandona ogni buon senso sulla porta degli uffici federali.
La motivazione della squalifica sarebbe che la società Petrarca lo ha portato in panchina e dunque iscritto ufficialmente su foglio gara sentendosi liberata da ogni altro obbligo o restrizione dopo aver inviato via fax tutta la documentazione medica necessaria per giustificare l’uso dei farmaci da parte del giocatore. Invece no. La società avrebbe dovuto aspettare la risposta autorizzativa che però non è giunta. Motivi del ritardo? Non è dato saperli, ma il sospetto (forte) è che la documentazione inviata da Padova via fax si sia fermata da qualche parte nei palazzi romani tra una pausa capuccino e l’altra…
Ma intanto la giustizia sportiva ha fatto il suo corso, la giustizia ha trionfato, giustizia è fatta. Il fellone dopato è stato squalificato. Giustificato e in buona fede ma colpevole e dunque punito.

Il Petrarca ha presentato ovviamente ricorso e –si legge nel comunicato ufficiale della società- confida nel
buon esito del procedimento, attendendo con fiducia la decisione del Tribunale antidoping.
Lasciatemelo dire: la burocrazia ci uccide e ancor più ci uccidono i burocrati che non usano il buon senso. Se irregolarità c’è stata, buon senso vorrebbe che fosse applicata una sanzione alla società, non certo al giocatore riconosciuto incolpevole e in buona fede. Ridicoli.

Anzulin

sabato 26 novembre 2011

Eccellenza, si ricomincia.

Ci siamo, dopo la pausa per la Amlin Cup riprende il massimo campionato italiano denominato d’Eccellenza. Per la verità di eccellenza se n’è vista poca nel turno europeo con batoste sonanti e mete subite a grappoli indistintamente da tutte le squadre italiane partecipanti al torneo. Tanto che da più parti “s’ode un ribollir di tini”, ovvero malumore e voglia di mettere in discussione la partecipazione italiana alla manifestazione continentale. L’obiezione: a che serve prendere punti e mete in gran quantità, visto il divario tra le nostre squadre (…d’Eccellenza) e quelle straniere? A chi giova?
 
C’è del vero nelle ragioni di chi vorrebbe boicottare la Amlin. Ma a ben guardare la situazione non è cambiata rispetto a qualche anno fa, non pochi ormai, quando prese il via il torneo europeo. E allora perché pensare di boicottarlo adesso se nulla è cambiato? Rimane comunque un banco di prova e di confronto, un momento di crescita dei giocatori e dei tecnici facendo fare loro esperienza nei confronti di avversari di qualità superiore che altrimenti non avrebbero occasione di affrontare, ecc. E, non dimentichiamolo, un’entrata economica mica da poco. La partecipazione alla Amlin Cup vale un bel po’ di soldi per i club che vi partecipano. E con i tempi che corrono sono più che mai graditi e utili.

Ma veniamo all’Eccellenza che vede di fronte nell’incontro clou della V° giornata il Rovigo e i Crociati Parma. Almeno sulla carta, perché non è che le due squadre se la passino granchè bene. Il Rovigo è partito al rallentatore incappando in qualche passo falso che ha subito messo in crisi la fiducia della tifoseria e dell’ambiente. Tant’è che la società è immediatamente corsa ai ripari mettendo sotto contratto un nuovo giocatore straniero, Hendro Scholtz, terza linea sudafricano, ex Springbok. Il Parma sta messo peggio del Rovigo con un inizio campionato largamente al di sotto delle attese e con qualche sconfitta di troppo. Insomma i presupposti per vedere battaglia al Battaglini (…pardon!) ci sono tutti, grossi punti interrogativi invece sulla qualità.
Probabilmente la partita più interessante, in realtà, potrebbe essere Mogliano-Prato. La squadra veneta è forse una delle sorprese del campionato, subito dopo il Calvisano, mentre il Prato si conferma squadra forte e quadrata dalle grandi ambizioni niente affatto nascoste. Rimane sempre il dubbio, parlo a livello personale, che l’impostazione di gioco data al Mogliano dal suo tecnico Casellato sia effettivamente l’opzione migliore. Ma parlo da semplice appassionato, non certo da tecnico, quindi le mie osservazioni lasciano il tempo che trovano.
Gli altri incontri della giornata, Lazio-Calvisano e Reggio-Petrarca non dovrebbero offrire grosse sorprese. Il Calvisano si è dimostrata la squadra che tutti si aspettavano, forte e ambiziosa, che ha subito chiarito le sue intenzioni per questa stagione, nonostante sia una neopromossa. Il Petrarca, dal canto suo, dovrebbe avere la meglio dell’altra neo promossa Reggio, anche se finora non ha convinto per nulla la platea di esigenti appassionati padovani che vorrebbero molto di più dalla squadra campione d’Italia. Sia in termini di gioco che di risultati. Tuttavia la disparità delle forze in campo dovrebbe comunque dare ragione alla mia squadra del cuore, pur conti tutti i limiti di gioco attuali.

Una chiosa generale prima di salutarci. Siamo agli inizi della stagione. Il campionato è lungo ed entrerà nel vivo, come al solito, soltanto dopo la pausa del VI Nazioni. Per vedere davvero tutte le carte in tavolo dovremo aspettare fino ad allora. Per il momento i club vivono un po’ alla giornata, per arrivare nel migliore dei modi alla fase cruciale.
Buon rugby a tutti.

