Anche quest'anno il compitino è stato svolto. E' sufficiente, appena appena: è premiata la buona volontà e l'applicazione; perchè in fatto di arrivarci con l'intelletto di proprietà è pura utopia.
La Scozia era evidentemente sotto tono, quasi intimorita, spaesata: non ne azzeccava una di giusta. Nonostante ciò e con un possesso ed un'occupazione mostruosi, siamo riusciti ad andare al riposo sul 3-3. Poi, nel secondo tempo, la meta italiana da segnare sugli annali: non perchè particolarmente bella, ma perchè per l'Italia, segnare una meta, è cosa da ricordare comunque, tanto è raro il fenomeno. Se sabato scorso la Scozia avesse giocato, nel modo in cui l'ha fatto, contro un'altra qualsiasi partecipante al torneo, avrebbe preso come minimo una trentina di punti. E' una guerra tra poveri, ed i poveri si scannano per un tozzo di pane: mors tua vita mea. E per quest'anno, abbiamo noi quel tozzo di pane con il quale calmare i morsi della fame da crescita rugbistica; l'anno prossimo, chissà...
Una mischia che non è più nello splendore di qualche anno fa, nella quale Brunel non trova di meglio che far giocare Lo Cicero, classe 1976, quindi 36 primavere quest'anno. Poi Ongaro (ultima partita in Nazionale e Ghiraldini infortunato), e Castrogiovanni. Ricambi difficili da reperire. In seconda linea? Van Zyl ha 32 anni ed è da escludere per il prossimo mondiale. Sarebbe vantaggioso proporgli di allenare le giovani promesse, visto che anche grazie alle sue qualità propedeutiche l'Italia ha rubato alla Scozia ben sei - diconsi sei - touche. Antonio Pavanello quest'anno fa trent'anni: nel 2015 ne avrà 33. Andrà bene per il mondiale? Geldenhuys quest'anno ne fa 31. Terza linea? Parisse è del 1983, quindi ha 29 anni; ma continuando a giocare a questi ritmi sputerà i polmoni molto prima dei prossimi mondiali. Zanni è un 1984, ma anche per lui potrebbe valere lo stesso discorso di Parisse. Barbieri è anche lui del 1984. Dietro? Gori, Semenzato e Botes (quest'ultimo il migliore dei tre), salvo miracoli ai quali, a questo punto, bisogna credere ciecamente, sono i mediani di mischia del futuro. L'apertura? Semplicemente non esiste! Poi teniamoci buoni Venditti, Benvenuti e Sgarbi e mandiamo in pensione Masi, Bergamasco quello magro (quello grosso è già fuori e sbuffa come un mantice negli Aironi), Canale e McLean. Cercasi sostituti disperatamente così come necessita, come il pane, uno che sappia buttarla in mezzo ai pali con una certa regolarità. Lasciando stare chi si è già affacciato recentemente alla Nazionale (Derbyshire, Favaro, D'Apice, ecc.) i ricambi scarseggiano e non sono di qualità pari ai loro livelli di destinazione. La partita con la Scozia non ha fatto altro che esaltare, ancora una volta le nostre manchevolezze, sia in difesa che in attacco. Anche se in classifica abbiamo preceduto gli "Highlanders", siamo comunque la squadra che ha subìto più punti (121 contro i 108 della Scozia) e che ha segnato meno (52 punti fatti contro i 68 della Scozia). L'unica apertura decente, Burton, gioca a singhiozzo. Non riusciamo a disporre decentemente la difesa, siamo carenti nell'uno contro uno, arretriamo nei placcaggi e quando abbiamo la palla in mano non sappiamo che cosa fare: manca scuola, talento e fantasia, oltre ad una direzione tecnica che faccia proclami credibili, che non si faccia dettare la formazione dai procuratori e che sappia, soprattutto, allontanare il cancro che da anni sta strangolando il nostro rugby, ovvero i consigli e le pressioni dei personaggi che lo comandano dall'interno della FIR.
mercoledì 21 marzo 2012
mercoledì 14 marzo 2012
Italia - Scozia
Ecco le formazioni delle squadre che si affronteranno all'Olimpico di Roma, sabato 17 marzo 2012 alle 13:30, nelle vesti di Cenerentole del torneo, dato che per l'ennesima volta chi perde vedrà affibbiarsi il famigerato "cucchiaio di legno". Il ruolo di "disperate" vede però l'Italia più in affanno rispetto agli highlanders, in quanto questi ultimi qualcosa hanno combinato, mentre noi, da quando siamo entrati nel VI Nazioni, siamo sempre stati le eterne promesse sfociate in costanti delusioni. Sarà durissima contro una squadra sempre determinata ed obiettivamente con qualche risorsa, tecnica e fisica, in più rispetto alla nostra (occhio, tra gli altri, a Hogg!). Se andrà bene per l'Italia, tutti a festeggiare ed a complimentarsi con giocatori e tecnico (l'annata è salva!); diversamente assisteremo ai soliti (falsi) piagnistei e ai soliti (falsi) proclami di rinnovamento per il futuro indegnamente enunciati da coloro che, anche se eletti democraticamente (?), occupano, comunque, abusivamente, per la loro conclamata incompetenza, la Federazione Italiana Rugby.
Italia: 15 Andrea Masi, 14 Giambattista Venditti, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Gonzalo Canale, 11 Mirco Bergamasco, 10 Kristopher Burton, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse, 7 Robert Barbieri, 6 Alessandro Zanni, 5 Marco Bortolami, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Martin Castrogiovanni, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lo Cicero.
In panchina: 16 Tommaso D'Apice, 17 Lorenzo Cittadini, 18 Joshua Furno, 19 Simone Favaro, 20 Manoa Vosawai, 21 Tobias Botes, 22 Giulio Toniolatti.
15 Stuart Hogg (Glasgow Warriors) 3 caps, 1 try, 5 points
14 Max Evans (Castres) 27 caps, 3 tries, 15 points
13 Nick De Luca (Edinburgh Rugby) 32 caps, 1 try, 5 points
12 Graeme Morrison (Glasgow Warriors) 34 caps, 3 tries, 15 points
11 Sean Lamont (Scarlets) 64 caps, 8 tries, 40 points
10 Greig Laidlaw (Edinburgh Rugby) 6 caps, 1 try, 2 conversions, 6 penalties, 27 points
9 Mike Blair (Edinburgh Rugby), 79 caps, 7 tries, 35 points
1 Allan Jacobsen (Edinburgh Rugby) 64 caps
2 Ross Ford (Edinburgh Rugby) 57 caps, 2 tries, 10 points CAPTAIN3 Geoff Cross (Edinburgh Rugby) 12 caps
4 Richie Gray (Glasgow Warriors) 20 caps, 1 try, 5 points
5 Jim Hamilton (Gloucester) 38 caps, 1 try, 5 points
6 John Barclay (Glasgow Warriors) 36 caps, 2 tries, 10 points
7 Ross Rennie (Edinburgh Rugby) 15 caps
8 David Denton (Edinburgh Rugby) 5 caps
In panchina16 Scott Lawson (Gloucester) 32 caps, 2 tries, 10 points
17 Euan Murray (Newcastle Falcons) 43 caps, 2 tries, 10 points
18 Alastair Kellock (Glasgow Warriors) 40 caps, 1 try, 5 points
19 Richie Vernon (Sale Sharks) 17 caps
20 Chris Cusiter (Glasgow Warriors) 59 caps, 3 tries, 15 points
21 Ruaridh Jackson (Glasgow Warriors) 12 caps, 2 conversions, 2 penalties, 2 drop-goals, 16 points
22 Jack Cuthbert (Bath Rugby) 1 cap
Italia: 15 Andrea Masi, 14 Giambattista Venditti, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Gonzalo Canale, 11 Mirco Bergamasco, 10 Kristopher Burton, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse, 7 Robert Barbieri, 6 Alessandro Zanni, 5 Marco Bortolami, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Martin Castrogiovanni, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lo Cicero.
In panchina: 16 Tommaso D'Apice, 17 Lorenzo Cittadini, 18 Joshua Furno, 19 Simone Favaro, 20 Manoa Vosawai, 21 Tobias Botes, 22 Giulio Toniolatti.
15 Stuart Hogg (Glasgow Warriors) 3 caps, 1 try, 5 points
14 Max Evans (Castres) 27 caps, 3 tries, 15 points
13 Nick De Luca (Edinburgh Rugby) 32 caps, 1 try, 5 points
12 Graeme Morrison (Glasgow Warriors) 34 caps, 3 tries, 15 points
11 Sean Lamont (Scarlets) 64 caps, 8 tries, 40 points
10 Greig Laidlaw (Edinburgh Rugby) 6 caps, 1 try, 2 conversions, 6 penalties, 27 points
9 Mike Blair (Edinburgh Rugby), 79 caps, 7 tries, 35 points
1 Allan Jacobsen (Edinburgh Rugby) 64 caps
2 Ross Ford (Edinburgh Rugby) 57 caps, 2 tries, 10 points CAPTAIN3 Geoff Cross (Edinburgh Rugby) 12 caps
4 Richie Gray (Glasgow Warriors) 20 caps, 1 try, 5 points
5 Jim Hamilton (Gloucester) 38 caps, 1 try, 5 points
6 John Barclay (Glasgow Warriors) 36 caps, 2 tries, 10 points
7 Ross Rennie (Edinburgh Rugby) 15 caps
8 David Denton (Edinburgh Rugby) 5 caps
In panchina16 Scott Lawson (Gloucester) 32 caps, 2 tries, 10 points
17 Euan Murray (Newcastle Falcons) 43 caps, 2 tries, 10 points
18 Alastair Kellock (Glasgow Warriors) 40 caps, 1 try, 5 points
19 Richie Vernon (Sale Sharks) 17 caps
20 Chris Cusiter (Glasgow Warriors) 59 caps, 3 tries, 15 points
21 Ruaridh Jackson (Glasgow Warriors) 12 caps, 2 conversions, 2 penalties, 2 drop-goals, 16 points
22 Jack Cuthbert (Bath Rugby) 1 cap
giovedì 8 marzo 2012
L'Italia anti Galles
Ufficializzata dal C.T. Brunel la formazione che sabato prossimo alle ore 14:30 (15:30 italiane - diretta TV su Sky Sport e differita su LA7 alle 17:55) affronterà la proibitiva trasferta al Millennium Stadium di Cardiff contro la nazionale gallese.
