lunedì 3 ottobre 2011

Disgressioni sulla RWC italiana

O'Driscoll in meta ieri...
E' frustrante rivedere, in cassetta, la sconfitta dell'Italia con l'Irlanda nella partita che preparata da due anni (ripeto: DUE ANNI) dalla congrega di Mallett & C. doveva portarci per la prima volta ai quarti di finale della RWC. Già dai primi minuti, quando la prima mischia chiusa e' stata decretata dall'arbitro, si è cominciato a delineare un leggero imbarazzo di quella italiana. Gert Smal (sudafricano, ex Rovigo), allenatore della mischia dell'Irlanda, aveva capito i punti deboli del nostro terzetto in prima linea ed aveva predisposto le necessarie contromisure: quello che invece non ha fatto l'Italia convinta di essere, comunque, superiore ad Healy & Co. indipendentemente dallo sviluppo del match. Invece Castrogiovanni ha sofferto la spinta multipla dell' avversario diretto e di quasi tutto il tallonatore visto che Ross, da solo, si "cucinava" un Perugini stranamente "nervoso" e parzialmente incapace di gestire la situazione.

La mischia italiana, poco alla volta, si sbriciolava al cospetto di quella irlandese più preparata e meno presuntuosa della nostra e cominciava a subire anche nel gioco più consono alle nostre pur misere possibilità. Il tutto veniva poi aggravato dall'uscita di Castrogiovanni e dall'ingresso di Lo Cicero. Dalla touche non arrivavano segnali di redenzione nonostante la statura e la capacità dei vari Van Zyl, Bortolami e Zanni. Quindi gioco in mano ai giocatori del Trifoglio che con D'Arcy, O'Driscoll e Bowe, agevolati da una mischia avanzante soprattutto nel secondo tempo, hanno annichilito le ambizioni azzurre dandoci una lezione di gioco variabile al di là delle situazioni e poco prevedibile da avversari approssimativi come l'Italia.

Resta da capire perchè è stato lasciato a casa Burton anche se ciò non avrebbe probabilmente significato il passaggio del turno, ed anche perchè il tecnico ha sempre scelto Orquera come apertura, sapendo che non placca e che quindi, doveva essere protetto da una gabbia stabile di terze linee sacrificate a coprire il buco (tra apertura e primo centro). Ciò non è avvenuto ed i razzi irlandesi, in quel punto preciso, sono andati a nozze.

Oltre all'atavica incapacità di pescare da risorse, pur sempre scarse, dei vivai a disposizione, e rassegnati di fronte ad un'accademia che sforna solo mediocrità, ci mettiamo anche la scarsa competenza tecnica scambiata forse per qualcosa di superfluo, elemento inutile rispetto al comune pensare di una federazione inetta e scalcinata: da eliminare subito senza tanti tentennamenti dal palcoscenico ovale.

Ma sarà difficile staccare quelle sanguisughe dalla poltrona dalla quale succhiano il nettare sanguigno che permette loro di sopravvivere, come vampiri. Ma con la prerogativa che, mentre i vampiri succhiano solo di notte, loro succhiano tutto il giorno. E il rugby italiano si dissangua. Inesorabilmente.

Franco

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