Anzulin

V giornata Eccellenza 26-27.11.11 h. 15.00

Mantovani Lazio v Cammi Calvisano
Femi-CZ Rovigo v Crociati Rugby FC
Rugby Reggio v Petrarca Padova
Marchiol Mogliano v Estra I Cavalieri Prato

Classifica:
Cammi Calvisano e Estra I Cavalieri Prato punti 15; Femi-CZ Vea Rovigo Delta punti 12;  Petrarca Padova punti 11; Marchiol Mogliano punti 10; Mantovani Lazio e Banca Monte Parma Crociati punti 7; San Gregorio Catania e L’Aquila Rugby punti 5; Rugby Reggio punti 4.

venerdì 25 novembre 2011

RaboDirect Pro 12 - Benetton - Leinster

Sabato 26 novembre, alle ore 15:00, si disputerà la nona giornata del torneo "celtico", che vedrà quali protagonisti nel terreno di Monigo il Benetton Treviso ed i campioni d'Europa del Leinster. Ecco le formazioni delle squadre:
Benetton Treviso
15 Luke McLean
14 Benjamin De Jager
13 Tommaso Benvenuti
12 Alberto Sgarbi
11 Brendan Williams
10 Kristopher Burton
9 Tobias Botes
8 Robert Barbieri
7 Alessandro Zanni
6 Paul Derbyshire
5 Valerio Bernabò
4 Antonio Pavanello (capitano)
3 Lorenzo Cittadini
2 Enrico Ceccato
1 Michele Rizzo

A disposizione:

16 Franco Sbaraglini
17 Matteo Muccignat
18 Ignacio Fernandez Rouyet
19 Benjamin Vermaak
20 Manoa Vosawai
21 Francesco Minto
22 Fabio Semenzato
23 Alberto Di Bernardo

Head Coach: Franco Smith.

Leinster
15 Luke Fitzgerald
14 Fergus McFadden
13 Eoin O'Malley
12 Gordon D'Arcy
11 Fionn Carr
10 Ian Madigan
9 Eoin Reddan
8 Leo Auva'a
7 Shane Jennings (capitano)
6 Rhys Ruddock
5 Devin Toner
4 Damian Browne
3 Jamie Hagan
2 Sean Cronin
1 Cian Healy

A disposizione:

16 Aaron Dundon
17 Jack McGrath
18 Nathan White
19 Kevin McLaughlin
20 Jamie Heaslip
21 Isaac Boss
22 Noel Reid
23 Brendan Macken

Head Coach: Joe Schmidt.

La partita sarà teletrasmessa da RAI Sport 2 a partire dalle ore 14:50. Telecronisti Riccardo Pescdante ed Andrea Gritti. A bordo campo Maria Pia Zorzi.
L'incontro può anche essere seguito via radio sulle frequenze di Radio VenetoUno, 97.5, ed in streaming sul sito internet www.venetouno.it, con il commento di Emanuele Spironello.

mercoledì 16 novembre 2011

Ecco il Four Nation...ehm...Castle Rugby Championship

In attesa di conoscere le sedi delle varie partite, ecco il calendario della prima storica edizione.

THE CASTLE RUGBY CHAMPIONSHIP 2012

18 Agosto
Australia-Nuova Zelanda
Sud Africa-Argentina

25 Agosto
Nuova Zelanda-Australia
Argentina-Sud Africa

8 Settembre
Australia-Sud Africa
Nuova Zelanda-Argentina

15 Settembre
Australia-Argentina
Nuova Zelanda-Sud Africa

29 Settembre
Sud Africa-Australia
Argentina-Nuova Zelanda

6 Ottobre
Sud Africa-Nuova Zelanda
Argentina-Australia

Giampaolo

martedì 15 novembre 2011

Addio Solly...

Solly Tyibilika
Solly Tyibilika, trentadue anni, ex-flanker degli Springboks è stato ammazzato domenica pomeriggio a colpi di pistola in una trattoria presso la township di Nyanga nei dintorni di Città del Capo.

Solly aveva disputato otto test, segnando tre mete, in casacca Bokke e vantava 158 presenze nel first-class rugby sudafricano con ben 24 mete realizzate dove fu prim'attore con Sharks, Lions, Griqualand West e Border. Anche 16 presenze con gli Sharks nel Super14 confermano la caratura di questa buonissima terza-ala.

Il celebrato club Hamiltons di Città del Capo pagherà buona parte delle spese funebri di Solly in un momento in cui il giocatore se la passava maluccio. Solly lascia moglie e due figli piccolissimi.

La vita costa davvero uno sputo, o anche meno, nel "nuovo" Sud Africa del dopo-apartheid quello che "Madiba" Mandela voleva uguale per tutti e davvero una famiglia di quasi cinquanta milioni di TUTTI SUDAFRICANI.
Dall'anno in cui de Klerk concesse la parità ai non-bianchi, 1990, succede di tutto e di più ogni giorno.
Basti ricordare, ad esempio, che il presidente della "Rainbow Nation", Jacob Zuma, è un ex-assassino rivoluzionario dell'African National Congress.
Questi individui stanno forse facendo tanto meglio di gentaccia come "Krokodil" Botha et similia?

Giampaolo

lunedì 14 novembre 2011

Risultati 1° turno Heineken Cup 2011/2012

DataGrCasa   Punteggio Ospiti

11/11/11
  6     Harlequins    25 - 17     Connacht        

11/11/11    2     Racing M.     20 - 26     Cardiff B.       

12/11/11
  2      London I.    19 - 20     Edinburgh


12/11/11
  4     Aironi     12 - 28     Leicester


12/11/11
  3     Montpellier    16 - 16     Leinster


12/11/11
  1     Scarlets    31 - 23     Castres


12/11/11
  5     Ospreys    28 - 21     Biarritz

12/11/11
  4     Ulster     16 - 11     Clermont A.      