Ben sette i cambi rispetto all'ultima partita giocata in terra d'Irlanda, dettati più dagli infortuni che da reali esigenze tecniche. Forse anche il fatto di disputare l'ultima partita del torneo, a Roma contro la Scozia, giocandosi il tutto per tutto in fatto di vittorie e cucchiaio di legno, ha suggerito a Brunel di risparmiare qualcuno. Tra i trequarti non partiranno dall'inizio Benvenuti, sostituito da Canale e Venditti che lascia il posto a Mirko Bergamasco. In mediana, dal primo minuto, Semenzato, che rileva Gori, e che giocherà in coppia con Burton all'apertura. In terza linea debutto assoluto di Simone Favero al posto di Barbieri. In seconda ritorna Van Zyl, alla sua seconda apparizione in questo 6 Nazioni, in coppia con Geldenhuys, mentre nel trittico della prima linea rientra Lo Cicero che rileva Rizzo.
Italia
15 Andrea Masi, 14 Luke McLean, 13 Gonzalo Canale, 12 Alberto Sgarbi, 11 Mirco Bergamasco, 10 Kris Burton, 9 Fabio Semenzato, 8 Sergio Parisse (c), 7 Simone Favaro, 6 Alessandro Zanni, 5 Cornelius Van Zyl, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Lorenzo Cittadini, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lo Cicero.
In panchina: 16 Tommaso D'Apice, 17 Fabio Staibano, 18 Marco Bortolami, 19 Robert Barbieri, 20 Tobias Botes, 21 Tommaso Benvenuti, 22 Giulio Toniolatti.
Ben sette i cambi rispetto all'ultima partita giocata in terra d'Irlanda, dettati più dagli infortuni che da reali esigenze tecniche. Forse anche il fatto di disputare l'ultima partita del torneo, a Roma contro la Scozia, giocandosi il tutto per tutto in fatto di vittorie e cucchiaio di legno, ha suggerito a Brunel di risparmiare qualcuno. Tra i trequarti non partiranno dall'inizio Benvenuti, sostituito da Canale e Venditti che lascia il posto a Mirko Bergamasco. In mediana, dal primo minuto, Semenzato, che rileva Gori, e che giocherà in coppia con Burton all'apertura. In terza linea debutto assoluto di Simone Favero al posto di Barbieri. In seconda ritorna Van Zyl, alla sua seconda apparizione in questo 6 Nazioni, in coppia con Geldenhuys, mentre nel trittico della prima linea rientra Lo Cicero che rileva Rizzo.
Italia
15 Andrea Masi, 14 Luke McLean, 13 Gonzalo Canale, 12 Alberto Sgarbi, 11 Mirco Bergamasco, 10 Kris Burton, 9 Fabio Semenzato, 8 Sergio Parisse (c), 7 Simone Favaro, 6 Alessandro Zanni, 5 Cornelius Van Zyl, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Lorenzo Cittadini, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lo Cicero.
In panchina: 16 Tommaso D'Apice, 17 Fabio Staibano, 18 Marco Bortolami, 19 Robert Barbieri, 20 Tobias Botes, 21 Tommaso Benvenuti, 22 Giulio Toniolatti.
martedì 6 marzo 2012
La difesa
Pur avendo un attacco discreto, nel Rabodirect Pro 12 il Benetton Treviso ha la seconda peggior difesa, migliore solo di quella dell'Edimburgo. Persino gli Aironi hanno subìto, sino ad oggi, quattro punti e due mete in meno. La filosofia del "primo non prenderle" è, però, sempre valida; se non si possiede una difesa tosta si vanificano l'attacco, l'avanzamento ed il possesso. E la Nazionale italiana soffre degli stessi mali del Benetton: prende troppi punti. E, come il Benetton, è vittima dei propri "buchi" che sovente permettono all'avversario di turno penetrazioni profonde e quasi sempre letali. Ed il motivo di questa simbiosi tra Treviso e l'Italia è presto detto: quali sono i giocatori di Treviso che, in Nazionale, occupano posti tra i tre quarti? Eccoli: Botes, Semenzato, Gori, Burton, McLean, Sgarbi, Benvenuti. Stessi giocatori, stesso difetto. E quali sono le origini di tutto questo? Considerando che nemmeno Masi e gli altri nazionali - non Benetton - della linea arretrata sono dei fulmini di guerra in difesa (e nemmeno in attacco!), ci sarebbe da dedurre che la colpa più evidente di tutto ciò è un'insufficiente preparazione tecnica di base che, unita alla mediocre qualità individuale, determina le raffiche di punti subiti ed a subire. Difficile pensare che prima Green e poi Smith nel Benetton e Berbizier, poi Mallet ed infine Brunel (per quel poco che si è già visto) nell'Italia, non siano stati in grado d'impostare una difesa all'altezza delle situazioni. Nelle prime tre giornate dell'attuale 6 Nazioni, l'Italia ha incassato, da Francia, Inghilterra e Irlanda, ben 91 punti, ed è già ultima in questa particolare classifica con 28 punti in più della penultima, la Scozia, che ne ha incassati 63.
L'approccio al placcaggio dei nostri atleti è generalmente titubante, quel poco che basta a non riuscire a rovesciare l'avversario, bensì ad essere rovesciati. Inoltre, molte volte, il placcaggio che andrebbe effettuato alle gambe è invece praticato alle spalle/tronco o viceversa. Non c'è molta attenzione alle ripartenze avversarie, che ci trovano sovente spiazzati, ed il vizietto di inseguire l'uomo con la palla in mano anzichè controllare il diretto antagonista è di prammatica. Brutte abitudini, che non sono state evidenziate e corrette quando era l'ora di farlo; quando questa gente giocava negli under 8/12/14. Ora è troppo tardi e comunque le eventuali correzioni avrebbero un successo limitato. Si sa che un bambino apprende meglio e più in fretta di un adulto e che quest'ultimo tende a cristallizzarsi proprio su quanto appreso in gioventù, vanificando la proposizione di cambiamenti. Nei paesi anglosassoni i ragazzini tutti, indistintamente, imparano a "centrare" i pali (o comunque a tirare il pallone tra due birilli) già dagli otto anni e con la crescita si selezionano i più dotati in ciò; in quei posti finora da me frequentati in Italia, questa abitudine non c'è! Ecco, in parte, spiegato l'annoso problema del perchè non possediamo, anche, un realizzatore degno di questo nome: non c'è programmazione e quindi ogni educatore si comporta come meglio crede, aumentando la confusione che si crea mischiando cose valide ad altre addirittura deleterie.
La Federazione è immobile, da anni chiedendosi cosa fare senza riuscire a risolvere alcun problema. Continuiamo a farci del male: è nel nostro DNA. Come nel nostro DNA è presente quella rassegnazione che ci impedisce di cacciare via a calci nel sedere quegli omuncoli incompetenti e senza dignità che (in)governano il rugby italiano.
Franco
L'approccio al placcaggio dei nostri atleti è generalmente titubante, quel poco che basta a non riuscire a rovesciare l'avversario, bensì ad essere rovesciati. Inoltre, molte volte, il placcaggio che andrebbe effettuato alle gambe è invece praticato alle spalle/tronco o viceversa. Non c'è molta attenzione alle ripartenze avversarie, che ci trovano sovente spiazzati, ed il vizietto di inseguire l'uomo con la palla in mano anzichè controllare il diretto antagonista è di prammatica. Brutte abitudini, che non sono state evidenziate e corrette quando era l'ora di farlo; quando questa gente giocava negli under 8/12/14. Ora è troppo tardi e comunque le eventuali correzioni avrebbero un successo limitato. Si sa che un bambino apprende meglio e più in fretta di un adulto e che quest'ultimo tende a cristallizzarsi proprio su quanto appreso in gioventù, vanificando la proposizione di cambiamenti. Nei paesi anglosassoni i ragazzini tutti, indistintamente, imparano a "centrare" i pali (o comunque a tirare il pallone tra due birilli) già dagli otto anni e con la crescita si selezionano i più dotati in ciò; in quei posti finora da me frequentati in Italia, questa abitudine non c'è! Ecco, in parte, spiegato l'annoso problema del perchè non possediamo, anche, un realizzatore degno di questo nome: non c'è programmazione e quindi ogni educatore si comporta come meglio crede, aumentando la confusione che si crea mischiando cose valide ad altre addirittura deleterie.
La Federazione è immobile, da anni chiedendosi cosa fare senza riuscire a risolvere alcun problema. Continuiamo a farci del male: è nel nostro DNA. Come nel nostro DNA è presente quella rassegnazione che ci impedisce di cacciare via a calci nel sedere quegli omuncoli incompetenti e senza dignità che (in)governano il rugby italiano.
