lunedì 27 febbraio 2012

Sei Nazioni terzo atto: Irlanda 42 - Italia 10

Un divario peggiore di quello patito sabato a Dublino l'avevamo subìto dall'Irlanda solamente nella prima edizione del 2000 (60 a 13). Per i 13 tornei finora disputati, probabilmente, la FIR contava di utilizzare sempre ed ancora Dominguez e Troncon (conservandoli sotto spirito per il resto dell'anno) visto che in  tutto questo lasso di tempo non c'è stato uno straccio di progetto per far crescere una mediana ed un calciatore decenti. Perchè si sa che nel rugby senza un direttore dei lavori della mischia, un altro dei tre quarti ed un piede non meno che buono, strada non si fa. Lo sanno tutti tranne i nostri vertici federali ed i loro zerbini che stanno occupando un posto che dovrebbero sentire moralmente abusivo e che invece preservano per dare continuità al loro volontario scempio del rugby italiano. Senza dignità! Poi ci si mette anche l'insipienza del genio (?) di Brunel che si accanisce a far giocare Botes a mediano d'apertura, senza che ne abbia un'attitudine naturale, ed a farlo calciare, senza che ne abbia un'attitudine naturale. Mentre constatiamo che se errare è umano, caro Brunel, perseverare è come si suol dire diabolico. Chissà perchè nel Benetton il buon Botes a mediano di mischia (ruolo dove ha un'attitudine naturale), giocando in coppia con Burton all'apertura (ruolo dove ha un'attitudine naturale), formano una mediana equilibrata ed affidabile; senza contare che Burton ha percentuali di realizzazione dei piazzati molto buone (ruolo dove ha un'attitudine naturale). Credevamo di averle viste tutte quando Mauro Bergamasco fu schierato mediano di mischia (e dài!) da Mallett, ma evidentemente ci eravamo sbagliati. Gori è il terzo mediano di mischia del Benetton, dopo Botes e Semenzato, ed un motivo ci sarà. Anzi più di uno. Eccoli: è lento nella lettura del gioco da dietro i raggruppamenti e la mischia, non ha un passaggio veloce, non gradisce molto metterci la faccia per attaccare la linea avversaria e usa poco il piede. Ma è la terza volta consecutiva che parte titolare in questo torneo. Botes aggredisce la linea, placca, ha un passaggio veloce dato da un fisico possente, usa il piede (anche rasoterra, merce rara da noi) ed ha un buon cambio di passo. Non è un fuoriclasse, ma nel suo ruolo è poliedrico. Burton calcia, si inserisce e si ripropone in attacco, usa il piede con una certa efficacia, attacca la linea avversaria e, soprattutto, ha buone percentuali sui calci. Ah, spesso butta dentro dei drop (anche questa merce rara da noi).
Più che degli esperimenti, caro Brunel, è ora di smetterla con gli equivoci! Burton, trentunenne, non potrà essere della partita per i mondiali 2015? Bene allora o non lo si convoca e si continua con Orquera (non capirei, comunque, il cambio) o lo si chiama per farlo giocare apertura fino alla scoperta di un nuovo Messia.
Ma se i motivi della sconfitta con l'Irlanda (e con la Francia e con l'Inghilterra, e ai Mondiali, e ai trascrosi tornei del 6 Nazioni, e nei tour estivi, praticamente dappertutto) riguardassero tutti l'utilizzo della mediana, allora saremmo a cavallo: risolti quelli, tutto risolto. La mischia regge, e lo si sapeva, ed è una delle poche buone notizie; ma se gli uomini di mischia devono anche pensare a difendere al largo a causa dell'insipienza di alcuni nostri giocatori, le energie non basteranno fino alla fine. E così a partire dai punti d'incontro e dal gioco al largo l'avversario ci mette sotto. Mettiamoci anche un assetto psicologico precario ed ecco che il cervello, ad un certo punto, molla tutto ed apre le frontiere. Poi aggiungiamo il fatto che il placcaggio non si deve sbagliare e che bisogna attuarlo senza titubanza sempre con l'intento di ribaltare o spingere indietro l'avversario, mentre si assiste esattamente al contrario. E anche se le seconde linee fanno bene il loro compitino in touche qualcuno dovrebbe dire loro che potrebbero anche partecipare al sostegno, destreggiarsi nel recupero del pallone, difendere e quant'altro; con l'Irlanda le nostre due torri iniziali sembravano quelle degli scacchi: ferme. Capitolo frustrazione: quando si hanno percentuali di possesso e di territorialità elevate ma si va al riposo sotto nel punteggio (e poi si perde), i conti non tornano. A lungo andare il nervosismo provocato dalle situazioni ed accumulato nel tempo provoca logorìo mentale e falli inutili, distrazioni e deconcentrazione. Tutto questo minestrone aiuta a sconvolgere piani tecnici e tattici e sommato all'ingrediente della mediocrità italiana in fatto di talenti, ecco che la risultante è la "tariffa" che becchiamo a partite alterne. Ed il prossimo turno in Galles non preannuncia nulla di buono.
Franco

Nessun commento:

Posta un commento