12/11/11
  1     Munster     23 - 21     Northampton       

13/11/11
  3     Glasgow     26 - 21     Bath        

13/11/11
  5     Saracens    42 - 17     Benetton       

13/11/11
  6     Toulouse    21 - 17     Gloucester  

H.C.: Saracens 42 - Benetton 17

Dal sito del Benetton Rugby

MARCATORI: pt 3' e 19' O. Farrell p.; 22' O. Farrell meta tr. O. Farrell; 27' De Waal p.; 40' O. Farrell p.; st 6' Strettle meta tr. O. Farrell; 20' Wyles meta; 24' Joubert meta tr. O. Farrell; 33' Sbaraglini meta tr. De Waal; 37' Smit meta tr. O. Farrell; 39' Padrò meta tr. De Waal.
SARACENS: Wyles (st 20' Goode); Strettle, O. Farrell, Barritt (st 24' Powell), Short; Hodgson, de Kock (pt 17' Spencer); Joubert, Saull (pt 2' Melck, pt 8' Saull), Brown; H. Smith, Borthwick (st 24' Kruis); Stevens (st 15' Carstens), Brits (st 16' Smit), Gill (st 15' Nieto). All. McCall.
BENETTON TREVISO: Nitoglia; De Jager (st 35' Burton), Benvenuti, Sgarbi, Williams; De Waal, Semenzato (st 36' Botes); Barbieri (st 8' Vosawai), Zanni, Vermaak; Van Zyl (st 20' Bernabò), A. Pavanello (st 8' Padrò); Cittadini (st 13' Fernandez Rouyet), Vidal (st 8' Sbaraglini), Rizzo (st 20' Di Santo). All. Smith.
ARBITRO: Lacey della Federazione Irlandese.
NOTE: pt 16-3; cartellino giallo a: Brits (pt 26'), Vidal (pt 33'); spettatori: 5077; Heineken man of the match: Owen Farrell (Saracens); calciatori: Saracens (Farrell 7/10), Benetton Treviso (De Waal 3/3); punti in classifica: Saracens 5, Benetton Treviso 0.


Inizia male, con una sconfitta, la campagna europea del Benetton Treviso, che lascia il Vicarage Road di Londra, battuto dal team di casa dei Saracens per 42-17.

I Campioni d'Inghilterra si sono da subito dimostrati troppo forti per i Leoni, ispirati da una grande prova del giovane talento Owen Farrell. Alla fine, per lui, tanto bel gioco, un 7 su 10 dalla piazzola ed il titolo di man of the match.

La pioggia saluta l'inizio dell'Heineken Cup per il XV della Marca e subito si capisce che l'incontro sarà in salita per Antonio Pavanello e compagni che subiscono al 3' e al 19' l'uno-due di Farrell che porta la squadra inglese sul 6-0.

Lo stesso giovane, ammirato in estate anche a Treviso nel Junior World Championship con la maglia dell'Inghiltera, realizza al 22' la prima meta di giornata (foto in basso).

Short fa il break e serve Hodgson che calcia a seguire nello spazio. La palla vaga incontrollata all'interno dell'area di meta ed il primo ad arrivare è il trequarti figlio d'arte.

Al 27' Willem De Waal segna i primi tre punti dei suoi, ma il Benetton continua a soffrire, soprattutto in rimessa laterale e all'ultimo istante di nuovo Farrell chiude la prima frazione di gioco sul 16-3.

La ripresa si apre ancora una volta con i Saracens in attacco ed i Leoni faticano a contenere gli assalti della formazione albionica.

Al 6' i rossoneri conquistano una rimessa laterale nei ventidue del Treviso ed impostano un maul avanzante. Il tallonatore Brits fa uscire la palla e ricicla all'interno per Strettle che segna la seconda meta (nella foto in alto).

I cambi voluti da entrambe le squadre cercano in qualche modo di spostare l'inerzia della partita, ma i Saracens continuano ad attaccare ed al 20' Wyles finalizza alla grande andando a segnare all'angolino.

E' il momento più duro per i Leoni che subiscono anche la meta del bonus in favore del XV britannico, grazie alla potenza fisica del numero 8 Joubert.

Il Benetton, tuttavia, non demorde e cerca di regalare comunque un minimo di gioia ai tifosi partiti dall'Italia, ma arrivati anche dall'Inghilterra per sostenerlo.

E così nei minuti finali, Brendan Williams inventa e Sbaraglini finalizza per la prima meta, mentre all'ultimo minuto è Gonzalo Padrò a segnare.

In mezzo, soddisfazione personale per il capitano degli Springboks John Smit, che realizza la quinta meta della sua squadra, nel giorno del suo debutto con i Saracens.

domenica 13 novembre 2011

Bienvenu, Jacques!

Nei giorni scorsi a Bologna la FIR ha presentato ufficialmente il nuovo capo allenatore della sbandata e deficitaria nazionale italica: Jacques Brunel.

Cinquantasette anni, ex-estremo dell'Auch, quindi in un ruolo assolutamente topico del nostro gioco, Brunel nell'ultimo decennio ha fatto spesso parlare di sé come allenatore ai massimi livelli. Per sette anni è stato assistente del pessimo ed irritate Laporte alla guida della nazionale francese (2001-2007) per poi portare il Perpignan al trionfo in campionato dopo la bellezza di cinquantaquattro anni di digiuno.

Quest'uomo dai baffetti semi-brizzolati è davvero una delle menti più profonde e creative del rugby mondiale e può vantare una conoscenza ed una duttilità di idee notevolissima.

Per un gruppo della nazionale italiana che storicamente è strangolato dalla mafia dei procuratori, cancro-Dominguez in primis, e dalle ingerenze federali di ogni genere l'arrivo di Brunel può veramente significare un deciso cambio di rotta, sempre che DAVVERO si intenda cambiare il percorso imboccato a fine 1996 con la prima elezione del tumore-Dondi a presidente.