Franco
lunedì 5 marzo 2012
Francia 17, Irlanda 17
Domenica 4 Marzo 2012
Stade de France
Francia 17 (m= Fofana; p= Parra 4)
Irlanda 17 (m= Bowe 2; t= Sexton 2; p= Sexton)
Primo tempo= 6-17
Arbitro: D Pearson (Inghilterra)
Classifica aggiornata e completa
6 Galles
5 Francia
4 Inghilterra
3 Irlanda
0 Scozia
0 Italia
Stade de France
Francia 17 (m= Fofana; p= Parra 4)
Irlanda 17 (m= Bowe 2; t= Sexton 2; p= Sexton)
Primo tempo= 6-17
Arbitro: D Pearson (Inghilterra)
Classifica aggiornata e completa
6 Galles
5 Francia
4 Inghilterra
3 Irlanda
0 Scozia
0 Italia
domenica 4 marzo 2012
Oggi si recupera Francia-Irlanda
Allo Stade de France...
Francia
15 C Poitrenaud
14 V Clerc
13 A Rougerie
12 W Fofana
11 J Malzieu
10 F Trinh-Duc
9 M Parra
1 J-B Poux
2 D Szarzewski
3 N Mas
4 P Pape
5 Y Maestri
6 T Dusautoir (capitano)
7 Julien Bonnaire
8 I Harinordoquy
Riserve: 16 W Servat, 17 V Debaty, 18 L Nallet, 19 L Picamoles, 20 J Dupuy, 21 L Beauxis, 22 M Mermoz
Irlanda
15 Rob Kearney
14 Tommy Bowe
13 Keith Earls
12 Gordon D'Arcy
11 Andrew Trimble
10 Jonathan Sexton
9 Conor Murray
1 Cian Healy
2 Rory Best
3 Mike Ross
4 Donncha O'Callaghan
5 Paul O'Connell (capitano)
6 Stephen Ferris
7 Sean O'Brien
8 Jamie Heaslip
Riserve: 16 Sean Cronin, 17 Tom Court, 18 Donnacha Ryan, 19 Peter O'Mahony, 20 Eoin Reddan, 21 Ronan O'Gara, 22 Fergus McFadden
In una partita del genere è sempre difficile esprimere la propria preferenza. Alla fine il mio cuore andrà con gli irlandesi.
Entrambe le compagini debbono vincere: la Francia per mantenere il passo del Galles, l'Irlanda per covare ancora sogni di gloria nonostante la beffa interna proprio con il XV di Gatland...
Ieri a Rovigo nel recupero Sei Nazioni Under 20...
Italia 7, Inghilterra 42
Francia
15 C Poitrenaud
14 V Clerc
13 A Rougerie
12 W Fofana
11 J Malzieu
10 F Trinh-Duc
9 M Parra
1 J-B Poux
2 D Szarzewski
3 N Mas
4 P Pape
5 Y Maestri
6 T Dusautoir (capitano)
7 Julien Bonnaire
8 I Harinordoquy
Riserve: 16 W Servat, 17 V Debaty, 18 L Nallet, 19 L Picamoles, 20 J Dupuy, 21 L Beauxis, 22 M Mermoz
Irlanda
15 Rob Kearney
14 Tommy Bowe
13 Keith Earls
12 Gordon D'Arcy
11 Andrew Trimble
10 Jonathan Sexton
9 Conor Murray
1 Cian Healy
2 Rory Best
3 Mike Ross
4 Donncha O'Callaghan
5 Paul O'Connell (capitano)
6 Stephen Ferris
7 Sean O'Brien
8 Jamie Heaslip
Riserve: 16 Sean Cronin, 17 Tom Court, 18 Donnacha Ryan, 19 Peter O'Mahony, 20 Eoin Reddan, 21 Ronan O'Gara, 22 Fergus McFadden
In una partita del genere è sempre difficile esprimere la propria preferenza. Alla fine il mio cuore andrà con gli irlandesi.
Entrambe le compagini debbono vincere: la Francia per mantenere il passo del Galles, l'Irlanda per covare ancora sogni di gloria nonostante la beffa interna proprio con il XV di Gatland...
Ieri a Rovigo nel recupero Sei Nazioni Under 20...
Italia 7, Inghilterra 42
sabato 3 marzo 2012
Sei Nazioni Under 20
Ecco la classifica dopo tre turni disputati:
6 Irlanda
4 (2) Inghilterra
4 Francia
2 Galles
0 (2) Italia
0 Scozia
Oggi al Battaglini di Rovigo si recupera Italia-Inghilterra.
6 Irlanda
4 (2) Inghilterra
4 Francia
2 Galles
0 (2) Italia
0 Scozia
Oggi al Battaglini di Rovigo si recupera Italia-Inghilterra.
giovedì 1 marzo 2012
Francia-Irlanda: amarcord...da ridere...
Ogni volta che allo Stade de France si gioca Francia-Irlanda per il Sei Nazioni mi viene in mente un episodio godibilissimo accaduto nell'anno 2000.
Ero andato al Flaminio in un fine settimana di marzo per assistere a Italia-Inghilterra, giocata di sabato. Mi fermai a dormire a Roma e la domenica mattina di buon ora andai alla stazione Termini per salire sul treno che mi avrebbe riportato a casa.
Vi trovai, con mio parziale stupore, una nota "penna" di rugby, sport di cui scriveva da oltre vent'anni anche se il suo grande amore era ben altra disciplina.
Era, come detto, domenica e nel pomeriggio allo Stade de France la Francia di Bernard Laporte se la sarebbe vista con l'Irlanda. Il tipo (lo chiamerò d'ora in poi "penna eccellente") mi parlò dei migliori giocatori del momento del rugby mondiale, probabilmente pensando di insegnarmi qualcosa: bontà sua. Naturalmente non risparmiò anche le lodi all'ala australiana David Campese che definì uno dei giocatori più completi della storia del rugby di sempre.
Giunti a parlare della partita tra transalpini e irlandesi "penna eccellente" mi confessò che in una sua ipotetica squadra mondiale avrebbe tanto desiderato avere Keith Wood, il pelato tallonatore irlandese di militanza Harlequins. "Penna eccellente" evidentemente era molto ben colpito da questo pirotecnico atleta, peraltro figlio d'arte, e pertanto mi presentò questa sua delibera con l'atteggiamento di chi aveva piazzato il colpaccio da saputo. Il suo sguardo era eloquente: lui "il maestro" mi indicava la strada.
Strano a dirsi "penna eccellente" mi coinvolse nel mini-referendum chiedendomi chi avrei io voluto nella mia squadra, al che senza alcun dubbio proffersi due parole: Brian O'Driscoll.
"Penna eccellente" mi guardò con fare interrogativo, evidentemente seccato da quella mia boutade. Non avevo capito niente...
Finì che a Bologna io scesi mentre "penna eccellente" rimase in carrozza per la sua destinazione non ancora raggiunta.
Per la cronaca quel giorno l'Irlanda espugnò lo Stade de France dopo "solamente" 28 anni di digiuno da vittoria in terra transalpina.
Ah, già: in quella partita Brian O'Driscoll segnò TRE METE contro una difesa di casa che non ci capì niente sul come fermarlo (leggasi: placcarlo).
Nelle seguenti occasioni in cui "penna eccellente" mi incontrò non mi chiese più mie opinioni sul rugby...
PS quel mio viaggio a Roma mi permise di ricevere in regalo, con tanto di dedica, il primo libro celebre (pubblicato nel 1994) di Stephen Jones del Sunday Times londinese. Colsi l'occasione di parlarne con "penna eccellente" che mi guardò come fossi un marziano: di che roba parlavo? Lui sapeva solo di "Nembo" Bonetti e soci...
Giampaolo
Ero andato al Flaminio in un fine settimana di marzo per assistere a Italia-Inghilterra, giocata di sabato. Mi fermai a dormire a Roma e la domenica mattina di buon ora andai alla stazione Termini per salire sul treno che mi avrebbe riportato a casa.
Vi trovai, con mio parziale stupore, una nota "penna" di rugby, sport di cui scriveva da oltre vent'anni anche se il suo grande amore era ben altra disciplina.
Era, come detto, domenica e nel pomeriggio allo Stade de France la Francia di Bernard Laporte se la sarebbe vista con l'Irlanda. Il tipo (lo chiamerò d'ora in poi "penna eccellente") mi parlò dei migliori giocatori del momento del rugby mondiale, probabilmente pensando di insegnarmi qualcosa: bontà sua. Naturalmente non risparmiò anche le lodi all'ala australiana David Campese che definì uno dei giocatori più completi della storia del rugby di sempre.
Giunti a parlare della partita tra transalpini e irlandesi "penna eccellente" mi confessò che in una sua ipotetica squadra mondiale avrebbe tanto desiderato avere Keith Wood, il pelato tallonatore irlandese di militanza Harlequins. "Penna eccellente" evidentemente era molto ben colpito da questo pirotecnico atleta, peraltro figlio d'arte, e pertanto mi presentò questa sua delibera con l'atteggiamento di chi aveva piazzato il colpaccio da saputo. Il suo sguardo era eloquente: lui "il maestro" mi indicava la strada.
Strano a dirsi "penna eccellente" mi coinvolse nel mini-referendum chiedendomi chi avrei io voluto nella mia squadra, al che senza alcun dubbio proffersi due parole: Brian O'Driscoll.
"Penna eccellente" mi guardò con fare interrogativo, evidentemente seccato da quella mia boutade. Non avevo capito niente...
Finì che a Bologna io scesi mentre "penna eccellente" rimase in carrozza per la sua destinazione non ancora raggiunta.
Per la cronaca quel giorno l'Irlanda espugnò lo Stade de France dopo "solamente" 28 anni di digiuno da vittoria in terra transalpina.
Ah, già: in quella partita Brian O'Driscoll segnò TRE METE contro una difesa di casa che non ci capì niente sul come fermarlo (leggasi: placcarlo).
Nelle seguenti occasioni in cui "penna eccellente" mi incontrò non mi chiese più mie opinioni sul rugby...
