domenica 5 febbraio 2012

VI NAZIONI 2012 - ITALIA, PRIMO ROUND

L'Italia di Brunel inizia il suo cammino con una sconfitta, in Francia, ad opera dei maestri d'oltralpe vice campioni del mondo. Una sconfitta figlia del comportamento in Europa del club (o franchigia, che dir si voglia) italiano più rappresentativo: il Benetton Treviso. Lasciamo stare infatti gli Aironi non ancora entrati in sintonia con i tornei ai quali partecipano. Ovvero: ad un innegabile miglioramento in termini di tenuta fisica e predisposizione all'offensiva, si registrano ancora marcate defezioni in difesa. Aggiungiamoci il nuovo corso avviato da Brunel e vedremo che quanto patito in Francia è stato quasi inevitabile e sicuramente prevdibile. Alla difesa manca ancora lo stimolo all'aggressività totale, quel processo tecnico ed  istintivo che tende a togliere spazio e forza all'attaccante avversario di turno. Non dico ci sia timidezza nell'approccio fisico ma a volte ciò avviene con un ritardo, sia pur infinitesimale, in grado così di sbilanciare il rapporto velocità/potenza tra chi attacca e chi difende. Il tutto comporta una difesa arretrante e perciò votata al recupero e non all'avanzamento. In seconda battuta, ma non certo meno importante, viene l'approccio al placcaggio e alla tecnica che lo contraddistingue e lo accompagna. Quando un avversario è lanciato in velocità, i placcaggi laterali alti, per alcuni giocatori italiani anche già esperti (vero Mc Lean?), sono ancora la risorsa principe ben sapendo che "frontino" e, appunto, velocità, sono armi elusive abbastanza valide. In queste situazioni il placcaggio alle gambe è fondamentale in quanto provoca il rallentamento e/o la caduta dell'atleta portatore di palla che permette alle difese di rientrare e ripiazzarsi per rintuzzare la fase successiva, riproposta però da un sostegno che in queste situazioni non è sempre tempestivo quindi maggiormente gestibile. Poi c'è sempre da tenere in considerazione che l'effetto del placcaggio potrebbe portare all'in-avanti.

Il terzo fattore è il nuovo corso paventato dall'allenatore transalpino. Logicamente ancora non ben assimilato e "digerito" ha portato e porterà ancora qualche dissesto, soprattutto difensivo; come quello che ieri ha lanciato in meta un giocatore francese che è passato tra Lo Cicero e Ghiraldini schierati in difesa tra i 3/4 mentre loro facevano a pari e dispari su chi avrebbe dovuto affrontarlo. Peccati di "gioventù" che tecnico e squadra sono obbligati, però, a rivedere e correggere.

Altro fattore destabilizzante è il calo fisico italiano che ieri si è manifestato negli ultimi 20-25 minuti dell'incontro. Non credo che ciò sia frutto di una preparazione insufficiente bensì della frustazione che deriva dal fatto di avere il possesso ed attaccare senza però mettere punti in saccoccia, mentre quando si difende qualche errore di troppo fa marcare punti all'avversario: è un muro di gomma che, pian piano, sfianca, toglie concentrazione e incute insicurezza. Anche l'attacco comunque ieri non ha brillato: di fronte ad una difesa preparatissima non abbiamo avuto alternative. Troppo lenti e prevedibili in un gioco che, vista appunto la sempre più efficace organizzazione delle difese odierne, richiede soprattutto velocità, tecnica e fantasia per riuscire ad imporsi. La touche si è comportata da par suo e con il rientro di Pavanello dovrebbe dare ancora più sicurezza: van Zyl è superlativo. La mischia, soprattutto in chiusa, preoccupa tutti gli avversari che ricercano anche sistemi non proprio ortodossi e furbate varie per limitare i danni. Calci di spostamento e di alleggerimento? Qualcosa s'è visto, soprattutto per merito di Burton, ma siamo ancora lontani dagli standard delle migliori. Sui singoli non si dovrebbe porre l'accento visto ancora l'enorme lavoro di squadra che ci sarà da fare, ma vorrei sottolineare che Burton non andava sostituito se non altro per dargli fiducia e per sottolineare una prova nient'affatto carente mentre andava rimpiazzato Gori, troppo prevedibile e lento nelle scelte di gioco. In panchina, allo scopo, si stava congelando gente come Semenzato (in campo solo negli ultimi 5') e Botes (quest'ultimo poi entrato e così, di fatto, per norme assurdamente concepite ed imposte da chi vuol male al rugby italiano, non più straniero per il suo club di appartenenza: il Benetton Treviso).

Franco

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