La partenza di Brunel comunque, pragmatismo a parte, non è stata delle più felici avendo già dichiarato che il Sei Nazioni del 2012 vedrà l'utilizzo della vecchia guardia già presente in squadra per poi solo in un secondo momento incominciare progressivamente a inserire vitale linfa giovane.
Considerato infatti il bisogno PRIORITARIO di cambiare la tendenza di uno schifo vergognoso di squadra e di gruppo del genere, sarebbe molto meglio avere il coraggio di scelte forti ma che creino un embrione di speranza.

Auguri Brunel: ne hai bisogno tanto.
Non sai ancora in quale bega ti sei cacciato.

I PRECEDENTI TECNICI "BRUCIATI" NELL'ERA DONDI
1) Georges Coste 1996-1999 (dimissionario prima del Mondiale 1999 causa ammutinamento della squadra durante la nefasta tournée in Sud Africa guidata dai telefonini qui in Italia di Dominguez e scherani)

2) Brad Johnstone 2000-2002 (sostituito con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Mai entrato nella filosofia del rugby non-neozelandese con in aggiunta una cocciutaggine e un'arroganza disarmanti)

3) John Kirwan 2003-2006 (sostitutito con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Salutato come l'uomo della svolta dopo la devastante esperienza di Johnstone, ha dimostrato in realtà di essere un mediocrissimo coach a fronte invece di una carriera di giocatore davvero eccellente. Appena venne nominato capo-allenatore dichiarò: "Entro otto anni porterò l'Italia a vincere il Grande Slam nel Sei Nazioni")

4) Pierre Berbizier 2006-2007 (l'unico tecnico che, realista più del re, abbia fatto qualcosa di utile e costruttivo per migliorare gioco e mentalità della nazionale italiana. Pragmatico, ha dovuto fare con quel che aveva ma la scarsezza di qualità nei giocatori non gli ha impedito di ottenere risultati ben superiori a quanto previsto sulla carta. La FIR avrebbe dovuto tenerlo anche per il quadriennio seguente ma i servi dondiani furono troppo stupidi per capirlo)

5) Nick Mallett 2008-2011 (tre vittorie e diciassette sconfitte nelle quattro edizioni del Sei Nazioni in cui ha diretto la nazionale. Due sono arrivate contro la Scozia e una per harakiri-borioso della Francia. Non si sono visti progressi, anzi regressi con l'utilizzo di gente come Orquera, Canavosio e compagnia cantante a scapito di promesse come Marcato, Nitoglia ecc) 

Giampaolo

mercoledì 9 novembre 2011

Ahi, ahi, FIR

Sembra impossibile, incontrandolo negli stadi, che Checchinato sia un mero esecutore delle politiche federali: occhialini da intellettuale, ex terza linea del Rovigo, poi del Benetton ed infine della Nazionale, sembra possa essere proprio uno che pensa con il proprio cervello. Invece... L'accattivante chimera alla scalata dei massimi livelli federali, probabilmente, l'ha un po' disturbato, inducendolo, forse, a ragionamenti, assimilati a qualli del capo, che nulla hanno a che fare con la realtà del rugby italiano, proiettato a livelli europei e, addirittura, mondiali. Ma si sa, la "pagnotta" è il primo obiettivo. E Troncon? Indomabile mediano di mischia, a livello mondiale nella sua epoca, non batte ciglio circa le scelte federali in relazione agli ultimi, idioti, dettami, circa la restrizione del numero degli stranieri a carico delle franchigie italiane. Da cinque a tre stranieri, per  mera volontà dondiana (dicesi evidente imbecillità, ottusità e invidia, soprattutto per Treviso), nel perfetto ambito federale che mira all'improvvisazione, come dimostrato dagli ultimi undici anni di VI Nazioni, tempo sprecato a mostrare una vetrina senza specchi, vuota davanti e dietro. Qualcuno sa dire chi c'è dietro a Castrogiovanni e Perugini? Chi avanza alle spalle di Bortolami, Van Zyl , Del Fava e Geldenhuis? Terze linee? Beh, qualcosa c'è. Anche se solo a livello anagrafico (Parisse, Zanni), il prossimo mondiale proporrà ancora i nominativi odierni, unitamente a Derbishire, Filippucci e quant'altro. Mediani di mischia? Semenzato e Gori, ma non sono ancora il massimo e dietro di loro non si vedono talenti in emergenza. Apertura? E' il problema più grosso. Inutile addossare alle franchigie la responsabilità di non aver estratto dal cappello a cilindro nominativi validi per ricoprire un ruolo tanto importante quanto delicato. Ci sarebbe Burton, ma "the genius", Mallet, ha preferito Orquera (fallimentare in difesa e nei calci di spostamento), per dirigere i trequarti italiani agli ulitmi mondiali. Le accademie sono le (quasi) uniche, vere responsabili di questo deficit: per insufficienti parametri di struttura, mentalità, impostazione, preparazione, conduzione tecnica ed atletica e quant'altro. La FIR doveva rimpolpare di talenti le franchigie e la Nazionale: invece ha solo ingrassato se stessa, pachiderma ormai immobile, che erutta bestemmie rugbistiche e che giace nel suo talamo puzzolente, privo di lenzuola di ricambio, solo perchè l'indolenza ha prevalso sulla dinamica di una ristrutturazione radicale, impedita e dileggiata da una banda di mercenari al soldo... dell'euro e della "carega".
Ma torniamo alla Nazionale. Dopo Masi, forse ingiustamente eletto come tra i migliori giocatori dell'ultimo VI Nazioni, chi c'è? McLean? Per quanto tempo? E con quali garanzie di rendimento? E i sostituti di Mirko Bergamasco e Canale, anche se obiettivamente non difficili da trovare, visto il livello "de noantri", dove sono? Certo, Benvenuti potrebbe essere una garanzia, Sgarbi ha già "patito" la Nazionale, ma poi? E gli altri centri e le ali? Gli Aironi possono proporre qualcosa? E il Benetton? La polenta si fa nel paiolo con la farina che si possiede! A che serve l'accanimento della FIR sulla riduzione, ingiustificata ed intempestiva, del numero degli stranieri nelle franchigie del RaboDirect Pro12 da 5 a 3 a partire dal prossimo anno? A penalizzare le proprie franchigie? Perchè non si prende in considerazione, diversamente e per esempio, il reclutamento di atleti cosiddetti "eleggibili", da inserire nelle giovanili delle franchigie (o anche nel S10), aiutando il movimento e, così facendo, potenziando la Nazionale? A che serve, oggi come oggi, un S10 strutturato così com'è, senza spina dorsale, schermo cinematografico senza palcoscenico? Perchè la FIR non interviene su di esso con iniezioni mirate, di tipo culturale, propagandistico ed economico, atte ad elevarne il livello, perseguendo una politica (oggi tutt'altro che unitaria) atta allo sviluppo coerente, sistematico e globale del rugby, a partire dalle sue radici, prefiggendosi obiettivi comuni per tutte le società, a partire da una formazione degli educatori-allenatori uguale dappertutto in Italia? Difficile? Basterebbe copiare, senza paura di sentirsi inferiori, evitando di inventarsi soluzioni estemporanee, tardive, e comunque insinuanti e molto spesso deleterie. Dondi, abbi pietà di noi, vattene: e con te tutti i tuoi questuanti, ignobili esecutori di una politica sbagliata, privi di spina dorsale, idee, e senza dignità.
Franco