PS quel mio viaggio a Roma mi permise di ricevere in regalo, con tanto di dedica, il primo libro celebre (pubblicato nel 1994) di Stephen Jones del Sunday Times londinese. Colsi l'occasione di parlarne con "penna eccellente" che mi guardò come fossi un marziano: di che roba parlavo? Lui sapeva solo di "Nembo" Bonetti e soci...
Giampaolo
mercoledì 29 febbraio 2012
Italia: apertura cercasi
Matt Williams, irlandese, ex CT della Scozia, ha sparato ad alzo zero sulla FIR, in un articolo sull'Irish Times, per la mancanza di programmazione rugbistica e via dicendo. Il giudizio, sia pur condivisibile, è però guarnito dal fatto che, come ogni buon qualunquista, abbina i suoi ragionamenti alla Chiesa Cattolica ed alla mafia nostrane. Il che è tutto dire. Il buon (?) Matt ha perso un'occasione d'oro per far bella figura, perchè se avesse imbastito una semplice disgressione tecnica sul rugby italiano, senza cadere così pesantemente nei luoghi comuni che contraddistinguono i nulla pensanti, avrebbe potuto provocare ulteriori discussioni positive ai fini della nostra crescita in questo sport. Forse il cervellone si dimentica che gli inni irlandesi, per il rugby, sono due: metà squadra canta il primo e l'altra metà il secondo. Il vate si scorda, anche, che la divisione religiosa, in Irlanda, ha fatto centinaia di vittime, e che il Paese è rappresentato da due bandiere, segno di divisione profonda, anche politica, sociale e sportiva (sport gaelici). Nessun confine tra due Stati, come quello irlandese, è anche segno di divisioni e rivalità profondamente radicate nella cultura e, conseguentemente, nell'animo dei loro abitanti.
Ma per tornare ai guai di casa nostra, il problema dell'apertura è pressante. Certo, ci vuole del tempo per forgiare altri Collodo, Bettarello e Dominguez, ma dall'inizio del 6 Nazioni ad oggi, la FIR ha avuto 12 anni di tempo per pensarci. E non l'ha fatto. E tutto ciò è aggravato dal fatto che, chi doveva sapere, sapeva. Sapeva e non ha fatto nulla; se n'è lavato le mani, tanto per usare un'espressione educata, pensando che qualche Santo in Paradiso lavorasse al posto suo. E così, mentre proprio l'Irlanda ha plasmato il dopo O'Gara con Sexton, l'Inghilterra si è preoccupata di sostituire Wilkinson con Farrel e Flood, la Francia ha proposto Parra, Trinh-Duc, Beauxis e Doussain, il Galles ha formato Hook, Biggar e Preistland e la Scozia ha messo in campo Leonard, Jackson, Weir e Laidlaw, l'Italia cos'ha fatto? Dopo Dominguez, in ordine alfabetico, ha sperimentato quasi inutilmente: Bocchino, Botes, Burton, De Marigny, Gower, Marcato, Masi, Mc Lean, Orquera, Pez, Raineri, Scanavacca e Wakarua. E forse ne ho lasciato fuori qualcuno. E quanti di questi di formazione italiana? Quattro!
Il problema di una federazione incapace ed irresponsabile esiste da tempo, ma meccanismi elettorali, interessi di bottega, mantenimento dello status quo, equilibri di potere e quant'altro stanno massacrando il nostro rugby senza che nessuno, al momento, possa fare nulla per raddrizzare questa "Costa Concordia ovale" che, pian piano, si sta inabissando.
Franco
Ma per tornare ai guai di casa nostra, il problema dell'apertura è pressante. Certo, ci vuole del tempo per forgiare altri Collodo, Bettarello e Dominguez, ma dall'inizio del 6 Nazioni ad oggi, la FIR ha avuto 12 anni di tempo per pensarci. E non l'ha fatto. E tutto ciò è aggravato dal fatto che, chi doveva sapere, sapeva. Sapeva e non ha fatto nulla; se n'è lavato le mani, tanto per usare un'espressione educata, pensando che qualche Santo in Paradiso lavorasse al posto suo. E così, mentre proprio l'Irlanda ha plasmato il dopo O'Gara con Sexton, l'Inghilterra si è preoccupata di sostituire Wilkinson con Farrel e Flood, la Francia ha proposto Parra, Trinh-Duc, Beauxis e Doussain, il Galles ha formato Hook, Biggar e Preistland e la Scozia ha messo in campo Leonard, Jackson, Weir e Laidlaw, l'Italia cos'ha fatto? Dopo Dominguez, in ordine alfabetico, ha sperimentato quasi inutilmente: Bocchino, Botes, Burton, De Marigny, Gower, Marcato, Masi, Mc Lean, Orquera, Pez, Raineri, Scanavacca e Wakarua. E forse ne ho lasciato fuori qualcuno. E quanti di questi di formazione italiana? Quattro!
Il problema di una federazione incapace ed irresponsabile esiste da tempo, ma meccanismi elettorali, interessi di bottega, mantenimento dello status quo, equilibri di potere e quant'altro stanno massacrando il nostro rugby senza che nessuno, al momento, possa fare nulla per raddrizzare questa "Costa Concordia ovale" che, pian piano, si sta inabissando.
Franco
martedì 28 febbraio 2012
Italia 6 Nazioni: novità!
Sensazionale: Brunel ha richiamato Mirko Bergamasco, guarito da un incidente alla spalla, nonchè Ratu Manoa Seru Vosawai al posto dell'infortunato Pavanello. L'Italrugby è salva! Con questi due fenomeni, mai più figuracce, ma solo vittorie: la prima sarà certamente con il Galles, nel quarto turno del 6 Nazioni. Se son rose, fioriranno, ma se son cachi?
Franco
Franco
lunedì 27 febbraio 2012
Sei Nazioni terzo atto: Irlanda 42 - Italia 10
Un divario peggiore di quello patito sabato a Dublino l'avevamo subìto dall'Irlanda solamente nella prima edizione del 2000 (60 a 13). Per i 13 tornei finora disputati, probabilmente, la FIR contava di utilizzare sempre ed ancora Dominguez e Troncon (conservandoli sotto spirito per il resto dell'anno) visto che in tutto questo lasso di tempo non c'è stato uno straccio di progetto per far crescere una mediana ed un calciatore decenti. Perchè si sa che nel rugby senza un direttore dei lavori della mischia, un altro dei tre quarti ed un piede non meno che buono, strada non si fa. Lo sanno tutti tranne i nostri vertici federali ed i loro zerbini che stanno occupando un posto che dovrebbero sentire moralmente abusivo e che invece preservano per dare continuità al loro volontario scempio del rugby italiano. Senza dignità! Poi ci si mette anche l'insipienza del genio (?) di Brunel che si accanisce a far giocare Botes a mediano d'apertura, senza che ne abbia un'attitudine naturale, ed a farlo calciare, senza che ne abbia un'attitudine naturale. Mentre constatiamo che se errare è umano, caro Brunel, perseverare è come si suol dire diabolico. Chissà perchè nel Benetton il buon Botes a mediano di mischia (ruolo dove ha un'attitudine naturale), giocando in coppia con Burton all'apertura (ruolo dove ha un'attitudine naturale), formano una mediana equilibrata ed affidabile; senza contare che Burton ha percentuali di realizzazione dei piazzati molto buone (ruolo dove ha un'attitudine naturale). Credevamo di averle viste tutte quando Mauro Bergamasco fu schierato mediano di mischia (e dài!) da Mallett, ma evidentemente ci eravamo sbagliati. Gori è il terzo mediano di mischia del Benetton, dopo Botes e Semenzato, ed un motivo ci sarà. Anzi più di uno. Eccoli: è lento nella lettura del gioco da dietro i raggruppamenti e la mischia, non ha un passaggio veloce, non gradisce molto metterci la faccia per attaccare la linea avversaria e usa poco il piede. Ma è la terza volta consecutiva che parte titolare in questo torneo. Botes aggredisce la linea, placca, ha un passaggio veloce dato da un fisico possente, usa il piede (anche rasoterra, merce rara da noi) ed ha un buon cambio di passo. Non è un fuoriclasse, ma nel suo ruolo è poliedrico. Burton calcia, si inserisce e si ripropone in attacco, usa il piede con una certa efficacia, attacca la linea avversaria e, soprattutto, ha buone percentuali sui calci. Ah, spesso butta dentro dei drop (anche questa merce rara da noi).
Più che degli esperimenti, caro Brunel, è ora di smetterla con gli equivoci! Burton, trentunenne, non potrà essere della partita per i mondiali 2015? Bene allora o non lo si convoca e si continua con Orquera (non capirei, comunque, il cambio) o lo si chiama per farlo giocare apertura fino alla scoperta di un nuovo Messia.
Ma se i motivi della sconfitta con l'Irlanda (e con la Francia e con l'Inghilterra, e ai Mondiali, e ai trascrosi tornei del 6 Nazioni, e nei tour estivi, praticamente dappertutto) riguardassero tutti l'utilizzo della mediana, allora saremmo a cavallo: risolti quelli, tutto risolto. La mischia regge, e lo si sapeva, ed è una delle poche buone notizie; ma se gli uomini di mischia devono anche pensare a difendere al largo a causa dell'insipienza di alcuni nostri giocatori, le energie non basteranno fino alla fine. E così a partire dai punti d'incontro e dal gioco al largo l'avversario ci mette sotto. Mettiamoci anche un assetto psicologico precario ed ecco che il cervello, ad un certo punto, molla tutto ed apre le frontiere. Poi aggiungiamo il fatto che il placcaggio non si deve sbagliare e che bisogna attuarlo senza titubanza sempre con l'intento di ribaltare o spingere indietro l'avversario, mentre si assiste esattamente al contrario. E anche se le seconde linee fanno bene il loro compitino in touche qualcuno dovrebbe dire loro che potrebbero anche partecipare al sostegno, destreggiarsi nel recupero del pallone, difendere e quant'altro; con l'Irlanda le nostre due torri iniziali sembravano quelle degli scacchi: ferme. Capitolo frustrazione: quando si hanno percentuali di possesso e di territorialità elevate ma si va al riposo sotto nel punteggio (e poi si perde), i conti non tornano. A lungo andare il nervosismo provocato dalle situazioni ed accumulato nel tempo provoca logorìo mentale e falli inutili, distrazioni e deconcentrazione. Tutto questo minestrone aiuta a sconvolgere piani tecnici e tattici e sommato all'ingrediente della mediocrità italiana in fatto di talenti, ecco che la risultante è la "tariffa" che becchiamo a partite alterne. Ed il prossimo turno in Galles non preannuncia nulla di buono.