lunedì 7 novembre 2011

Fattore stranieri in RaboDirect Pro12: tensioni tra Benetton Treviso e FIR

Dalla prossima stagione di RaboDirect Pro12, le franchigie italiane potranno schierare, salvo accoglimento del ricorso della squadra di Treviso, solo 3 stranieri anzichè i 5 permessi fino alla fine dell'attuale torneo. Questo ha deliberato la FIR, infischiandosene del fatto che una società seria, diversamente da quello che sta dimostrandosi proprio la federazione, basa le proprie strategie soprattutto sulla programmazione. Evidentemente, Dondi & Co. non conoscono il significato del termine "programmazione", visto che ne hanno fatto sistematicamente a meno, basando l'attività federale solo su politiche tanto estemporanee quanto superficiali. A fronte di questa decisione, le franchigie italiane potranno trovarsi a dover forzatamente tagliare giocatori sotto contratto pluriennale, con le relative conseguenze economiche e di strategie di gioco che ciò potrebbe comportare. L'anno scorso, le norme FIR hanno imposto il taglio di Maddok che, al di la della penalizzazione economica, è stato comunque digerito abbastanza bene da società e tifosi biancoverdi, dato il contributo non proprio incisivo che il giocatore ha dato. E se l'anno prossimo dovesse toccare, per esempio, a Williams? La reazione non sarebbe certo morbida. Bene ha fatto il Benetton a presentare ricorso, a tutela dei propri interessi economici e sportivi.
Oltre a ciò, la norma che impone l'utilizzo di uno straniero per ogni ruolo, è quanto mai cervellotica: per esempio, non poter schierare una mediana tutta di giocatori stranieri, soprattutto in caso d'emergenza, è penalizzante, così come in seconda linea o in altri ruoli. In fin dei conti, i talenti italiani non dovrebbero scaturire dalle accademie? Che colpa hanno Aironi e Treviso se in Italia non c'è un'apertura degna di questo nome?
Nelle altre franchigie irlandesi, gallesi e scozzesi del RaboDirect Pro12 queste norme non esistono, permettendo loro di affrontare il torneo con più serenità e concretezza, soprattutto quando i giocatori d'interesse nazionale sono impegnati con la squadra del proprio Paese. Che poi Treviso abbia fatto bene anche schierando le terze scelte, questo va solo ascritto al merito della società, ma ciò non toglie che sarebbe bene che le normative italiane permettessero alle franchigie di giocarsela alla pari, almeno sotto quest'aspetto, con le altre formazioni del torneo.
Franco

sabato 5 novembre 2011

Benetton 11 - Edinburgh 22

Dalle stelle alle stalle. Dopo l'ubriacatura di mete segnate contro Newport, evidentemente la squadra di Smith oggi era ancora in fase di smaltimento. E' bastato un avversario (tra l'altro penultimo in classifica, fino a ieri) ben organizzato in difesa ed efficace nei calci di spostamento a mettere alle corde un Benetton privo di cervello e di grinta. Sempre sotto nel punteggio, abulico e raramente pericoloso, Treviso ha subìto sia nel possesso che nella conquista. Per giocare a questi livelli manca ancora maturità, costanza e consapevolezza delle proprie forze e di quelle dell'avversario. Mi sono sempre mostrato scettico nei confronti di chi, durante la settimana appena trascorsa, preveggeva vendemmiate di punti contro gli scozzesi: qualcosa mi diceva che non tutto sarebbe andato liscio. Burton irriconoscibile (soprattutto nel secondo tempo), raggruppamenti raramente avanzanti e troppo lenti per sorprendere una difesa sempre ben piazzata, calci di spostamento pietosi, una mischia molte volte in apnea, terze linee non determinanti (Vosawai, entrato nel secondo tempo, prende due palloni in tutto e per due volte commette "in avanti"). Irriconoscibile, il Benetton. Il loro calciatore (Leonard, e non c'era Parks) è stato quasi infallibile, marcando 17 punti (5 calci e una trasformazione). Poi la meta di Jacobsen.
Per Treviso, drop e calcio di Burton e la meta di Nitoglia. Da sottolineare un arbitro (scozzese...) che ha fatto di tutto per spezzettare il gioco di Treviso, che ha usato due metri e due misure, a favore dei suoi connazionali, nel giudicare i lanci in touche, il fuorigioco le entrate laterali in mischia e ancora di tutto e di più. Certo, se Treviso avesse segnato anche oggi una valanga di punti, non starei qui a dissertare sull'arbitro, anche perchè non è l'arbitro che fa la partita. Ma oggi se ne sono viste di tutti i colori. E' ora che chi di dovere agisca affinchè l'arbitraggio sia affidato a gente, almeno apparentemente, al di fuori di ogni sospetto: quindi, per prima cosa, di nazionalità diversa rispetto a quella delle squadre in campo. Altrimenti si rischia che anche la più piccola  faziosità si trasformi in malafede bella e buona.
La prossima settimana inizia la Heineken Cup (avversario Saracens, a Londra). C'è da augurarsi che Treviso cambi registro, altrimenti si rischieranno i soliti, sistematici, cappotti.

Franco

venerdì 4 novembre 2011

Benetton Treviso - Edinburgo: le formazioni per domani

Sabato 5 novembre, alle ore 15, Benetton ed Edimburgh giocheranno, nel campo di Monigo, una delle sfide programmate nell'ambito dell'ottava giornata del RaboDirect Pro12.
Treviso, reduce dal roboante 50-24 contro Newport Dragons, lascia Williams e Semenzato in panchina, sostituendoli con McLean e Tobias Botes; cambio anche per il tallonatore Ceccato, sostituito da Sbaraglini.
Nell'Edimburgh mancherà il "cecchino" Paterson, causa problemi fisici, sostituito da Thompson. Non mancherà, invece, Tim Visser, attuale metaman del torneo.

Queste le formazioni di partenza:
Benetton Treviso
15 Ludovico Nitoglia
14 Tommaso Benvenuti
13 Ezio Galon
12 Alberto Sgarbi
11 Luke McLean
10 Kristopher Burton
9 Tobias Botes
8 Marco Filippucci
7 Alessandro Zanni
6 Francesco Minto
5 Corniel Van Zyl
4 Antonio Pavanello (capitano)
3 Lorenzo Cittadini
2 Franco Sbaraglini
1 Michele Rizzo

A disposizione:
16 Diego Vidal
17 Ignacio Fernandez Rouyet
18 Pedro Di Santo
19 Benjamin Vermaak
20 Manoa Vosawai
21 Fabio Semenzato
22 Willem De Waal
23 Brendan Williams
Head Coach: Franco Smith.

Edimburgh
15 Jim Thompson
14 Lee Jones
13 Nick De Luca
12 Matt Scott
11 Tim Visser
10 Harry Leonard
9 Mike Blair
8 Netani Talei
7 Ross Rennie
6 Dave Denton
5 Grant Gilchrist
4 Esteban Lozada
3 Geoff Cross
2 Ross Ford (capitano)
1 Allan Jacobsen

A disposizione:
16 Steven Lawrie
17 Kyle Traynor
18 Lewis Niven
19 Steven Turnbull
20 Stuart McInally
21 Chris Leck
22 Greig Laidlaw
23 Tom Brown
Head Coach: Michael Bradley.

Franco

giovedì 3 novembre 2011

RaboDirect Pro12

La classifica, aggiornata dopo la settima giornata del torneo, vede in testa ancora gli Ospreys con 24 punti. A seguire Munster e Leinster, appaiati a 22 punti. Ultimi gli Aironi con 6 punti. La squadra che ha realizzato più mete è quella dei Cardiff Blues (17 segnature, media di 2.4 a partita), seguita da Ospreys, Benetton e Ulster con 13. Le squadre che hanno segnato di meno sono Glasgow Warriors e Newport Gwent Dragons, con 9 centri (media di 1.3 a partita), ma Glasgow Warriors ne ha subite 10, mentre Newport 15 e ciò giustifica la differenza di 8 punti in classifica tra le due squadre (18 Glasgow e 10 Newport). La squadra più prolifica è ancora Ospreys con 177 punti all'attivo (media 25.3 a partita), seguita da Cardiff Blues (163), e Benetton Treviso (162). L'attacco più debole è quello degli Aironi, con 106 punti segnati (media 15.1 a partita); seguono Newport (123) e Ulster (125). La difesa migliore? Quella del Munster (101 punti subiti, media 14.4 a partita), seguita da Ospreys e Leinster con 125 e dagli Scarlets con 126. Da sottolineare il fatto che se Treviso non avesse subito, contro Newport, due mete tanto banali quanto evitabilissime, si troverebbe ad aver subìto 121 punti anzichè 135, ovvero avrebbe la seconda miglior difesa del torneo. Per ciò che riguarda la differenza tra punti fatti e punti subiti, i migliori sono i primi tre della classifica, Ospreys, Munster e Leinster rispettivamente con + 52, +40, +35. La peggiore? Gli Aironi, con -74 seguiti da Newport (-42) e Edimburgo (-40). Con 50 punti messi a segno contro il Newport, Treviso è la squadra che, finora, ha segnato più punti in una partita nel RaboDirect Pro12, seguita dal Munster con 35, messi a segno contro gli Scarlets. Inoltre, la partita Treviso - Newport è quella che ha fatto registrare il maggior numero di punti segnati in una singola gara, 74. I metamen sono Tim Visser, 3/4 ala dell'Edinburgh e Nick Williams, terza linea degli Aironi, appaiati con 5 segnature ciascuno.