Franco
Più che degli esperimenti, caro Brunel, è ora di smetterla con gli equivoci! Burton, trentunenne, non potrà essere della partita per i mondiali 2015? Bene allora o non lo si convoca e si continua con Orquera (non capirei, comunque, il cambio) o lo si chiama per farlo giocare apertura fino alla scoperta di un nuovo Messia.
Ma se i motivi della sconfitta con l'Irlanda (e con la Francia e con l'Inghilterra, e ai Mondiali, e ai trascrosi tornei del 6 Nazioni, e nei tour estivi, praticamente dappertutto) riguardassero tutti l'utilizzo della mediana, allora saremmo a cavallo: risolti quelli, tutto risolto. La mischia regge, e lo si sapeva, ed è una delle poche buone notizie; ma se gli uomini di mischia devono anche pensare a difendere al largo a causa dell'insipienza di alcuni nostri giocatori, le energie non basteranno fino alla fine. E così a partire dai punti d'incontro e dal gioco al largo l'avversario ci mette sotto. Mettiamoci anche un assetto psicologico precario ed ecco che il cervello, ad un certo punto, molla tutto ed apre le frontiere. Poi aggiungiamo il fatto che il placcaggio non si deve sbagliare e che bisogna attuarlo senza titubanza sempre con l'intento di ribaltare o spingere indietro l'avversario, mentre si assiste esattamente al contrario. E anche se le seconde linee fanno bene il loro compitino in touche qualcuno dovrebbe dire loro che potrebbero anche partecipare al sostegno, destreggiarsi nel recupero del pallone, difendere e quant'altro; con l'Irlanda le nostre due torri iniziali sembravano quelle degli scacchi: ferme. Capitolo frustrazione: quando si hanno percentuali di possesso e di territorialità elevate ma si va al riposo sotto nel punteggio (e poi si perde), i conti non tornano. A lungo andare il nervosismo provocato dalle situazioni ed accumulato nel tempo provoca logorìo mentale e falli inutili, distrazioni e deconcentrazione. Tutto questo minestrone aiuta a sconvolgere piani tecnici e tattici e sommato all'ingrediente della mediocrità italiana in fatto di talenti, ecco che la risultante è la "tariffa" che becchiamo a partite alterne. Ed il prossimo turno in Galles non preannuncia nulla di buono.
Franco
Scozia coriacea, Francia a fatica
Stuart Hogg vola oltre la linea |
Domenica 26 febbraio
Scozia 17 (m= Hogg, Jones; t= Laidlaw, Weir; p= Laidlaw)
Francia 23 (m= Fofana, Médard; t= Parra 2; p= Parra 2; d= Beauxis)
Pt= 10-10
Arbitro= Wayne Barnes (Inghilterra)
Solamente dopo l'intervallo la maggiore qualità transalpina ha fatto la differenza contro una Scozia, come sempre, indomabile. E così i 67mila presenti sono dovuti nuovamente tornare a casa a bocca asciutta. Nella Scozia prestazione maiuscola, coronata da una splendida meta in tuffo, del giovane e promettentissimo estremo Stuart Hogg.
Classifica dopo 3 turni: 6 Galles, 4 Francia (2), 4 Inghilterra, 2 Irlanda (2), 0 Scozia, 0 Italia.
Ricordo che domenica prossima allo Stade de France si recupera Francia-Irlanda.
domenica 26 febbraio 2012
L'Italia non placca e subisce la tariffa. Tripla Corona n. 20 per il Galles
La meta di Andrew Trimble |
L'Italietta che fallisce troppi placcaggi.
L'Italietta che per una buona partita contro l'Inghilterra si presenta con motivate speranze a Dublino di fare il colpaccio.
Morale: 42 a 10.
E infatti dura solo un tempo la resistenza degli azzurri nonostante un possesso dell'ovale prolungato e ben sopra il 50%. Dopo l'intervallo la "stamina" e il mestiere dei pur tanti giovani irlandesi ammazza Brunel e soci.
Gli italiani possono ringraziare il tallonatore irlandese Rory Best che con un clamoroso errore in rimessa laterale ha regalato l'ovale con cui Parisse ha segnato la meta...
Sabato 25 febbraio
Aviva Stadium (Lansdowne Road)
Irlanda 42 (m= Earls, Bowe 2, Court, Trimble; t= Sexton 4; p= Sexton 3)
Italia 10 (m= Parisse; t= Botes; p= Botes)
Pt= 17-10
Arbitro= Craig Joubert (Sud Africa)
Una meta di Scott Williams a 5' dal termine dà al Galles la sua ventesima Tripla Corona di sempre. Proprio sul filo della sirena una quasi-meta dell'ala inglese David Strettle non è stata concessa dal TMO in quanto non vi era evidenza che il giocatore avesse schiacciato l'ovale. L'analisi video è durata parecchi minuti e le polemiche non si sono ancora sopite.
Sabato 25 Febbraio
Twickenham
Inghilterra 12 (p= Farrell 4)
Galles 19 (m= S. Williams; t= Halfpenny; p= Halfpenny 4)
Pt= 9-6
Arbitro= Steve Walsh (Australia)
Nel pomeriggio odierno si avrà a Murrayfield un gustoso Scozia-Francia...
venerdì 24 febbraio 2012
Italia per infrangere il tabù. Galles per il colpaccio
Programma del 3° turno del Sei Nazioni:
domani
Irlanda-Italia
Inghilterra-Galles
domenica
Scozia-Francia
Inghilterra e Irlanda sono le uniche due squadre che l'Italrugby non ha mai sconfitto fin dalla prima edizione del Sei Nazioni. Gli albionici non sono mai stati sconfitti anche in altre manifestazioni.
Rizzo e Cittadini partiranno titolari all'Aviva Stadium in cui Keith Earls giocherà finalmente con la casacca numero 13 al posto del convalescente Brian O'Driscoll.
Il Galles acciaccato si presenta a Twickenham senza l'assenza dell'ultima ora di James Hook al cui posto è stato chiamato d'urgenza Stephen Jones.
domani
Irlanda-Italia
Inghilterra-Galles
domenica
Scozia-Francia
Inghilterra e Irlanda sono le uniche due squadre che l'Italrugby non ha mai sconfitto fin dalla prima edizione del Sei Nazioni. Gli albionici non sono mai stati sconfitti anche in altre manifestazioni.
Rizzo e Cittadini partiranno titolari all'Aviva Stadium in cui Keith Earls giocherà finalmente con la casacca numero 13 al posto del convalescente Brian O'Driscoll.
Il Galles acciaccato si presenta a Twickenham senza l'assenza dell'ultima ora di James Hook al cui posto è stato chiamato d'urgenza Stephen Jones.
domenica 19 febbraio 2012
Pensierino... del giorno
"Che cos'hanno gli inglesi da lagnarsi per le lagnanze dei Wallabies? Si lagnano più delle nostre lagnanze che di quello di cui noi effettivamente ci lagniamo."
(Da una lettera al direttore del Sydney Morning Herald).
(Da una lettera al direttore del Sydney Morning Herald).
Benetton - Munster 14-35
Evidente l'immaturità della compagine trevigiana, che becca tre mete in 25 minuti, per poi recuperare qualcosa e far vedere la sua forza, ed incassare la meta del bonus avversario a tempo quasi scaduto. Non ci sono scusanti. La superiorità delle squadre irlandesi nel Rabodirect Pro12 è netta: questione di struttura societaria e di sponsor, anche se due società londinesi hanno richiesto la disponibilità dell'intero staff e di alcuni giocatori del Benetton (Zatta, Munari, Smith, Goosen, tutta la mischia e qualcos'altro) per trasferire capacità tecniche e gestionali della realtà trevigiana oltremanica. Significherebbe la sparizione del club trevigiano dalla realtà locale, ma sarebbe anche un riconoscimento a chi ha esaltato i colori biancoverdi facendo le nozze con i fichi secchi, a dispetto di chi vorrebbe le franchigie perdenti e la nazionale vincente: un insulto alla capacità di chi intende il rugby come una disciplina seria, ripagato solo all'estero con garanzie di marketing e sponsor impensabili in Italia, alla corte dei miserabili romani (di origine parmense) che tutto vogliono all'infuori del bene del rugby. Tornando alla partita di ieri, il Munster, ha confermato di essere una realtà superiore a quella trevigiana, per uomini e mezzi. Non si possono gestire incontri del genere sapendo che ancora prima di entrare in campo hai già sul groppone una ventina di punti. Quello che fa il Benetton a livello europero, ripeto, è lo specchio della Nazionale: qualche performace valida, non supportata dalla continuità. La differenza tra le due realtà, però, è che mentre Treviso si è sempre impegnata seriamente con programmazione e competenza, la FIR ha sempre puntato sull'equivoco, sull'applicazione di norme invalidanti e sul pressapochismo e la misurazione a spanne delle competenze basilari che gestiscono il rugby in Italia: uno scempio cultural-sportivo che non ha uguali in tutto il resto del mondo ovale. Treviso si è costruito il rispetto di tutta l'Europa rugbistica con prestazioni di assoluto livello in casa e fuori, frutto di un serio lavoro iniziato molti anni fa comprendente pianificazione, strutturazione e gestione della realtà societaria che molti invidiano. Meschina, qualche tempo fa, è stata la decisione federale di comminare due settimane di squalifica a Franco Smith (allenatore appetito da alcune compagini straniere) affibbiando, inoltre, 250,00 euro di multa alla società trevigiana per aver inserito De Wall, Burton e Williams contemporaneamente, in contrasto con norme federali assurdamente inconcepibili. Tutti vorrebbero vedere se il Benetton, con qualche maggiorre possibilità di spesa, avrebbe la possibilità di puntare veramente in alto, sciolto da catene federali che con normative idiote tarpa le ali all'unica realtà plausbilie italiana. Invidia? Stupidità? Ignoranza? Forse un misto di tutto ciò, che rallenta la crescita del movimento, mettendo alla porta progetti ed ambizioni. Il suggerimento intelligente sarebbe quello di invitare la federazione a copiare un modello di efficienza, solidità e cultura rugbistica come quello di Treviso, ma l'arroganza, la supponenza e la presunzione non lasciano spazio ad alternative. Muoia Sansone con tutti i filistei! Ci hanno tolto anche la semplice possibilità di esultare per quei pochi risultati importanti che la palla ovale italiana ha ottenuto.