Franco

domenica 30 ottobre 2011

RaboDirect Pro12: Benetton 50 - Newport Dragons 24

All'interno di una splendida cornice di sole e di pubblico, una tra le migliori prestazioni  (se non la migliore) della compagine made in Treviso nell'ambito del torneo. Tanto che l'allenatore avversario ha dichiarato che, fin'ora, il gioco più bello visto nella Rabodirect Pro12 è stato proprio quello del Benetton. Ruck velocissime, fasi di gioco multiple e diversificate, mediana lucida, in sintonia, ed efficace (ancora sconosciuti i motivi per i quali l'epurato Mallet ha lasciato a casa Burton anzichè convocarlo per i mondiali: anche oggi è stato un giocatore illuminato e preciso), predisposizione per il gioco alla mano, spostamenti continui a ricercare l'asse per lo sfondamento; placcaggi in avanzamento e calci di spostamento precisi sia in attacco che in difesa. Risultato? 7 mete rifilate ai Dragons (che hanno ricambiato con tre segnature) e spettacolo da spellarsi le mani. Dopo la meta iniziale di Zanni, doppietta di Williams che ha fatto vibrare Monigo: entrambe le mete (la prima, in solitaria, da metà campo), con una coreografia che prevedeva una nuova, futura, specialità olimpica, ovvero il "salto dell'avversario". Giocatori avversari letteralmente lasciati sul posto dalle finte di Dingo, che la dicono lunga sul forzato utilizzo dell' atleta "grande e grosso", oggi così di moda ed avallato anche dalla Federazione Italiana. Ora il Benetton ha un attacco che si inserisce tra i top del RaboDirect e con 19 punti e quattro vittorie di fila si è installato nelle zone nobili della classifica. Da migliorare? Sicuramente l'intensità. Treviso deve riuscire ad imparare a non mollare mai, anche se si trovasse con un vantaggio abissale. All'avversario non va data tregua e deve pagare la tariffa che merita. Poi la concentrazione, che in qualche modo si collega con il discorso di prima sull'intensità: sono bastati pochi minuti da "ebbrezza da risultato già in tasca" per far segnare all'avversario altre due mete evitabilissime e "telefonate", tanto erano prevedibili. E ciò va ad allacciarsi con  i numeri della prestazioni difensive, che se non fossero contaminate da queste "bambole" collettive contribuirebbero ad assegnare al Benetton una differenza positiva di tutto rispetto tra punti segnati e subiti. Sabato prossimo l'Edimburgo, sempre a Monigo. Vista la posizione in classifica degli scozzesi (penultimi) non sarebbe azzardato prevedere un'altra vittoria di Treviso; ma si sa, presunzione ed appagamento danno effetti devastanti. Ultima nota per l'allenatore, Franco Smith: finora aveva giocato senza una dozzina di nazionali, utilizzando elementi di seconda e terza fascia che si sono perfettamente inseriti nei meccanismi societari e di gioco e che hanno contribuito in maniera netta a collocare il Benetton nel posto in cui si trova. Ora che i nazionali sono ritornati all'ovile le cose dovrebbero ancora migliorare, visto anche che saggezza impone di inserirli un po' alla volta per non turbare i meccanismi di gioco. Mallet, con gli stessi uomini, ha fallito. Questione di "manico"? Sembrerebbe proprio di si. Alla luce dei risultati ottenuti con risorse sicuramente non paragonabili a quelle di altri team dal budget molto più sostanzioso, sarebbe un vero peccato che Smith si lasciasse tentare da offerte che sicuramente gli arriveranno. Il valore si misura da ciò che si riesce ad ottenere anche con poco, sapendo gestire quel poco con intelligenza e capacità.

Franco

lunedì 24 ottobre 2011

Serie A - Girone B

Quarta giornata.

Zhermack Badia - Catania 20 - 7
Novaco Alghero - Almaviva Capit. 23 - 10
S.M.Valpolicella - Gruppo Padana Paese 19 - 20
Avezzano - Romagna 15 - 10
G. Sanniti - Rubano 9 - 26
Milano - Amat. Capoterra 16 - 17

Classifica:

 Capoterra 18
 Avezzano 15
 Rubano 14
 Gruppo Padana Paese 14
 Almaviva C.10
 Zherm. Badia 10
 Romagna 8
Valpolicella 6
Catania 4
Nov. Alghero1
G. Sanniti1
Milano1

Prossimo turno (30/10/2011)

 Catania - Novaco Alghero
 Zhermack Badia - S.M.Valpolicell
 Amat. Capoterra - Avezzano
 Romagna - Rubano
 Almaviva Capit. - Milano
 Gruppo Padana Paese - G. Sanniti

Bilancio mondiale

Esce di scena anche la settima edizione del mondiale. La RWC, che ha visto protagoniste le dodici squadre qualificate che hanno giocato in Nuova Zelanda. Dal 9 settembre al 23 ottobre. Troppo tempo, tante pause. E troppe squadre. Un mondiale strutturato come quello appena andato in archivio fa comodo solo ai media. Ha vinto la Nuova Zelanda, come da copione, una finale non bella ma intensa, dove la Francia ha tolto progressivamente sicurezza ai tuttineri sfoderando una prestazione di buon livello, dopo aver giocato discretamente solo un tempo contro l'Inghilterra ed avendo disputato penosamente il resto del mondiale. Gli All Blacks non sono riusciti a riproporre il solito attacco stellare, dimostrando di essere, comunque, i migliori, ma di patire la gara del "dentro o fuori", la partita secca. Una finale decisa alla rovescia anche dall'uscita per infortunio dei due mediani d'apertura: il francese Parra, uno dei pochi a brillare durante il mondiale nel team dei galletti, e Cruden, terza scelta All Blacks. E, diversamente dall'impeccabilità sinora dimostrata, anche l'arbitraggio di Joubert è stato, forse inconsciamente, un po' casalingo. Ma tant'è.
Come la finale, tutta la coppa del mondo non è stata molto spettacolare, denunciando la pochezza tecnica di alcuni team storici (per esempio il Sudafrica) ed un livello generale con l'indicatore volto al ribasso. Molti giocatori che hanno contribuito a scrivere la storia recente del rugby lascieranno la mano (uno per tutti O'Driscoll), dando così il via a rinnovamenti più o meno marcati delle rispettive squadre di appartenenza.
Non ci sono state "squadre rivelazione", ma una merita una menzione speciale: il Galles. Ha sempre giocato e lottato fino all'ultimo, buttando in campo anche il cuore quando non c'era più il fiato, onorando con dignità esemplare il rugby ed il suo spirito.
Giocatori alla ribalta? L'Australiano J. O'Connor su tutti, poi il neozelandese Dagg, che pur ieri non ha brillato come al solito, ma non per colpa sua. Tra i "vecchi" il solito Mc Caw.
In sette incontri la Nuova Zelanda ha segnato 301 punti (record del torneo, media di 43 a partita), quasi il doppio della Francia (159). Record delle mete segnate ancora alla Nuova Zelanda con 40 marcature (5,7 a partita la media) contro le 16 dei francesi. Galles al secondo posto sia per punti (228) che per mete (29), sempre in sette incontri. L'Italia? In quattro incontri 92 punti realizzati (media di 23 a partita, in proporzione uno in più della Francia) e 13 mete (media 3,25).