Franco
Franco
mercoledì 15 febbraio 2012
Sabato 4 marzo recuperano Francia e Irlanda
Così ha stabilito il comitato organizzatore del Sei Nazioni.
Sabato 4 marzo allo Stade de France si gioca Francia-Irlanda.
Sabato 4 marzo allo Stade de France si gioca Francia-Irlanda.
lunedì 13 febbraio 2012
Pensierino... del giorno
Vincere con modestia e perdere con leggerezza: questo è il marchio di un grande sportivo.
(Gareth Edwards - nazionale gallese)
(Gareth Edwards - nazionale gallese)
VI NAZIONI 2012 - ITALIA, SECONDO ROUND
L'occasione era unica ed irripetibile per battere un'Inghilterra mai così giù di corda, sia sul piano squisitamente atletico che su quello tecnico/tattico. Evidentemente l'Italietta rugbistica non ha ancora raggiunto quella maturità elementare che le permetterebbe di gestire al meglio certe situazioni, e la complicità del coach di turno, Brunel, è stata determinante. Occasioni del genere si ripresentano al ritmo dell'apparizione della cometa di Halley e non vanno fallite. Gestita malissimo la partita dalla direzione tecnica italiana, che forse non ha ancora capito che gli esperimenti non si fanno in questi frangenti, dove le sorti di un match vincente con ben nove punti di vantaggio a 20 minuti dal termine (circa) devono essere considerate con finalità esclusive di vittoria e non di sperimentazione. L'Italia ha bisogno di credito internazionale e solo di questo per il momento. Burton non andava assolutamente sostituito: stesso errore commesso contro la Francia.
Brunel si dovrà aggiornare un tantino sulla storia rugbistica italiana che non è quella della Francia e nemmeno quella del Perpignan.
Obiettivi, strategie ed esigenze diametralmente opposte.
Perchè Botes per Burton?
Perchè inserire un mediano di mischia naturale all'apertura, seppure con qualche apparizione in questo ruolo nel Benetton Treviso, al posto di un soggetto capace di gestire il campo egregiamente ("solo" due errori su calci a favore non andati in touche), con propensione ai calci tattici dietro la linea d'attacco avversaria e spiccata capacità di centrare l'acca con il drop? Evidentemente, Brunel non si è ancora reso conto che la coppia Botes-Burton, con il Benetton Treviso, è di gran lunga la più collaudata del panorama italiano, visto che giocando assieme ha saputo gestire, vincendole, partite con il risultato in bilico: ma non bisogna invertire i loro ruoli proprio perchè nello specifico gestiscono un settore cruciale del rugby ovvero la linea mediana. Ad ognuno il suo! Sconcertante l'ammissione dello stesso Brunel che "voleva vedere all'opera Botes all'apertura". Ripeto: l'Italia ha bisogno di risultati, non di esperimenti! Quest'ultimi facciamoli in partite con il risultato scontato (Francia, Nuova Zelanda, Australia, ecc. oppure nel tour estivo), ma non quando possiamo vincere clamorosamente in frangenti come quelli di sabato scorso.
A Brunel si chiede di saper cambiare in corsa il piano iniziale, cosa che non è riuscito a fare con l'Inghilterra, augurandogli di trarre insegnamento da questi spunti che, pur ribadendo la fiducia sulle sue capacità e sull'esperienza accumulata, forse devono ancora trasmettergli il concetto che, indipendentemente dalla qualità di giocatori e gioco, propensioni tecniche e tattiche e sostituzioni programmate a tavolino, l'Italia ha bisogno di approfittare di tutte le occasioni per vincere, perchè già sono scarse di per sè. Gli esperimenti lasciamoli per altre occasioni. Chi potrà dire che i due calci sbagliati da Botes (per carità, il campo era quello che era, ma Farrell non ha mai sbagliato!) non sarebbero entrati con Burton, decretando la vittoria italiana?
Franco
Brunel si dovrà aggiornare un tantino sulla storia rugbistica italiana che non è quella della Francia e nemmeno quella del Perpignan.
Obiettivi, strategie ed esigenze diametralmente opposte.
Perchè Botes per Burton?
Perchè inserire un mediano di mischia naturale all'apertura, seppure con qualche apparizione in questo ruolo nel Benetton Treviso, al posto di un soggetto capace di gestire il campo egregiamente ("solo" due errori su calci a favore non andati in touche), con propensione ai calci tattici dietro la linea d'attacco avversaria e spiccata capacità di centrare l'acca con il drop? Evidentemente, Brunel non si è ancora reso conto che la coppia Botes-Burton, con il Benetton Treviso, è di gran lunga la più collaudata del panorama italiano, visto che giocando assieme ha saputo gestire, vincendole, partite con il risultato in bilico: ma non bisogna invertire i loro ruoli proprio perchè nello specifico gestiscono un settore cruciale del rugby ovvero la linea mediana. Ad ognuno il suo! Sconcertante l'ammissione dello stesso Brunel che "voleva vedere all'opera Botes all'apertura". Ripeto: l'Italia ha bisogno di risultati, non di esperimenti! Quest'ultimi facciamoli in partite con il risultato scontato (Francia, Nuova Zelanda, Australia, ecc. oppure nel tour estivo), ma non quando possiamo vincere clamorosamente in frangenti come quelli di sabato scorso.
A Brunel si chiede di saper cambiare in corsa il piano iniziale, cosa che non è riuscito a fare con l'Inghilterra, augurandogli di trarre insegnamento da questi spunti che, pur ribadendo la fiducia sulle sue capacità e sull'esperienza accumulata, forse devono ancora trasmettergli il concetto che, indipendentemente dalla qualità di giocatori e gioco, propensioni tecniche e tattiche e sostituzioni programmate a tavolino, l'Italia ha bisogno di approfittare di tutte le occasioni per vincere, perchè già sono scarse di per sè. Gli esperimenti lasciamoli per altre occasioni. Chi potrà dire che i due calci sbagliati da Botes (per carità, il campo era quello che era, ma Farrell non ha mai sbagliato!) non sarebbero entrati con Burton, decretando la vittoria italiana?
Franco
Italia sprecona. Halfpenny mattatore
Due flash, anche fortuiti, dell'Italrugby illudono l'Olimpico sotto il fastidio della neve ma a conti fatti i furbacchioni inglesi hanno portato a casa i due punti: ovvero tutto ciò che contava.
Non era una bella Inghilterra e la cura Brunel evidentemente qualcosa l'ha evidenziato in più rispetto al grigiore di Parigi. Ma il black-out d'inizio rirpesa è stato decisivo e il piede di Farrell unito al guizzo di Hodgson, identico a quello della settimana precedente a Murrayfield, hanno invertito l'inerzia della partita. Se a tutto ciò aggiungiamo che gli azzurri hanno vanificato quattro calci (undici possibili punti) capiamo perché la parola "sprecona" si staglia benissimo per la squadra di Brunel.
Al Millennium invece, dopo un primo tempo di studio, è uscito alla distanza Leigh Halfpenny che con 19 punti personali ha stroncato la solita Scozia, volenterosa ma pasticciona e priva di fantasia.
Infine il gelo di Parigi: niente da fare per i protagonisti e partita rinviata a data da destinarsi. Eppure c'è chi dice che la neve è bella...
Sabato 11 febbraio
Stadio Olimpico
Italia 15 (m= Venditti, Benvenuti; t= Burton; p= Burton)
Inghilterra 19 (m= Hodgson; t= Farrell; p= Farrell 4)
Pt= 12-6
Arbitro= Garces (Francia)
Domenica 12 febbraio
Millennium Stadium
Galles 27 (m= Halfpenny 2, Cuthbert; t= Halfpenny 3; p= Halfpenny 2)
Scozia 13 (m= Laidlaw; t= Laidlaw; p= Laidlaw 2)
Pt= 3-3
Arbitro= Poite (Francia)
Non era una bella Inghilterra e la cura Brunel evidentemente qualcosa l'ha evidenziato in più rispetto al grigiore di Parigi. Ma il black-out d'inizio rirpesa è stato decisivo e il piede di Farrell unito al guizzo di Hodgson, identico a quello della settimana precedente a Murrayfield, hanno invertito l'inerzia della partita. Se a tutto ciò aggiungiamo che gli azzurri hanno vanificato quattro calci (undici possibili punti) capiamo perché la parola "sprecona" si staglia benissimo per la squadra di Brunel.
Al Millennium invece, dopo un primo tempo di studio, è uscito alla distanza Leigh Halfpenny che con 19 punti personali ha stroncato la solita Scozia, volenterosa ma pasticciona e priva di fantasia.
Infine il gelo di Parigi: niente da fare per i protagonisti e partita rinviata a data da destinarsi. Eppure c'è chi dice che la neve è bella...
Sabato 11 febbraio
Stadio Olimpico
Italia 15 (m= Venditti, Benvenuti; t= Burton; p= Burton)
Inghilterra 19 (m= Hodgson; t= Farrell; p= Farrell 4)
Pt= 12-6
Arbitro= Garces (Francia)
Domenica 12 febbraio
Millennium Stadium
Galles 27 (m= Halfpenny 2, Cuthbert; t= Halfpenny 3; p= Halfpenny 2)
Scozia 13 (m= Laidlaw; t= Laidlaw; p= Laidlaw 2)
Pt= 3-3
Arbitro= Poite (Francia)
venerdì 10 febbraio 2012
Trifoglio a Parigi per lo sgambetto
Sei Nazioni 2012
2^ giornata
domani, 11 febbraio
Italia-Inghilterra
Francia-Irlanda
domenica, 12 febbraio
Galles-Scozia
La partita di cartello di questa seconda giornata è sicuramente quella che domani pomeriggio allo Stade de France opporrà la scornata Irlanda ai transalpini. Negli ospiti rientra al centro Earls che in questa stagione ricopre il gravoso vuoto lasciato temporaneamente da un certo BOD. Favorita della partita è però la Francia del nuovo corso Saint-André.
In un Olimpico con rischio ghiaccio il sabato si aprirà con l'Italrugby opposta al XV della Rosa dell'interinale Stuart Lancaster mentre domenica chiuderà il programma un interessante Galles-Scozia: forza Cardo!!!
giovedì 9 febbraio 2012
Parks rinuncia alla nazionale
Arriva all'improvviso, dopo la sconfitta in Calcutta Cup, l'abbandono della nazionale scozzese da parte dell'australiano Dan Parks.
Appare molto strano che questo erratico ed infelice mediano d'apertura lasci dopo appena una partita e c'è più di una persona che sostiene che il suo rapporto con Andy Robinson non sia mai decollato.
Dan Parks da anni milita nella nazionale scozzese: discreto calciatore, abbastanza abile nel centrare drop.
Ma niente più.
In particolare ci si ricorderà di lui come di un regista, di un "brain" pertanto, incapace di trovare soluzioni e risorse adeguate e condurre i propri colori a rimonte e vittorie insperate.
Adesso spazio al giovane Ruaridh Jackson: se non altro è scozzese di nascita.
Go Thistle!!!
Appare molto strano che questo erratico ed infelice mediano d'apertura lasci dopo appena una partita e c'è più di una persona che sostiene che il suo rapporto con Andy Robinson non sia mai decollato.
Dan Parks da anni milita nella nazionale scozzese: discreto calciatore, abbastanza abile nel centrare drop.
Ma niente più.
In particolare ci si ricorderà di lui come di un regista, di un "brain" pertanto, incapace di trovare soluzioni e risorse adeguate e condurre i propri colori a rimonte e vittorie insperate.
Adesso spazio al giovane Ruaridh Jackson: se non altro è scozzese di nascita.
Go Thistle!!!
lunedì 6 febbraio 2012
Irlanda 21, Galles 23
Giunge allo scadere il piazzato del poliedrico Leigh Halfpenny con cui il XV di Gatland beffa i padroni di casa. Un'Irlanda priva dell'appena operato O'Driscoll, fuori per diversi mesi, ha giocato una buona partita subendo però a metà ripresa la rimonta ospite. Nel finale ecco il sorpasso che ha gelato i supporters locali. Solo una personale idea: perché la staffetta dentro O'Gara-fuori Sexton è avvenuta solamente a 4' dal termine?
Aviva Stadium
domenica 5 febbraio
Irlanda 21 (m= Best, Bowie; t= Sexton; p= Sexton 3)
Galles 23 (m= Jonathan Davies 2, North; t= Halfpenny; p= Halfpenny 2)
Primo tempo: 10-5
Arbitro: Wayne Barnes (Inghilterra)
Aviva Stadium
domenica 5 febbraio
Irlanda 21 (m= Best, Bowie; t= Sexton; p= Sexton 3)
Galles 23 (m= Jonathan Davies 2, North; t= Halfpenny; p= Halfpenny 2)
Primo tempo: 10-5
Arbitro: Wayne Barnes (Inghilterra)
domenica 5 febbraio 2012
VI NAZIONI 2012 - ITALIA, PRIMO ROUND
L'Italia di Brunel inizia il suo cammino con una sconfitta, in Francia, ad opera dei maestri d'oltralpe vice campioni del mondo. Una sconfitta figlia del comportamento in Europa del club (o franchigia, che dir si voglia) italiano più rappresentativo: il Benetton Treviso. Lasciamo stare infatti gli Aironi non ancora entrati in sintonia con i tornei ai quali partecipano. Ovvero: ad un innegabile miglioramento in termini di tenuta fisica e predisposizione all'offensiva, si registrano ancora marcate defezioni in difesa. Aggiungiamoci il nuovo corso avviato da Brunel e vedremo che quanto patito in Francia è stato quasi inevitabile e sicuramente prevdibile. Alla difesa manca ancora lo stimolo all'aggressività totale, quel processo tecnico ed istintivo che tende a togliere spazio e forza all'attaccante avversario di turno. Non dico ci sia timidezza nell'approccio fisico ma a volte ciò avviene con un ritardo, sia pur infinitesimale, in grado così di sbilanciare il rapporto velocità/potenza tra chi attacca e chi difende. Il tutto comporta una difesa arretrante e perciò votata al recupero e non all'avanzamento. In seconda battuta, ma non certo meno importante, viene l'approccio al placcaggio e alla tecnica che lo contraddistingue e lo accompagna. Quando un avversario è lanciato in velocità, i placcaggi laterali alti, per alcuni giocatori italiani anche già esperti (vero Mc Lean?), sono ancora la risorsa principe ben sapendo che "frontino" e, appunto, velocità, sono armi elusive abbastanza valide. In queste situazioni il placcaggio alle gambe è fondamentale in quanto provoca il rallentamento e/o la caduta dell'atleta portatore di palla che permette alle difese di rientrare e ripiazzarsi per rintuzzare la fase successiva, riproposta però da un sostegno che in queste situazioni non è sempre tempestivo quindi maggiormente gestibile. Poi c'è sempre da tenere in considerazione che l'effetto del placcaggio potrebbe portare all'in-avanti.
Il terzo fattore è il nuovo corso paventato dall'allenatore transalpino. Logicamente ancora non ben assimilato e "digerito" ha portato e porterà ancora qualche dissesto, soprattutto difensivo; come quello che ieri ha lanciato in meta un giocatore francese che è passato tra Lo Cicero e Ghiraldini schierati in difesa tra i 3/4 mentre loro facevano a pari e dispari su chi avrebbe dovuto affrontarlo. Peccati di "gioventù" che tecnico e squadra sono obbligati, però, a rivedere e correggere.
Altro fattore destabilizzante è il calo fisico italiano che ieri si è manifestato negli ultimi 20-25 minuti dell'incontro. Non credo che ciò sia frutto di una preparazione insufficiente bensì della frustazione che deriva dal fatto di avere il possesso ed attaccare senza però mettere punti in saccoccia, mentre quando si difende qualche errore di troppo fa marcare punti all'avversario: è un muro di gomma che, pian piano, sfianca, toglie concentrazione e incute insicurezza. Anche l'attacco comunque ieri non ha brillato: di fronte ad una difesa preparatissima non abbiamo avuto alternative. Troppo lenti e prevedibili in un gioco che, vista appunto la sempre più efficace organizzazione delle difese odierne, richiede soprattutto velocità, tecnica e fantasia per riuscire ad imporsi. La touche si è comportata da par suo e con il rientro di Pavanello dovrebbe dare ancora più sicurezza: van Zyl è superlativo. La mischia, soprattutto in chiusa, preoccupa tutti gli avversari che ricercano anche sistemi non proprio ortodossi e furbate varie per limitare i danni. Calci di spostamento e di alleggerimento? Qualcosa s'è visto, soprattutto per merito di Burton, ma siamo ancora lontani dagli standard delle migliori. Sui singoli non si dovrebbe porre l'accento visto ancora l'enorme lavoro di squadra che ci sarà da fare, ma vorrei sottolineare che Burton non andava sostituito se non altro per dargli fiducia e per sottolineare una prova nient'affatto carente mentre andava rimpiazzato Gori, troppo prevedibile e lento nelle scelte di gioco. In panchina, allo scopo, si stava congelando gente come Semenzato (in campo solo negli ultimi 5') e Botes (quest'ultimo poi entrato e così, di fatto, per norme assurdamente concepite ed imposte da chi vuol male al rugby italiano, non più straniero per il suo club di appartenenza: il Benetton Treviso).
Franco
Il terzo fattore è il nuovo corso paventato dall'allenatore transalpino. Logicamente ancora non ben assimilato e "digerito" ha portato e porterà ancora qualche dissesto, soprattutto difensivo; come quello che ieri ha lanciato in meta un giocatore francese che è passato tra Lo Cicero e Ghiraldini schierati in difesa tra i 3/4 mentre loro facevano a pari e dispari su chi avrebbe dovuto affrontarlo. Peccati di "gioventù" che tecnico e squadra sono obbligati, però, a rivedere e correggere.