Franco

domenica 23 ottobre 2011

RWC 2011

E' andata a finire come tutti aspettavano: Molto probabilmente, il punteggio finale non ha soddisfatto gli esteti, che, a ragione, avrebbero voluto la Francia soccombere più decisamente e con enormi sofferenze. Il gioco ha voluto che le aperture fossero inutilizzabili, già dal primo tempo, per entrambe le dquadre. E di questo è stata avvantaggiata la Francia, che ha messo in campo un fior di giocatore  (Trinh-Duc, si scrive cosi?), rispetto ad una quarta scelta neozelandese, Donald. Ad un certo momento, gli All Blaks, si sono ritrovati ad inseguire, a stringere i denti, a difendere quella linea che nemmeno nel Piave... I francesi, come al solito, hanno peccato di presunzione: una più massiccia raccolta dell'ovale, senza falli, avendo di fronte avversari  non particolaemente ispirati, sarebbe stata letale per i Neozelandesi. Ed invece giù, a guerreggiare, senza cognizione. Il rischio corso è stato veramente notevole. Lo sgomento dei galletti si unisce al coro dei  beniamini d'oltralpe, decisi a raddrizzare la partita secondo il proprio volere, non contando l'avversario che avevano davanti. "Chi vuol esser lieto sia, nel doman non v'è certezza". Questo oggi inneggiano i neozelandesi, vittoriosi sulla boria e su una tattica che, pur sempre valida, non ha dato alla Francia la grinta necessaria per essere, comunque, uno sparring-partner credibile: risultato a parte.

Franco

venerdì 21 ottobre 2011

Il premio IRB al migliore giocatore

Ha tanto il sapore della buffonata all'americana che ogni anno deve premiare "il migliore" in ogni sport professionistico. Dal 2001 l'International Board ha perciò istituito l'IRB Player of the Year Award che, con nomine molto arbitrarie per non scontentare nessuno dei Potenti, pretende di riconoscere questo "migliore" giocatore.

Lunedì a Auckland la buffonata pertanto farà uscire dal cappello del prestigiatore il "migliore".

I candidati sono sei: i neozelandesi Weepu, Kaino e Nonu, gli australiani Pocock e Genia, e dulcis in fundo il transalpino Dusautoir.

Sarebbe da stupidi commentare gran parte di queste scelte...non scadiamo a certi livelli, vero??

Giampaolo

giovedì 20 ottobre 2011

Scelto il XV francese

Per la finale di domenica Marc Lièvremont ha confermato lo stesso XV iniziale della semifinale contro il Galles. Le riserve invece non sono ancora state scelte ma è prevedibile che Szarzewski, Barcella, Pierre e Trinh-Duc ci saranno. Forse anche Picamoles oppure Ouedraogo.

15 Médard
14 Clerc
13 Rougerie
12 Mermoz
11 Palisson
10 Parra
9 Yachvili
8 Harinordoquy
7 Bonnaire
6 Dusautoir -capitano-
5 Nallet
4 Papé
3 Mas
2 Servat
1 Poux

Giampaolo

mercoledì 19 ottobre 2011

I precedenti Mondiali tra Bleus e All Blacks

Sono ben cinque gli scontri diretti tra transalpini e neozelandesi nella storia dei Mondiali.
Già nella celebrata prima edizione, ospitata in co-abitazione tra australiani e kiwi, le due compagini si incontrarono. L'organizzazione, che si fregava le mani dalla felicità per la vergognosa esclusione politica dei Bokke, fece di tutto perché Wallabies e All Blacks si incontrassero nella finalissima ma in pochi avevano previsto il XV transalpino come capace di fare il colpaccio ed eliminare in casa loro gli australiani. E così nella finale dell'Eden Park di Auckland giunsero i Bleus che però, stanchi per la faticaccia della precedente partita, poco poterono opporre ai galvanizzati padroni di casa.

La stratosferica battaglia vinta dagli uomini di Skrèla e Villepreux nel 1999 oramai è un pezzo di leggenda incancellabile così come la controversa sfida di quattro anni fa, in cui un passaggio in avanti non sanzionato dal fischietto inglese Wayne Barnes portò alla meta che risolse la contesa. Del tutto inutili, se non ai fini statistici, risultano invece la partita del 2003 e quella di venticinque giorni fa.

20/6/1987
Finale (Eden Park, Auckland)
Nuova Zelanda 29, Francia 9

31/10/1999
Semifinale (Twickenham)
Francia 43, Nuova Zelanda 31

20/11/2003
3°-4° posto (Sydney)
Nuova Zelanda 40, Francia 13

6/10/2007
Quarti di finale (Millennium Stadium)
Francia 20, Nuova Zelanda 18

24/9/2011
Gruppo (Eden Park, Auckland)
Nuova Zelanda 37, Francia 17

Giampaolo