Altro fattore destabilizzante è il calo fisico italiano che ieri si è manifestato negli ultimi 20-25 minuti dell'incontro. Non credo che ciò sia frutto di una preparazione insufficiente bensì della frustazione che deriva dal fatto di avere il possesso ed attaccare senza però mettere punti in saccoccia, mentre quando si difende qualche errore di troppo fa marcare punti all'avversario: è un muro di gomma che, pian piano, sfianca, toglie concentrazione e incute insicurezza. Anche l'attacco comunque ieri non ha brillato: di fronte ad una difesa preparatissima non abbiamo avuto alternative. Troppo lenti e prevedibili in un gioco che, vista appunto la sempre più efficace organizzazione delle difese odierne, richiede soprattutto velocità, tecnica e fantasia per riuscire ad imporsi. La touche si è comportata da par suo e con il rientro di Pavanello dovrebbe dare ancora più sicurezza: van Zyl è superlativo. La mischia, soprattutto in chiusa, preoccupa tutti gli avversari che ricercano anche sistemi non proprio ortodossi e furbate varie per limitare i danni. Calci di spostamento e di alleggerimento? Qualcosa s'è visto, soprattutto per merito di Burton, ma siamo ancora lontani dagli standard delle migliori. Sui singoli non si dovrebbe porre l'accento visto ancora l'enorme lavoro di squadra che ci sarà da fare, ma vorrei sottolineare che Burton non andava sostituito se non altro per dargli fiducia e per sottolineare una prova nient'affatto carente mentre andava rimpiazzato Gori, troppo prevedibile e lento nelle scelte di gioco. In panchina, allo scopo, si stava congelando gente come Semenzato (in campo solo negli ultimi 5') e Botes (quest'ultimo poi entrato e così, di fatto, per norme assurdamente concepite ed imposte da chi vuol male al rugby italiano, non più straniero per il suo club di appartenenza: il Benetton Treviso).
Franco
sabato 4 febbraio 2012
Scozia 6, Inghilterra 13
Dopo otto anni il XV della Rosa torna a vincere a Murrayfield.
Scozia sprecona nonostante le buone statistiche totali e albionici furbi nell'approfittare dell'unica disattenzione casalinga con cui in apertura di rirpesa Hodgson ha ottenuto la meta che ha gelato lo stadio.
Murrayfield
sabato 4 febbraio
Scozia 6 (p= Parks 2)
Inghilterra 13 (m= Hodgson; t= Farrell; p= Farrell 2)
Arbitro: George Clancy (Irlanda)
Primo tempo: 6-3
Scozia sprecona nonostante le buone statistiche totali e albionici furbi nell'approfittare dell'unica disattenzione casalinga con cui in apertura di rirpesa Hodgson ha ottenuto la meta che ha gelato lo stadio.
Murrayfield
sabato 4 febbraio
Scozia 6 (p= Parks 2)
Inghilterra 13 (m= Hodgson; t= Farrell; p= Farrell 2)
Arbitro: George Clancy (Irlanda)
Primo tempo: 6-3
Francia 30, Italia 12
Una Francia utilitaristica, concreta e molto attenta ha regalato al proprio coach esordiente, Philippe Saint-André, la prima vittoria che coincide anche con la rivincita del clamoroso KO subito lo scorso marzo al Flaminio. Il buon possesso dell'Ita(g)lia e la pressione dei suoi Avanti non sono però serviti a fermare i transalpini. Negli ospiti solamente quattro calci, naturalmente tutti a carico di stranieri.
Stade de France
sabato 4 febbraio
Francia 30 (m= Rougerie, Malzieu, Clerc, Fofana; t= Yachvili 2; p= Yachvili 2)
Italia 12 (p= Burton 2, Botes; d= Burton)
Primo tempo: 15-6
Arbitro: N. Owens (Galles)
Sei Nazioni Under 20
3 febbraio
Irlanda 11, Galles 6 (Athlone)
Scozia 3, Inghilterra 59 (Glasgow)
Francia- Italia (Bourgoin) rinviata per terreno ghiacciato
Stade de France
sabato 4 febbraio
Francia 30 (m= Rougerie, Malzieu, Clerc, Fofana; t= Yachvili 2; p= Yachvili 2)
Italia 12 (p= Burton 2, Botes; d= Burton)
Primo tempo: 15-6
Arbitro: N. Owens (Galles)
Sei Nazioni Under 20
3 febbraio
Irlanda 11, Galles 6 (Athlone)
Scozia 3, Inghilterra 59 (Glasgow)
Francia- Italia (Bourgoin) rinviata per terreno ghiacciato
mercoledì 1 febbraio 2012
Heyneke Meyer nuovo coach dei Bokke
Il 28 gennaio la SARU alla fine non ha potuto esimersi dal fare "la scelta".
Dopo quattro anni scellerati consegnati nelle mani di un poveretto incapace, che rispondeva al nome di Peter de Villiers, i parrucconi locali hanno capito che FORSE era il caso di smetterla di farsi prendere in giro dalle pressioni politiche dell'accozzaglia di criminali targata African National Congress.
Heyneke Meyer è pertanto il nuovo coach degli Springbokke e a lui è quindi affidato il compito di risurrezione della più gloriosa e celebrata nazionale di rugby union della storia di sempre.
Il pedigree di Heyneke Meyer è noto e non certo sta a me segnalarlo qui.
L'unico "consiglio" che mi permetto di dargli è quello di scegliere come responsabile della mischia un certo Naka Drotské.
Auguri Heyneke: avrai sempre il mio sostegno.
Buon lavoro e: OP DIE BOKKE!!!
venerdì 6 gennaio 2012
Dizionario degli All Blacks
Marco Pastonesi (da Genova) ne ha fatta recentemente un'altra delle sue avendo scritto e fatto pubblicare questo dizionario che, diciamocelo molto sinceramente, è un qualcosa di molto di più di un semplice "vademecum sotto forma di dizionario". Si tratta infatti di un genuino Gesto d'Amore che lo scrittore ha espresso ed indirizzato verso una delle sue più grandi passioni ovali. E la capisco perfettamente questa sua attutidine perché se me ne fosse data la possibilità io farei la medesima cosa verso i miei adorati Springbokke (per favore smettiamola una volta per tutte di chiamarli "Springboks").
Un esempio? Andatevi a leggere le undici pagine di introduzione scritte dallo stesso Pastonesi e scoprirete un mondo fantastico attraverso tanti piccoli episodi che danno più che mai l'idea di quale infinita avventura sia stata, sia e sarà sempre essere parte degli All Blacks.
Nell'opera ci sono anche omissioni di giocatori celebratissimi (ne cito solo tre, Bob Scott, Alex Wyllie e Bruce Robertson, perché non mi piace trovare poi troppi peli nell'uovo in un Gesto d'Amore del genere) a scapito di altri che hanno rappresentato invece ruoli secondari nella storia dei Tutti Neri. La parte finale del libro ci presenta invece un "fuori-Dizionario" (o Appendice) sotto forma di un Terzo Tempo allargato a idee ed opinioni di alcuni addetti ai lavori, scrittori e giornalisti dove però due di queste, ad opera di Marco Bollesan e Franco Carnovali, sono frutto di frettolosità e pressapochismo clamorosi.
Detto che questo libro è il naturale proseguimento di "All Blacks" scritto dal medesimo autore nel 2003 vi informo infine che quello che non vi dirà mai Pastonesi è che per quanto leggendari siano gli All Blacks esiste un'altra squadra con addirittura pari, se non superiore mistica, che sembra sia stata creata apposta per accaparrarsi la fetta più grande di quella torta di gloria irripetibile che ha rappresentato il rugby nel ventesimo secolo.
Ringrazio Marco per avermi donato con tanto di dedica questa opera che va ad arricchire enormemente la mia collezione. Non possiamo che augurargli di continuare a sfornare ulteriori chicche del genere.
Giampaolo
6/1/2012
DIZIONARIO DEGLI ALL BLACKS
di Marco Pastonesi
Dalai editore, 2011
285 pagine, copertina rigida
€ 24,00
Un esempio? Andatevi a leggere le undici pagine di introduzione scritte dallo stesso Pastonesi e scoprirete un mondo fantastico attraverso tanti piccoli episodi che danno più che mai l'idea di quale infinita avventura sia stata, sia e sarà sempre essere parte degli All Blacks.
Nell'opera ci sono anche omissioni di giocatori celebratissimi (ne cito solo tre, Bob Scott, Alex Wyllie e Bruce Robertson, perché non mi piace trovare poi troppi peli nell'uovo in un Gesto d'Amore del genere) a scapito di altri che hanno rappresentato invece ruoli secondari nella storia dei Tutti Neri. La parte finale del libro ci presenta invece un "fuori-Dizionario" (o Appendice) sotto forma di un Terzo Tempo allargato a idee ed opinioni di alcuni addetti ai lavori, scrittori e giornalisti dove però due di queste, ad opera di Marco Bollesan e Franco Carnovali, sono frutto di frettolosità e pressapochismo clamorosi.
Detto che questo libro è il naturale proseguimento di "All Blacks" scritto dal medesimo autore nel 2003 vi informo infine che quello che non vi dirà mai Pastonesi è che per quanto leggendari siano gli All Blacks esiste un'altra squadra con addirittura pari, se non superiore mistica, che sembra sia stata creata apposta per accaparrarsi la fetta più grande di quella torta di gloria irripetibile che ha rappresentato il rugby nel ventesimo secolo.
Ringrazio Marco per avermi donato con tanto di dedica questa opera che va ad arricchire enormemente la mia collezione. Non possiamo che augurargli di continuare a sfornare ulteriori chicche del genere.
Giampaolo
6/1/2012
DIZIONARIO DEGLI ALL BLACKS
di Marco Pastonesi
Dalai editore, 2011
285 pagine, copertina rigida
€ 24,00
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